Lipari&nubifragio

di Alfio Ziino
 
businsabbiatopiccola.jpgHo letto i numerosissimi interventi sull’ acquazzone (chiamiamo le cose con il loro nome) abbattutosi su Lipari. Vi sono stati certamente dei danni, ma la melodrammaticità espressa da alcuni mi appare fuor di luogo come chiarissimamente, ed elengantissimamente, espresso su questo giornale dal signor Luca Chiofalo. Gli interventi dei così detti politici, poi, mi sono apparsi financo ridicoli. In particolare mi fa stizza quanto dichiarato dal senatore Giampiero D’Alia: “I governi nazionale e regionale non abbandonino Lipari al suo destino”. Detto da chi di Lipari e delle Eolie mai si è in concreto occupato è davvero urticante. Ma, come già ho scritto, le tradizioni familiari sono dure a morire. A Lipari, riferivo, non si ha traccia di una fontanella ascrivibile all’ onorevole Salvatore D’ Alia e si presume che nessuna ne verrà realizzata per l’impegno profuso dal figlio. Ed in ciò vi è una logica, perversa, ma una logica, tipica della predetta famiglia e dei suoi pedissequi, a me, per antico confronto politico, nota. La illustro con un esempio.
 
Il Ministro della Giustizia, colei che ha voluto la soppressione del Tribunale in Lipari, è notoriamente espressione diretta dell’ onorevole Pierferdinando Casini, patron del senatore Giampiero D’Alia. Confortato dai pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari competenti, il nostro senatore ben avrebbe potuto svolgere un pressante intervento su detto Ministro, coinvolgendo il proprio leader. Ha fatto NULLA e per la seguente ragione. Ove si fosse interessato di Lipari, avrebbe temuto le reazioni di quei di Milazzo, di Taormina, di Mistretta, tutti Sezioni o Tribunali soppressi. Ed allora la logica paterna: se fai qualcosa, scontenterai di certo qualche altro. Non far NULLA, ma in compenso abbraccia, saluta, dai speranze, rinvia.
 
Il territorio isolano, ed in questo condivido i tanti interventi svolti in tal senso, ha bisogno di protezione. Necessitano opere per la messa in sicurezza e si tratta di opere anche minime, quali l’imposizione dell’ obbligo di manutenere i muri di contenimento dei terreni privati, il più delle volte abbondanoti al degrado. E vi sono opere di notevole impegno, quali quelle occorrenti per il torrente Calandra. Ma, e son certo di non essere Cassandra, un bel giorno piangeremo sul disastro (perchè tale sarà) conseguente l’ abbandono delle cave di pomice. Ed allora con chi ce la prenderemo? con il destino cinico e baro?  con l’ UNESCO? con la Magistratura e i suoi sequestri? Ora per allora, non certo con l’Amministrazione di dette cave che da anni propone inutilmente, alle Pubbliche Amministrazioni, piani per la messa in sicurezza delle aree interessate ricevendone sempre dinieghi.
 
 
P.S. Mi spiace contraddire che, citando anziani di 80 anni, riferisce che pioggia simile sul centro di Lipari non si era mai vista. Rammento esattamente che, dodicenne o quattordicenne, vidi di peggio, restandomi impresso nella memoria un masso di circa un metro cubo spiaccicato sulla Chiesetta del Pozzo e proveniente dal Torrente Valle.
Lipari&nubifragioultima modifica: 2012-09-16T19:39:13+02:00da leonedilipari
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