di Peppino Dilillo
Riflessioni in merito ad alcune idee espresse da un giovane Eoliano candidato al consiglio comunale.
1. È vero che nel nostro territorio prevalgono gli interessi personali, i favoritismi e i ricatti. Non è vero, però, che solo gli avversari politici sono responsabili di questo modo di fare politica.
Quelli che definisce “signorotti del palazzo” li troviamo collocati dappertutto.
Il giovane Eoliano fa bene a sostenere un progetto, un candidato … cosi come fanno bene gli altri aspiranti consiglieri, a prescindere dalla loro età, a sostenere gli altri candidati sindaci che in più hanno il vantaggio di essere nuovi nel panorama politico e, verosimilmente, di non essere stati contagiati dal sistema politico di cui il giovane Eoliano si lamenta.
2. È vero che voi giovani sarete un’alternativa e nuova classe dirigente preparata di questo paese..ma dovete prima essere preparati!! Nel frattempo passeranno gli anni e non sarete più tanto giovani.
L’invito a votare giovane fatto da un giovane è palesemente di parte ed è valido come quello degli anziani a votare i non più giovani.
Resta il fatto che per fare bene in politica bisogna impegnarsi a tempo pieno. Chi ha l’impegno pressante di mandare avanti una famiglia o di dovere studiare per conseguire un valido e utile titolo di studio ha meno tempo di chi può trascurare qualsiasi tipo di attività, avendo già raggiunto una età che glielo consente.
In questo senso gli antichi studiosi affermavano che i migliori politici erano quelli che avevano una età, una cultura e una esperienza superiori a quelle dei giovani inesperti e oberati dagli impegni contingenti e materiali.
3. A questo proposito vale anche la seguente considerazione: Non si può essere contenti in qualunque condizione di vita. La politica deve fare in modo che tutti possano godere della vita nelle migliori condizioni. È per questo che le situazioni che perpetuano una condizione di vita indecorosa o non ottimale, vengono messe in discussione. Gli esseri umani sono liberi di ridefinirsi perché possono sempre realizzarsi in altro modo in vista di un miglioramento delle proprie e altrui condizioni di vita. Gli uomini non sono immediatamente tutto ciò che possono essere. Si caratterizzano grazie a quella che può definirsi “perfettibilità”. La loro stessa “incompiutezza” è condizione di tutti i loro progressi. Questa capacità di costruirsi in modo più completo è il nocciolo della libertà. La“perfettibilità” si raggiunge con il tempo, col passare degli anni con il consolidarsi dell’esperienza e con la conoscenza. Questa è la lezione che i giovani devono apprendere.
4. Vale anche quello che ho detto In una mia lettera del 10 marzo c.a.: “per avere uno Stato perfetto occorre che sia governato da uomini politici perfetti”e non si è perfetti sin dalla nascita , lo si diventa con il tempo. In conclusione, se il fine ultimo della politica è il BENE COMUNE chi meglio di una persona colta lo può attuare, avendone studiato il profondo e difficile significato dato a questa frase dagli studiosi negli ultimi millenni fino ai nostri giorni? La persona che viene giudicata “preparata”può meglio giungere a conoscere l’idea del BENE COMUNE. Soltanto chi abbia compreso l’idea del bene comune potrà governare con GIUSTIZIA il paese, coltivare la CONCORDIA e occuparsi della CONVIVENZA umana.
Per comprendere queste cose ci vuole tempo e applicazione ed è proprio questo che si chiede ai giovani.
5 Ogni persona afferma di essere dotato di buon senso alla pari di chiunque altro. Ora, se tutte le persone sono dotate di buon senso, come mai c’è diversità di opinione quando si disquisisce su cose trascendentali ed importanti? Infatti, le cose moralmente belle, le cose giuste, le cose utili intorno alle quali verte la politica, hanno molte diversità ed instabilità. La spiegazione sta nel fatto che noi conduciamo i nostri pensieri per vie diverse e non consideriamo le stesse cose perché diverse sono le nostre conoscenze, le nostre esperienze, perfino le nostre idee di giustizia e di morale. Soltanto la conoscenza certa di che cosa è la giustizia nella vita pubblica e privata può realizzare un paese giusto. Per Aristotele ciascuno giudica bene le cose che conosce bene. Di conseguenza in ogni settore è buon giudice chi in esso si è acculturato. Pronunciarsi sul valore morale dell’azione politica, perciò, è cosa difficile per un giovane che necessariamente ha meno conoscenze e meno esperienze degli adulti.
Ceteris paribus, il giovane aspirante politico raggiungerà la sua massima espressione in età adulta. D’altronde, non è mai esistito un medico, un chirurgo, un avvocato, un architetto, un professore che non abbia superato una certa età per acquisire i titoli e le conoscenze necessarie per la sua professione.
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