Lino Natoli trova che il rispetto delle regole abbia poco a che fare con la fede, ma molto a che fare con la civile convivenza, con il rispetto dell’altro e della propria ed altrui umanità, con il rispetto dell’ambiente nel quale e del quale ciascuno di noi è semplice parte. Per questo, e non per altro, non per fede, l’uomo è tenuto al rispetto delle regole.
E’ il ragionamento del laico, ed è anche esso professione di fede, avendo a presupposto un fatto utopico, quello di una umanità perfetta.
Rammento che nel mio breve intervento sul punto non ho fatto cenno alcuno alla religione ma solo alla fede “quale che essa sia”. E rammento a me stesso di non avere mai immaginato l’ateo quale antagonista del credente, tale ritenendo invece l’anarchico.
I Reverendi Padri Gesuiti mi hannno insegnato che è lecito uccidere il tiranno, il che è contra legem essendo questa emanazione del tiranno medesimo. Ma è volto al ripristino della civile convivenza.
Il guaio è che ciascuno può eleggere a tiranno chi tale sia dal proprio punto di vista. Il banchiere, il poliziotto, l’ agente di borsa, il capo del Governo. Senza andar lontano, basti il ricordo delle brigate rosse.
Il Codice Penale, a sua volta, mi garantisce l’impunità per l’omicidio in stato di necessità o per legittima difesa, ma anche quì i concetti sono variabili varie essendo le norme tra paese e paese.
Cosa intendo dire. Intendo che la civile convivenza è fatto relativo posto che, ad esempio, invocare la assoluta parità civile e politica tra uomo e donna è, nel mondo islamico, una turbativa di detta civile convivenza, così come lo è tra gli induisti la reale soppressione delle classi o, tra i cattolici, la libertà di aborto o l’eutanasia.
In conclusione, quel che afferma Lino Natoli non basta, o quanto meno non mi basta, per rispettare le regole.
Il rispetto delle regole (3)ultima modifica: 2012-12-04T09:17:15+01:00da
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