Lipari, ospedale a perdere

ospedalepiccola.jpgLipari – Ospedale a perdere. Cosi’ si può sintetizzare il frangente che si sta vivendo nell’unica struttura sanitaria delle Eolie. Cambiano i managers e la situazione non fa altro che peggiorare anche per volere dell’assessorato regionale alla sanità e anche delle quattro amministrazioni comunali di Lipari, Malfa, Santa Marina e Leni che fino ad ora non hanno fatto niente per far sentire la propria voce di protesta. Il discorso vale anche per i quattro consigli comunali e per i “potenti politici” di turno che qui si fanno vedere solo in occasione delle elezioni. La popolazione eoliana – quindi – è rimasta da sola a confrontarsi con le difficoltà quotidiane di una assistenza sanitaria ospedaliera che non può chiamarsi tale per l’inadeguatezza delle strutture, dei servizi offerti e per la carenza di personale medico e paramedico. Sono solo questi ultimi sottoposti a turnazioni chiaramente illegali che, svolgendo il proprio lavoro, garantiscono quel minimo di assistenza agli utenti, sottoponendosi a prestazioni ed a ore lavorative non previste neanche per le bestie da soma. Medici costretti a turnazioni che si protraggono per giorni e superando abbondantemente le reperibilità consentite (10), vedi pediatri e anestesisti che attualmente non superano le due unità. Ausiliari costretti a supplire alle esigenze di due- tre reparti per turno. Infermieri costretti anch’essi a doppi turni. Sull’isola devono giungere medici provenienti da altri P. O. per supplire,  con grave dispendio,  alla carenza dell’esiguo numero di colleghi presenti nei reparti, ma con mala voglia perché già coscienti che verranno “sequestrati” con turni non preventivamente definiti, dall’insufficienza dei trasporti e dallo scarso interessamento dei managers che cercano di tamponare l’urgenza ma non provvedono per tempo e da tempo a sostituzioni, rinnovo dei contratti, alla stabilizzazione del personale ormai in servizio da più di tre anni e che malsopporta una situazione di precarietà pluriennale.

Basta contare le presenze nei pochi reparti per poter constatare de visu il numero reale del personale in servizio e non quello mostrato sulle carte delle varie piante organiche  che vengono utilizzate dai “managers”come armi per non assumere chi invece è disposto, pur facendo sacrifici, a lavorare in posti disagiati e senza incentivi, per rendersi conto quanto è labile e insufficiente la volontà dei sopraccitati “managers”a migliorare una situazione ormai insostenibile. Basta l’assenza per malattia o per maternità, non poche ultimamente, per far si che il carico di lavoro si ripercuota in maniera pesante sul già scarso personale del P. O.eoliano e su quello degli altri Presidi costretti a cederne, ove possibile, sguarnendo ulteriormente il loro organico, per poter far proseguire l’agonia di questo “ospedale”che offre a stento le prestazioni di uno scadente poliambulatorio da terzo mondo. Se ancora chi legge pensa che ormai l’ospedale di Lipari si è trasformato in una palestra per gli aviatori del 118 chiamati a trasferire, spesso in condizioni avversa, malati che in altre sedi,non sicuramente a Lipari, possano ricevere adeguate cure, ci viene legittimo pensare che uno spreco così evidente di mezzi, uomini, personale qualificato con lauree europee impossibilitato ad operare, è poco edificante in una società ove si guarda alla solidarietà per paesi lontani ma non si tende mai a risolvere le problematiche più vicine alla gente comune. La popolazione di Lipari e delle isole muore non soltanto di vecchiaia e malattie ma anche di mala sanità (leggi gestione) e mala politica.

Lipari, ospedale a perdereultima modifica: 2010-02-12T08:09:00+01:00da leonedilipari
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