Lipari, megaporto&altro

cdelbonopiccola.jpgdi Christian Del Bono*

Riunione di Direttivo fiume quest’oggi in Federalberghi Isole Eolie , a completamento della serie di incontri e di verifiche sul progetto di rifunzionalizzazione della rada di Lipari. L’associazione , nelle ultime settimane aveva avuto modo di porre tutta una serie di quesiti alla Lipari Porto, la società mista partecipata per il 30% dal Comune di Lipari e per il 70% dalla Condotte D’Acqua che ha realizzato il progetto. Gli associati, nel confermare il proprio favore ad un progetto di rifunzionalizzazione della rada di Lipari, hanno sollevato una serie di perplessità che mettono parzialmente in discussione alcune scelte progettuali e altre che richiamano l’attenzione su aspetti meramente operativi. Le motivazioni alla base delle varie considerazioni, saranno quanto prima sottoposte all’attenzione degli organi preposti, e scaturiscono da una serie di valutazioni che andrebbero meglio approfondite sulla base di un piano di sviluppo complessivo dell’isola di Lipari che consenta di contestualizzare il progetto nel tempo ed in relazione ad altri interventi strutturali previsti o da prevedere sul territorio .

Innanzitutto, è ferma convinzione che l’aspetto più importante del progetto debba essere quello di dotare Lipari e le Eolie di un porto commerciale in grado di garantire operatività e riparo anche in condizioni meteo avverse. A questo proposito vanno assolutamente dipanati i dubbi che ancora avvolgono la messa in sicurezza di Sottomonastero a seguito dei timori evidenziati da diversi comandanti e dai piloti del porto. In secondo luogo, un’isola che vive di turismo e che negli ultimi cinquant’anni deve il proprio benessere essenzialmente al proprio patrimonio ambientale e culturale e alla capacità che questo ha di generare flussi turistici, deve dimostrare a se stessa e al mondo intero che è rispettosa di tale patrimonio anche a costo di dover rinunciare a qualche posto barca. A tal proposito si ritiene che i massi e, soprattutto, il braccio galleggiante che cingere bbe parzialmente la millenaria rocca del Castello di Lipari, andrebbero evitati. Sempre in quest’ottica, non si ravvisa la necessità (se non meramente economica) di dover rinunciare all’intera spiaggia di Marina Lunga. La parte che dall’altezza di via Zagami (dove è previsto il nuovo attracco degli aliscafi) arriva fino quasi all’attuale stazione dei Vigili del Fuoco potrebbe, infatti, essere risparmiata. I posti barca previsti in quest’area potrebbero essere posizionati nella zona che dalla stazione stessa arriva fino a Porto Pignataro.

Così facendo, oltre a mantenere la spiaggia, che dovrebbe essere invece oggetto di riqualificazione e restituita, se non altro, al piacere di poterla percorrere e ammirare sia dalla strada sia dal mare (dove per il camminamento è da poco stato speso circa € 1 milione), si eviterebbe il rischio di costruire una città nella città. Si manterrebbe, inoltre, una maggiore integrazione visiva e funzionale con il resto del territorio, evitando anche di sovraccaricare quella che, stando alle indicazioni ricevute, rimarrebbe l’unica arteria di collegamento tra Lipari e Canneto: la Falcone Borsellino. Tale accorgimento consentirebbe, infine, di evitare buona parte dei fabbricati previsti nella zona di Bagnamare, che sarebbe pertanto prevalentemente adibita a porto turistico e verrebbe percorsa dal camminamento che la metterebbe in comunicazione con Pignataro. In terzo luogo, è evidente che l’entità dell’investimento sarà direttamente proporzionale alle fonti di reddito che sarà necessario attivare per garantirne il ritorno. Non avendo potuto prendere visione del business plan non ci è dato sapere quanto frutterebbero le attività attualmente previste nella zona di Bagnamare (circa 1.780 mq di fabbricati) ma, per garantire un adeguato ritorno all’investitore, oltre al notevole risparmio derivante dal mancato realizzo di tale intervento si potrebbe aggiungere anche un’estensione del periodo di riscossione degli oneri previsti sul porto commerciale (attualmente questi sono legati esclusivamente all’investimento previsto sul porto commerciale); anche questi per altro da monitorare. Tra le altre questioni di carattere operativo da approfondire, sono da segnalare: la mancata previsione di un punto di attracco per la nave della spazzatura e gli eventuali oneri a carico della stessa, la necessità di prevedere interventi per la gestione di un’accresciuta viabilità, l’inevitabile sovraccarico per la rete fognaria, e la necessità di definire un regolamento condiviso che stabilisca una serie di paletti tariffari e operativi sia per il porto commerciale sia per quello turistico.

