Lipari&Il recupero delle spiagge bianche di pomice. Le reazioni nel web

commentiweb.jpgLipari, il recupero delle spiagge bianche di pomice. Le reazioni nel web.

Paolo Arena: Le spiagge bianche erano un fenomeno artificiale, e come tale, con la chiusura delle cave, destinato a scomparire. Dovremmo consumare le montagne per “rimpolpare” le spiagge? Se è così mi sembra un’idea assurda e miope. E non vedo alternative. Le spiagge bianche esistevano proprio come effetto dell’attività estrattiva. Finita quella finiscono gradualmente anche le spiagge… Per farle risorgere da qualche parte la pomice si deve pur prendere. Effettivamente c’è una discreta scorta di scarti pomiciferi a Punta Castagna se non sbaglio. Ok. E finita quella? O si scava ancora o la spiaggia riprende naturalmente ad erodersi. Al limite, per ragionare su una cosa del genere, secondo me dobbiamo farci almeno due domande:
1) Quanto costerebbe una simile operazione? (Per valutare se i costi sono compensati dai benefici)
2) Per quanto tempo durerebbe il ripascimento effettuato con le “scorte”?

Massimo Ristuccia: Posso testimoniare che in tutta italia e forse nel mondo si ricordano delle spiaggie bianche, mi domando potrebbero tornare anche in misura inferiore ad essere un’attrazione? Si può recuperare o spostare del materiale già esistente eventualmente?

Salvatore Agrip: La pomice non inquina (ci mancherebbe altro), ma non si considera che una buona parte della montagna buttata a mare a miraggio di bianche spiagge è scivolata nei fondali modificandone la morfologia e sconvolgendo l’ecosistema sottomarino. Il vero motivo che non si è potuta più buttare e non si potrà buttare è che l’azienda che lavorava la pomice aveva una concessione di escavazione e il materiale non utilizzato non poteva essere sperperato buttandolo a mare ma doveva essere riportato nella montagna. La pomice non utilizzata non doveva essere sperperata, doveva ritornare alla montagna”, quella dell’inquinamento poteva essere un ulteriore aggravante.

Angelo Sidoti: L’obbligo e’ nato dopo la denuncia che il materiale era inquinante nonostante studi universitari smentivano l’esistenza di questo rischio. L’unico organismo deputato era il distretto minerario. La Pumex ha vinto una causa per discarica abusiva di materiale inerte. Carta canta…. La legalità ha espresso un parere completamente contrario a chi sporse denuncia se non il risultato di obbligare l’azienda a riportare il materiale in cava con aggravio di costi di produzione con la scusa di ripristino dei luoghi. Cosa significa il ripristino dei luoghi? Una cosa totalmente diversa a quella che il risultato della denuncia ha portato! Fu una decisione del distretto ma non c’entra una mazza il materiale inquinante. L’azienda se non poteva buttarlo in mare doveva per forza metterlo da qualche parte. Il lapillo ovvero scarto rappresenta quasi il 60% del materiale scavato. Dove doveva metterlo l’industria che operava con regolare concessione a quel tempo? Da qui la scelta di riportarlo in cava. Come mai nessuno ha sporto denuncia per la pomice che veniva scaricata vicino ai vecchi pontili? Forse i tempi erano diversi? O forse non c’erano dei testoni che insistevano su questa motivazione? Parlo dei mucchi di pomice subito dopo gli stabilimenti vecchi in mare. Lo scarto di pomice e’ di proprietà della Pumex. Non della collettività. Se si  produce qualcosa lo scarto delle lavorazioni di chi e’? Della stessa azienda che lo produce. La pomice viene utilizzata per la depurazione delle acque nel mondo. (La politica siamo noi).

Lipari&Il recupero delle spiagge bianche di pomice. Le reazioni nel webultima modifica: 2013-03-07T07:42:52+01:00da leonedilipari
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