I 1000 volti della Trinacria

di Gianluca Veneroso

gvenerosogruppo.jpgI 1000 volti della Trinacria.
E’ indiscutibile che nessun libro potrà mai illustrare e restituirci con pari intensità ciò che la vista, i sensi e la partecipazione diretta riescono a regalarci.
Premetto questo per sposare con entusiasmo la sana abitudine dei nostri piccoli-grandi universi scolastici di sponsorizzare in primavera (da Aprile in poi per ovvi motivi meteo) la classiche gite, vere e ghiotte occasioni di aggregazione, confronto e soprattutto di scoperta.
Già, le gite sono soprattutto scoperta: di spazi esterni, luoghi ignoti, di stati d’animo a lungo sopiti che solo un viaggio può liberare dal torpore della routine, esperienze inedite, sapori inesplorati, paesaggi svincolati dalla fissità di una cartolina e diventati vita vera.

Dopo questa didascalia introduttiva dai toni forse troppo melensi, ma richiesti dal caso, vengo al dunque: lunedì 8 e Martedì 9 Aprile, un gruppo di insegnanti dell’I.C. Lipari 1 – me compreso- con una buona rappresentanza di alunni delle classi IV e V dei plessi di Lipari centro e Canneto, nonché col valido supporto di alcuni genitori, hanno condiviso una veloce, ma esaustiva, incursione nella Sicilia occidentale, “abbracciandone” quattro mete intrise di bellezza e mito, tradizione e natura…dove l’incontro tra spazio e tempo sa farsi sogno ad occhi aperti e i canoni del comune viaggio d’istruzione cedono il passo al viaggio come ricerca del sè, emozione itinerante, conoscenza miscelata all’evasione.
Le quattro mete? Erice, borgo a 750 metri di altitudine, esclusivo cammeo incastonato in una fiabesca cornice di richiami architettonici normanni e settecenteschi di forte richiamo; Segesta, antichissima colonia troiana, contesa tra più popoli, che, nei suoi resti arcani, conserva la maestà di un glorioso passato; Marsala, meta marittima e borgo peschereccio ancora intatto che non lasciò indifferente nemmeno l’Eroe dei due mondi, e Trapani, manto di casupole arabeggianti e di croci spigolose, scintillanti sotto l’indistinto bagliore di un oro millenario: il sale!
I bambini si sono confusi, illusi, persi e ritrovati, immersi e divertiti, identificati e proiettati in un turbinio continuo di stimoli di ricerca e osservazione.

Si sono misurati con le non proprio consuete tecniche artigianali di lavorazione e recupero del sale; hanno subito il fascino dei mulini “ventosi” dell’amena Mozia; si sono incamminati lungo le orme di civiltà (Greci e Punici innanzitutto) che hanno intersecato le rotte anche delle loro isole natie; hanno potuto interrogare la “VOCE ALTRA”, MA DI FATTO ASSAI AMATA E FAMILIARE, DI UNA SICILIA MENO NOTA, ma pur sempre cara …. l’essenza di una MEDITERRANEITA’ che ci affratella tutti, indistintamente.

Ringrazio le colleghe, Laura, Luigina, Antonella, Cettina, Emanuela e Carmelita, che con l’oculatezza esclusiva di mamme, prima ancora che di docenti, hanno contribuito a rendere il clima di questi due giorni un pregiato elisir di cultura e svago. Si può far scuola oltre la scuola? Certo ed è giusto che spesso ciò accada, perché la capacità di sconfinare è sintomo di crescita e una mente che non si riserva confini o limiti è una mente nemica del pregiudizio.
Una mente in grado di formulare pensieri e messaggi con alfabeti di provenienza eterogenea che intingono pagine dai colori differenti .

I 1000 volti della Trinacriaultima modifica: 2013-04-11T07:49:49+02:00da leonedilipari
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