*Presidente Federalberghi Isole Minori della Sicilia e Presidente Federalberghi Isole Eolie

Lipari, megaporto&altroultima modifica: 2011-02-09T08:12:41+01:00da leonedilipari
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Lipari, megaporto&altro

anatolipiccola.jpgdi Aldo Natoli

L’articolo pubblicato a firma del Dott. Eduardo Bongiorno, mi spinge a tornare sul sempre più attuale problema. Caro amico, sono  pienamente d’accordo che tutte le opinioni vanno rispettate e servono a riflettere per conoscere meglio quella propria. Ma il problema non è quello di fare la conta dei “si” e dei “no”, perché nessuno per principio è contro la portualità che, come tu ben affermi è necessaria per uno sviluppo turistico, e mi permetto aggiungere, sociale, dell’intero Arcipelago Eoliano. Ma tutti chiediamo la realizzazione di strutture portuali a misura d’isola. Mi permetto pertanto suggerirti di esaminare con attenzione il progetto anzichè giudicare sul “mi ha detto il progettista”. Dalla tua analisi e conclusione, che si concretizza con “il fine giustifica il mezzo” , ritengo che manchi una riflessione che a dire il vero da un cultore delle tradizioni eoliane mi sarei aspettato: il rispetto dell’ambiente e del territorio,  in particolare delle due marine. Tu ritieni che trasformare Lipari in Teneriffe, sacrificare una parte di territorio, sia un’operazione di poco conto dinanzi ad una quantità di denaro che questa trasformazione farebbe giungere nelle tasche degli abitanti di tutte le sette isole.

Ma mi domando che senso ha tutto il tuo apprezzabile e lodevole  lavoro di ricerca e di conservazione di un patrimonio inestimabile di attrezzi ed arredi che attiene alla vita umile della popolazione dell’isola ed alle sue secolari tradizioni, se poi sei  convinto che il territorio si può sfruttare e trasformare a proprio piacimento, purchè produca ricchezza. E poco importa se per pochi. La differenza che esiste tra le Isole Eolie e altre località che “dal niente si sono inventate tutto”, che comunque restano località senza anima, senza identità è proprio in questo. Noi abbiamo un patrimonio storico e naturalistico unico al Mondo che se opportunamente conservato e valorizzato ci consente di essere ricchi. Non credi che mano attenta ed illuminata possa: 1) realizzare un porto commerciale sicuro che consenta anche l’attracco a navi da crociera del tipo Club Med, perché  l’attracco di questa stazza di navi prevede il progetto? 2) , un porto turistico che consenta da Bagnamare a Pignataro l’attracco a 540 natanti (idea Prof. Cicala), senza cementificare tutta Marina Lunga e Marina Corta (con l’attuale situazione trovano ormeggio circa 300 natanti), senza bendare le case di Marina Lunga con un muro che raggiunge mt. 3,50, perché questo prevede il progetto? 3) non  creare attività commerciali di vario tipo, perché questo prevede il progetto,  che non hanno alcuna giuridica attinenza con la diretta fruizione del mare, e che rappresentano un evidente carico urbanistico?  

