Il processo fantasma contro un giudice messinese nel libro De Pasquale-Iannellii

EIANNELLI.jpgFDEPASQUALE.jpgNuova luce sul caso del giudice Chinnici, a trent’anni dalla strage mafiosa. Rivelazioni e documenti inediti nel libro dei giornalisti De Pasquale e Iannelli

Nel 1983 a Palermo veniva ucciso il giudice Rocco Chinnici, padre del pool antimafia e capo di Falcone e Borsellino. Fu il primo delitto eseguito dalla mafia con la tecnica della strage terroristica.

Dietro l’autobomba al tritolo, che dilaniò Chinnici, 2 carabinieri della scorta e il portiere, e ferì 20 persone, c’era un patto scellerato tra mafia militare e potere politico-economico, ma anche un’inquietante giustizia “sonnolenta”.

Una storia fitta di misteri e depistaggi, raccontata a distanza di 30 anni, da due giornalisti siciliani. A parlare sono i documenti: il diario del giudice, pubblicato per la prima volta in versione autografa, e il verbale di un’audizione segreta di Chinnici al Csm. Si scopre anche il retroscena di una lettera del “papa” della mafia alla vedova. E perfino un processo “dimenticato” contro un giudice imputato di corruzione per aver “aggiustato” una sentenza. Per 200 milioni, avrebbe assolto mandanti e killer della strage Chinnici, ma il faldone, trasferito dal tribunale di Reggio Calabria a quello di Palermo,  non venne mai iscritto a ruolo. Nel Palazzo più esposto d’Italia, come lo definiva Borsellino, il fascicolo fu lasciato ad ammuffire per quindici anni. Solo oggi spunta fuori. Troppo tardi.

È uno dei tanti gialli del caso Chinnici, rivelati nel libro dei giornalisti Fabio De Pasquale ed Eleonora Iannelli, Così non si può vivere. Rocco Chinnici: la storia mai raccontata del giudice che sfidò gli intoccabili, Castelvecchi editore, collana RX, dal 13 giugno in tutte le librerie.

La prefazione è del presidente del Senato Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, giovane collega di Chinnici.

I figli del giudice, Caterina, Elvira e Giovanni, assieme ai testimoni dell’epoca – magistrati, avvocati, investigatori e cronisti – raccontano la verità sulla strage “annunciata” e sull’isolamento del pool.

Rocco Chinnici era un giudice “non acchiappabile”, come lamentavano i suoi aguzzini, ideatore del pool antimafia, l’autore dell’impianto di base del maxiprocesso. Il primo a propugnare, e poi ad applicare, la legge Rognoni-La Torre sul reato di associazione mafiosa e sulla confisca dei beni. A indagare non solo sulla mafia militare, sui traffici internazionali di droga, sulle speculazioni edilizie a Palermo e nella valle del Belice, ma anche sui delitti politico-istituzionali. E soprattutto metteva il naso sugli affari dei colletti bianchi, sui loro patrimoni sospetti e sui conti in banca. Dava fastidio agli “intoccabili” e per questo motivo fu condannato a morte. Falcone e Borsellino, nove anni dopo, faranno la stessa fine.

Nino Di Matteo, pm nell’ultimo processo Chinnici, oggi impegnato in quello sulla presunta trattativa Stato-mafia: «Il processo Chinnici fornisce il livello massimo di prova del coinvolgimento diretto, della compartecipazione, in una strage, di uomini esterni a Cosa nostra. Più che in qualunque altro processo è emerso il connubio tra mafia siciliana e Politica. Un legame che condizionava trent’anni fa, e credo abbia condizionato anche in tempi recenti, la democrazia del nostro Paese».

Pietro Grasso, ex giudice a latere del maxiprocesso e procuratore nazionale antimafia: «Rocco Chinnici, in un mancato appuntamento con l’attualità, ha combattuto l’ordinarietà del potere mafioso, in cui la criminalità è solo uno degli aspetti, anticipando così quel labirinto quotidiano degli affari e del potere che i processi successivi alla sua morte avrebbero svelato. Ed è debito della storia della Giustizia il dover riconoscere la straordinarietà del suo lavoro».

Il libro, 280 pagine, è corredato da fotografie tratte dall’album di famiglia e da una ricca appendice di documenti.

Autori: una coppia di giornalisti professionisti, marito e moglie messinesi, che vivono e lavorano da dieci anni a Palermo: Fabio De Pasquale, attualmente portavoce del presidente del Parlamento regionale, vincitore nel 1998, per le sue inchieste sul malaffare messinese, del premio nazionale di giornalismo “Saint Vincent”; Eleonora Iannelli, corrispondente del “Giornale di Sicilia”, autrice di due saggi, Messina 1908-2008, un terremoto infinito (Kalòs), e Messina ritrovata (Bonanzinga).

Il libro sarà presentato il 21 giugno ore 18,  Palazzo dei Normanni Palermo. Interverranno, tra gli altri, il presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone, il sostituto procuratore Nino Di Matteo, Caterina e Giovanni Chinnici, gli autori.

Il processo fantasma contro un giudice messinese nel libro De Pasquale-Iannelliiultima modifica: 2013-06-13T16:20:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo