Lipari&feste

fcoscione.jpgdi Francesco Coscione

Colgo spunto dallo scritto di Silvia Carbone sulla qualità delle antiche feste e sulla quantità di quelle odierne. Non voglio entrare nel merito di nessuna di esse cercando, per quanto possibile, di restare super partes ma credo che il problema sia, purtroppo, molto più profondo. Quando leggo nei manifesti: “festeggiamenti in onore di…(seguito dal nome del santo)” cerco di trovare un nesso fra la ricorrenza religiosa e quella che ha superato anche i limiti di una sagra paesana cercando di diventare, senza riuscirci, un’ indigestione di rumore.

Voglio ribadire che non mi riferisco a nessuna festa in particolare ne a nessuno degli artisti che si sono esibiti sui vari palchi e che non ho ne le doti ne l’intenzione di mettere a confronto. Asserisco da tempo che la “festa” religiosa tale dovrebbe restare in tutte le sue sfaccettature e per religiosa intendo: celebrazioni in chiesa e processione. Tutto il resto dovrebbe essere inserito in un altro contesto e con un altro nome che niente dovrebbe avere a che fare con il Santo il quale, o la quale, sono certo che non abbia nessuna attinenza con certe manifestazioni. Il legame fra religione e vita sta progressivamente sempre più accentuandosi, la fede è divenuta un vestito da indossare e togliere all’entrata e all’uscita dal tempio. Paradossalmente al contrario il legame fra superfeste e religione diventa sempre più accentuato.

Certo questa scelta di rigore comporta coraggio. Le bancarelle sono un’occasione di riparmio per tutti coloro che tirano la fine del mese e che sono molti di più di quanti questa società di finta opulenza e del “tutto bene, tutto bene” voglia far apparire, gli introiti legati alla festa hanno, oltre alle offerte per la chiesa, un innegabile piccolo loro indotto, gli artisti che si esibiscono dovrebbero allietare le nostre serate.
Mi domando: il mercato quindicinale è negato nel periodo estivo, i fedeli “pretendiamo” i fuochi artificiali e i tre giorni di festa altrimenti “non vi do un centesimo”, le attività culturali e di spettacolo sono quasi inesistenti. Mi risulta che al concerto jazz tenutosi all’ anfiteatro del castello, l’artista, famosissimo, non è stato neanche “accolto” da una presentazione ufficiale. Perchè??? Gli americani, esperti di statistiche e indagini di mercato, asseriscono che un cliente soddisfatto lo dice ad altri tre, uno insoddisfatto ad altri sette. Invece di dire sempre “piove governo ladro” addossando colpe e responsabilità sempre all’altro, Padre Eterno, governo o vicino di casa che sia, facciamo analisi e autocritica cominciando dalla base per finire all’apice della piparmide, i tempi delle vacche grasse sono finiti, i default di turno sono dietro ogni angolo.

So di essermi scostato dal tema iniziale ma è certo che analizzare un aspetto sociale da una sola sfaccettatura risulta sempre riduttivo e non risolutivo come so per certo che l’italiano ha una capacità di adattamento fortissima, in altre parole facciamo finta di soffocare ma poi ingoiamo qualunque boccone pur amaro che sia.
Concludo, tornando al tema iniziale, invitando i più sensibili, a leggere ciò che il profeta Isaia (al cap. 1 versetti da 11 a 17 http://www.liberliber.it/biblioteca/b/bibbia/la_sacra_bibbia/html/04_01.htm) riporta nella Bibbia ciò che Dio pensa delle nostre feste.

Lipari&festeultima modifica: 2011-08-02T11:06:56+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo