Lipari&Comune, “situazione finanziaria al limite della irragionevolezza”. Nuova lettera alla giunta Giorgianni, ai consiglieri e alla Corte dei Conti

fsubba.jpgdi Francesco Subba*

In riferimento all’argomento evidenziato in oggetto invito le SS.LL. ad acquisire ed esaminare con attenzione la  deliberazione della Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, n. 23/SEZAUT/2013/INPR del 14/10/2013, che è un provvedimento ritenuto dal sottoscritto esplicitamente descrittivo della confusione normativa e della conseguente critica situazione degli enti locali oltre che fondamentale per il mantenimento degli equilibri di bilancio.

La Corte dei Conti con la sopra citata deliberazione evidenzia, tra l’altro:“il differimento del termine di approvazione del bilancio, oltre un limite ragionevole, pone una serie di questioni interpretative e, specialmente, fa perdere di pregnanza al momento programmatorio che, in tali casi, avviene in prossimità della scadenza del periodo di gestione, quando è ormai frustrata la possibilità di attuare manovre incisive di correzione”;“nei fatti l’esercizio provvisorio, in assenza di bilancio per differimento dei termini, strumento sopravvenuto alla riforma del Titolo V della Costituzione, nella sua disciplina mal si concilia con l’attuale contesto normativo. Infatti, l’avvio del federalismo fiscale e la conseguente sostituzione di una finanza derivata con una autonoma, nonché la riduzione dei trasferimenti statali a titolo di contributo degli enti locali alla manovra, hanno imposto una razionalizzazione della spesa che può determinare una revisione degli stanziamenti deliberati nell’esercizio precedente”;

in tale scenario, il ricorso all’utilizzo degli stanziamenti di spesa dell’anno precedente, seppure per dodicesimi, non appare idoneo a garantire la primaria esigenza di preservare, in maniera permanente, gli equilibri di bilancio e assicurare il pareggio effettivo. Una disciplina più rigorosa, modellata similmente a quella della gestione provvisoria, in tutti i casi di assenza del bilancio, potrebbe rivelarsi maggiormente efficace per il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica a tutela dell’unità economica della Repubblica e incentiverebbe gli enti locali a provvedere egualmente, anche in presenza di differimenti dei termini a seguito di disposizioni statali, all’approvazione di un bilancio per così dire provvisorio, ma incentrato sui principi contabili della prudenza, dell’attendibilità e della coerenza”;

“la situazione dell’esercizio 2013 si connota di particolari tratti al limite della irragionevolezza; infatti, l’articolo 8, comma 1, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 102 (eliminazione IMU), differisce, addirittura, al 30 novembre il termine per l’approvazione del bilancio di previsione degli enti locali per l’anno 2013”; “alla proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione consegue un pesante ritardo nella determinazione delle aliquote dei tributi locali e delle tariffe dei servizi pubblici”;“l’incertezza del quadro normativo e i conseguenti ritardi, con cui le amministrazioni sono in grado di puntualmente determinare le risorse da assegnare, rendono la quantificazione degli stanziamenti di bilancio oggetto di stime basate su insufficienti e precari elementi informativi; situazione questa che è diventata endemica con il ripetuto avvicendarsi di innovazioni e ripensamenti da parte del legislatore”;la gestione per dodicesimi dello stanziamento assestato del bilancio dell’esercizio precedente, rischia, nel 2013, di operare su parametri sovradimensionati, a fronte dei tagli connessi alla spending review e di un rilevante grado di incertezza sulle entrate proprie di natura tributaria”; una gestione protratta dell’esercizio provvisorio – se non accompagnata da comportamenti ispirati al principio di prudenza – può, nella descritta situazione dell’esercizio 2013, produrre generalizzati disavanzi di gestione e impedire l’emersione dei debiti fuori bilancio”;“la mancata predisposizione del bilancio non esime, peraltro, gli enti dal verificare la permanenza degli equilibri in corso di gestione”;“nel quadro delineato emerge la necessità che le competenti amministrazioni centrali adottino ogni utile iniziativa per evitare il ripetersi di un patologico prolungamento dell’esercizio provvisorio che, di fatto, vanifica il ruolo stesso del bilancio preventivo ed espone gli enti locali al rischio di negativi esiti gestionali”; “in mancanza della approvazione del bilancio di previsione, gli organi di revisione sono chiamati ad una più attenta vigilanza sullo svolgimento della gestione che si svolge al di fuori di precise linee direttive, in un contesto di risorse decrescenti, e pertanto, maggiormente esposta a rischi di squilibri economico-finanziari”“il processo che si attiva è inteso anche a verificare come l’ente abbia gestito la fase di esercizio provvisorio (che può protrarsi fino a undici dodicesimi) in assenza di uno strumento autorizzatorio approvato e come ciò si possa riverberare su alcuni aspetti della gestione finanziaria dell’ente nel 2013, che si pone in continuità con i risultati del precedente esercizio”. “>Chi riteneva che le continue sollecitazioniinutili allarmismiesagerazioni oggi, considerato che la Corte dei Conti con la sopra citata deliberazione e con le “Indicazioni per la sana gestione delle risorse nel caso di protrarsi dell’esercizio provvisorio e primi indirizzi, ex art. 1, commi 166 e seguenti, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, relativi al bilancio di previsione 2013” supporta pienamente (a mio avviso) le tesi che propendono per un irrigidimento della spesa dell’ente, comunico che, perdurando la situazione di squilibrio finanziario da noi formalmente comunicata, per la quale i competenti organi politici non hanno ancora adottato i necessari atti correttivi, che oggi potrebbe anche non essere più colmata da eventuali nuove entrate deliberate dagli organi competenti (i provvedimenti di legge hanno ulteriormente ridotto la facoltà impositiva degli enti locali), il settore finanziario di questo ente non apporrà più il proprio visto attestante copertura finanziaria su atti che comportino spese che non rientrino in uno dei seguenti casi:

