PANAREA, PRESTIGIACOMO A RUOTA LIBERA…

866455836.jpgA livello internazionale, la grande scadenza è quella della prossima primavera: l’organizzazione del G8 ambiente in Italia”. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, guarda attenzione fin da adesso, mentre trascorre le vacanze nella sua casa di Panarea con il marito e il figlio, a questo importante appuntamento.

”Abbiamo già cominciato a lavorare ma da settembre – dice – si entrerà nella fase organizzativa più stringente” e noi, spiega, ”puntiamo a fare un ulteriore passo avanti in direzione di una maggiore condivisione degli obiettivi di Kyoto che hanno senso se diventano un impegno anche per Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, l’India responsabili delle maggiori emissioni di gas serra”. E ”intendiamo proporre anche delle sfide concrete con risultati misurabili sull’ambiente”.

In ambito nazionale, sono ancora molti gli appuntamenti che aspettano Prestigiacomo. A cominciare dal “disegno di legge per il riassetto degli enti parco, alla revisione del codice ambientale, e poi c’è la grande partita del nucleare, essenziale per l’autonomia energetica del nostro Paese, per ridurre i gas serra e che deve essere condotta con grande attenzione per la sicurezza dei cittadini e del territorio di cui il ministero dell’Ambiente e’ responsabile”. Inoltre, aggiunge la titolare dell’Ambiente “c’è una importante sfida culturale a cui tengo particolarmente: quella dell’educazione ambientale, essenziale per costruire gli italiani del domani, attenti al risparmio energetico, al recupero e riciclo dei materiali, al contributo che ciascuno di noi può dare all’ambiente del nostro Paese, la nostra risorsa più grande”.

Ilbilancio dei primi 100 giorni di governo parte dall’emergenza rifiuti a Napoli. “E’ stata una partenza lanciata, con l’emergenza rifiuti a Napoli che ha imposto subito al Governo decisioni forti anche sotto il profilo ambientale. Ma credo che i fatti ci abbiamo dato ragione – afferma Stefania Prestigiacomo – oggi non c’è più la spazzatura per le vie di Napoli. E’ stata disinnescata l’emergenza ambientale e sanitaria. Ora stiamo lavorando per riportare la Campania a una normalità che tutta la regione merita. In quest’ottica abbiamo avviato un nuovo percorso per la bonifica dei siti inquinati”.

Collegato a questo tema, spiega il ministro, “è il disegno di legge contro le eco-mafie che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri a fine luglio. Il provvedimento punta a dotare le istituzioni pubbliche di adeguati strumenti di intervento con particolare riferimento a quei siti usati dalla criminalità organizzata per smaltire clandestinamente rifiuti anche tossici e nocivi, discariche abusive da cui possono derivare contaminazioni. Il disegno di legge prevede che, ove poi il proprietario sia inattivo o, come spesso accade, irreperibile, il Comune possa, previa diffida, procedere all’occupazione del sito e realizzare la bonifica. Si vuole in pratica evitare di risanare siti nelle disponibilità della criminalità organizzata”.

Lotta anche a chi non rispetta le regole con una proposta “che punta a spostare gradualmente la tassazione dai redditi dei cittadini alle condotte dannose per l’ambiente, nell’invarianza della pressione fiscale complessiva. Solo in questo modo privati e imprese potranno – chiarisce Prestigiacomo – effettuare le loro scelte orientandole gradualmente verso comportamenti ambientalmente più virtuosi. E’ una battaglia di lungo periodo, ma essenziale se si vuol far diventare la tutela ambientale centrale nelle politiche di sviluppo del nostro Paese”.

Ma non solo tasse più alte a chi inquina di più, non solo politiche punitive, il ministro dell’Ambiente ha in serbo anche qualche sorpresa ‘verde’ come larealizzazione di ‘quartieri ecologici’ nelle grandi città. “Ho intenzione di proporre che i quartieri che nasceranno con il Piano Casa varato dal Governo siano in tutto o in parte ‘ecologici’, cioè tendenzialmente ad impatto zero sull’ambiente. In questa ottica – continua – è decisiva la collaborazione, anzi la condivisione di obiettivi di nuova vivibilità, fra Governo e istituzioni locali che sono quelle che gestiscono il territorio”.

Secondo il ministro quindi “i quartieri e le case ecologiche non sono, non devono essere più una stravaganza urbanistica ma il paradigma di un nuovo modo di costruire e abitare le città in maniera più conveniente per l’ambiente e per i cittadini anche sotto il profilo economico”.

Il ministro dell’Ambiente pone quindi “un problema politico” sulla gestione di enti parco e aree verdi che si deve basare su un modello “più moderno ed efficiente”. “Il modello che carica sulla finanza pubblica tutte le spese di gestione e tutela dell’immenso patrimonio ambientale italiano – sottolinea Prestigiacomo – con 800 fra parchi, riserve e aree protette è un modello economicamente non sostenibile e di fatto condanna il settore parchi a sopravvivere come un ‘poltronificio’. Io credo che non vadano cambiati i parchi ma gli enti parco. Ritengo indispensabile ripensare questo modello e affiancare al pubblico il coinvolgimento dei privati nella gestione di questi beni di enorme valore”.

”Occorre infatti dotare queste zone di servizi, di piccole strutture ricettive e di ristorazione, di aree artigiane, di tutte quelle iniziative che non scalfiscano minimamente lo stato dei luoghi e la loro integrità, ma sia forte volano di sviluppo per il territorio”. Ciò non implica ovviamente la ”privatizzazione” dei parchi, secondo la Prestigiacomo, “ma solo individuare un modello di gestione più moderno ed efficiente e su questo fronte peraltro, dopo le prime comprensibili perplessità, ho raccolto, anche da parte ambientalista, importanti segnali di attenzione. In settembre presenteremo un articolato disegno di legge su questa materia e avvieremo un ampio dibattito pubblico sull’argomento”.

Quanto a Kyoto l’Italia è in forte ritardo rispetto agli obiettivi ma, l’accordo politico raggiunto nel ’98 in Europa per i tagli ai gas serra “ha penalizzato il nostro Paese rispetto ad altri e questo comporterà costi superiori a quelli che mediamente dovranno sostenerne altri con significative conseguenze in termini di competitività. Oggi si discute del ‘dopo Kyoto’ i cui parametri per gli anni 2013-2020 saranno decisi a Copenhagen alla fine del 2009. Io credo che, responsabilmente, l’Italia debba esprimere in sede europea le proprie valutazioni sui criteri di assegnazione delle future quote-Paese”.

”Perché – insiste il ministro Prestigiacomo – condivisa l’esigenza di una riduzione dei gas serra, e condivisa l’opportunità di adottare una strategia europea in questo campo, è necessario che tale strategia non sia ulteriormente penalizzante per il nostro Paese rispetto ai competitors della stessa Europa”.

“Ciò non toglie che dobbiamo muoverci puntando con risolutezza sulle rinnovabili – spiega Prestigiacomo – in questa strategia si inserisce anche l’opzione nucleare, che non vediamo come la panacea dei problemi, ma come una componente importante di quel mix di fonti di cui l’Italia ha bisogno se vuole ridurre la sua dipendenza dall’estero (e dai combustibili fossili) ed attenuare il peso della bolletta energetica”.

PANAREA, PRESTIGIACOMO A RUOTA LIBERA…ultima modifica: 2008-08-17T18:10:00+02:00da leonedilipari
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