Dietro la  progettazione portuale si cela un massiccio insediamento urbanistico che sconvolgerà il territorio, così come con molta acutezza ha rilevato l’Avv.to Salvatore Leone nel commento pubblicato, per creare un grande business, attingendo, tra l’altro, a finanziamenti europei per la sua realizzazione. Così facendo, caro amico, si impoverisce l’economia dell’isola per favorire il sorgere di una nuova economia a vantaggio di una società privata. Questo è l’aspetto che bisogna maggiormente attenzionare. Per costruire il tuo albergo ti è stata chiesta la redazione di un business plan.  Guarda bene tra le carte se esiste questo importante documento e, se non lo trovi, domandati il perché. Cerca lo skyline che consente di sovrapporre l’opera con l’abitato di Marina Lunga dal mare, e se non lo trovi domandati: perché? Domandati anche perché a tanti imprenditori eoliani, che proponevano insediamenti turistici e commerciali all’interno dei 150 mt. dal mare (vincolo F4), non è stato consentito di accedere al Patto Territoriale delle Isole Eolie, mentre  a Condotte d’Acqua dovremmo consentire di realizzare all’interno di questo vincolo svariate migliaia di volumi per opere che non sono a diretta fruizione del mare ma a diretta fruizione di quanti sbarcano nella struttura portuale.

Vedi caro amico, i villeggianti e gli abitanti di Panarea con la loro protesta hanno ottenuto che sull’isola non venisse realizzata alcuna illuminazione sulle pubbliche strade  e palificazione per non alterare la suggestione che Panarea sprigiona nelle ore serali e notturne. Quindi è possibile realizzare opere “indispensabili per un salto di qualità del turismo delle nostre isole” che siano compatibili con il territorio, l’ambiente e l’originalità locale. Occorre, quindi, valutare bene l’ambiente isolano e le esperienze storiche della nostra architettura per conservare e progettare  tutto nella giusta dimensione, alla luce delle nuove esigenze e della cangiante realtà di vita, ed in relazione dell’avvenire turistico del nostro arcipelago. Bisogna immedesimarsi nelle condizioni di uomini che vivono nel Terzo millennio, sceverando tutti gli errori in cui gli uomini della nostra epoca sono incorsi e salvando della nostra epoca tutto il meglio che essa ha segnato.  Solo con questa prerogativa mentale è possibile l’esplorazione e quindi l’intervento in questo delicatissimo territorio e tessuto urbano, tanto prezioso quanto unico.

Lipari, megaporto&altroultima modifica: 2011-01-22T10:14:00+01:00da leonedilipari
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Lipari, megaporto&altro

ncorrado.JPGCaro Direttore,

sono costretto ad approfittare ancora della Sua cortesia chiedendoLe di pubblicare quanto segue: pur ribadendo il pieno rispetto delle idee di tutti, in particolre di chi tanto ha dato in termini professionali alla ns. terra,  nessuno riuscirà a portare la Lipari Porto sul piano della polemica. Chiunque ritenesse di avere motivo per muovere contestazioni o, peggio, rilevare illeciti di qualsiasi natura lo faccia pure secondo le forme ritenute più opportune ma sempre nel rispetto dell’intelligenza, della cultura e della libertà di pensiero della gente delle Eolie.

Ferdinando Corrado, presidente della “Lipari Porti spa”

Lipari, megaporto&altroultima modifica: 2011-01-18T11:17:08+01:00da leonedilipari
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Lipari, megaporto&altro

portosocietamista.JPGdi Adolfo Sabatini*
Perchè la società Lipari Porti S.p.a. e l’Amministrazione Comunale non ci danno spiegazioni su queste strutture?bnatale44.jpg
Quali sono le destinazioni d’uso di tutte queste strutture?
Quanto è il volume da realizzare?
Dove sono gli elaborati grafici?
*Consigliere comunale Nuovo Giorno
Lipari, megaporto&altroultima modifica: 2010-12-20T21:36:49+01:00da leonedilipari
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