Ø oneri correlati ad entrate a specifica destinazione (art. 183, comma 5, ultimo periodo del D.Lgs. 267/2000);

Ø assolvimento delle obbligazioni già assunte (art. 163, comma 2 del D.lgs. 267/2000);

Ø obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi (art. 163, comma 2 del D.lgs. 267/2000);

Ø obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge (art. 163, comma 2 del D.lgs. 267/2000);
 
Ø pagamento delle spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni e di imposte e tasse (art. 163, comma 2 del D.lgs. 267/2000); operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali gravi e certi all’ente (art. 163, comma 2 del D.lgs. 267/2000). Il settore/servizio competente dovrà attestare che l’eventuale danno sarà di misura superiore a quella della spesa che viene posta a carico dell’ente. Le misure sopra evidenziate si intendono estese anche alle spese effettuate tramite economato. Tutti gli atti amministrativi che comportano spese, che verranno adottati dagli uffici/servizi/settori competenti dalla data della presente al 31/12/2013, saranno, dal settore finanziario, trasmessi in copia all’organo di revisione contabile per accertamento della effettiva sussistenza delle ipotesi sopra citate. Il Revisore Unico, che legge per conoscenza, è pregato di voler manifestare propria condivisione delle misure contemplate dalla presente.

LA NOTA PRECEDENTE. Al sindaco, agli assessori, al presidente del consiglio, ai consiglieri, al segretario generale, ai dirigenti, al revisore unico e alla Corte dei Conti sezione di controllo per la Regione Sicilia.

Oggetto: liquidità dell’ente.

In riferimento all’argomento, a tutte le noste pregresse comunicazioni e alle indicazioni rese dalla Corte dei Conti il 14 ottobre scorso, espressamente richiamate nella nostra ultima nota, devo rappresentare che dai colloqui avuti nei giorni scorsi ho notato che alcuni dei componenti degli organi politici o delle strutture burocratiche che devono rispettivamente prendere le decisioni o predisporre i relativi atti amministrativi non hanno ben compreso quali sono le attuali proposte del sottoscritto a tutela degli interessi dell’ente. Ritenuto quindi opportuno specificare analiticamente le azioni che sarebbero da intraprendere per fronteggiare le difficoltà dell’ente in termini di liquidità faccio presente che si rende necessario:

1) immediata forte e incisiva azione di accertamento dell’evasione dei tributi locali da attuare tramite un sostanziale incremento delle risorse umane e tecniche a disposizione del servizio competente (si potrebbe attingere alle risorse di diversi uffici e servizi che diventano quasi superflui vista la carenza di risolrse finanziarie) o, in alternativa, tramite affidamento all’esterno dell’azione di accertamento nel rispetto di quanto previsto dalle norme in vigore. Le somme accertate si dovrebbero introitare e non spendere, se no si ottiene l’efeftto contrario che per lo stato di liquidità dell’ente sarebbe deleterio; 

2) immediata riduzione della facoltà del concessionario per la riscossione di concedere rateizzazione dei pagamenti fino a 120 rate (10 anni) e riallineamento del numero di rate della riscossione coattiva, o ordinaria a mezzo ruolo e successive cartelle di pagamento, con quello previsto per la riscossione diretta dell’ente ovvero massimo 8 rate (si deve abolire anche la non chiara possibilità di rateizzazione in 20 rate che il regolamento comunale prevede non si capisce bene in base a quali condizioni);

3) immediata alineazione di tutti i beni patrimoniali disponibili improduttivi per poter fronteggiare alcune spese che in atto copriamo con entrate correnti (la misura è essenziale anche per il rispetto dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità);

4) fatturazione dell’annualità 2013 del servizio idrico integrato entro gennaio 2014 e successiva fatturazione dello stesso servizio con cadenza trimestrale, cosi’ come previsto dall’apposito regolamento comunale.

*Dirigente settore economia e finanze

-Lipari – Del dirigente Francesco Subba non si può fare a meno nel maggior Comune eoliano. Neppure l’aspettativa non retribuita è andata a buon fine. Il sindaco Marco Giorgianni con una riservata ha richiesto il suo immediato rientro nel palazzo (palacongressi). Cosi’ dopo due giorni di…riposo, da oggi è nuovamente al lavoro. E con un nuovo carico: gli sono state anche affidate le deleghe del 3′ settore: lavori pubblici, urbanistica, illeciti e sanatoria.

Lipari&Comune, “situazione finanziaria al limite della irragionevolezza”. Nuova lettera alla giunta Giorgianni, ai consiglieri e alla Corte dei Contiultima modifica: 2013-11-09T07:55:16+01:00da leonedilipari
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