I vini del ghiaccio, o “ Eisweine” nella dizione tedesca con cui sono conosciuti in tutto il mondo, sono noti fin dal Settecento. Vinificati in condizioni estreme, la loro produzione richiede vigneti adatti e soprattutto qualità ambientali molto particolari, clima secco e ventilato, temperature notturne molto rigide e per lunghi periodi. Per questo motivo vengono prodotti soprattutto in Canada, Germania, Austria, ed ultimamente anche in Italia, ma solo in alcune zone del Nord, tra cui Valle D’Aosta e Piemonte. Maria Luisa Alberico, Direttore Donna Sommelier Europa, descrive le caratteristiche organolettiche di questo vino particolarissimo e molto pregiato: “ L’azione del gelo disidrata il frutto e permette una concentrazione dei succhi, intensificando così gli aromi ed i profumi del vino ottenibile. Gli acini, raccolti congelati, vengono dunque pressati in condizioni di freddo estremo, con temperature che si aggirano intorno ai -10 gradi centigradi. In questo modo, la parte acquosa del frutto, costituitasi in cristalli, può essere scartata, consentendo di ottenere non più di qualche pregiatissima goccia di succo concentrato. Il risultato è quindi un mosto molto zuccherino”.
Anche la vendemmia di questo tipo di uva avviene in modo suggestivo: durante le notti più fredde, in inverno, con l’aiuto di lampade, i vendemmiatori tagliano, rigorosamente a mano, ogni singolo grappolo che deve essere avvolto dalla brina.
Il prodotto che si ottiene è un vino da “meditazione” raffinato e dolce, con spiccati sentori di frutta.
Per la produzione italiana, che è molto limitata, la vendita è solo su prenotazione, e fa registrare il tutto esaurito molti mesi prima della vendemmia.
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