Lipari&porti

anatoligiacca.jpgdi Aldo Natoli

Se ho ben capito tutti i candidati a Sindaco durante l’incontro con la Federalberghi delle isole Eolie hanno dichiarato che riveste primaria importanza per la cittadinanza la realizzazione di un porto commerciale sicuro. Stranamente il Sindaco Mariano Bruno, capolista del PDL alle imminenti elezioni, pur se alla fine del suo mandato (ha già consegnato le chiavi della città al S.Patrono San Barolomeo) ha approvato il progetto che non prevede la costruzione del porto commerciale ponendosi in contrasto con la stessa volontà manifestata dai probabili Sindaci e dei programmi presentati agli elettori.

Non solo, ma è di ieri la notizia che il Sindaco Bruno ha convocato presso l’Assessorato Territorio e Ambiente la “conferenza di servizio” per ottenere la concessione demaniale per concludere l’iter del nuovo progetto del porto turistico. Progetto che nessuno conosce perchè tenuto in gran segreto in attuazione della trasparenza amministrativa proclamata nel programma elettorale del 2007.

In poche parole il Dott. Bruno, non contento di aver portato nel baratro il Paese dopo dieci anni di cattiva amministrazione (gli ultimi impegni di spesa giustamente criticati dal Consigliere Lo Cascio e dal Dott. Subba, ne sono prova tangibile), nonostante si ripropone come “guastafeste”, intende mettere al futuro Sindaco e Consiglio dinanzi al fatto compiuto per portare a termine il suo grande sogno: svendere il territorio delle Eolie.
Mi pongo però una domanda: può il Sindaco convocare una “conferenza di servizio” in casa di altra Istituzione?

Lipari&portiultima modifica: 2012-04-17T13:24:28+02:00da leonedilipari
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Lipari&porti

lchiofalo3.jpgdi Luca Chiofalo*

Ci aggiungiamo agli accorati appelli di cittadini e operatori turistici per un rapido adeguamento delle strutture portuali alle esigenze conseguenti il nostro essere e voler restare (speriamo) località turistica. Non si aspetti oltre per attrezzare scali alternativi a “sottomonastero”, il quale, con venti medi diventa inagibile, catapultando nella precarietà le necessarie pianificazioni di viaggio dei nostri ospiti e dei residenti.

Pignataro è una soluzione, ma si potrebbe anche valutare, se le “destinazioni d’uso” lo consentissero e senza pregiudicare altre tipologie di movimento marittimo, lo scalo di Marina Corta, certamente più funzionale avendo già assolto il “compito” di scalo principale per gli aliscafi per un quarantennio e fino al 2004.

Aggiungiamo l’auspicio (anche autocritico) che per il futuro più che lamentele postume per i disagi, ci siano osservazioni preventive che mettano in moto la macchina organizzativa e decisionale.

*Associazione Commercianti Eolie

Lipari&portiultima modifica: 2011-04-28T13:27:38+02:00da leonedilipari
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Lipari&Porti

pcincottaavvocato.JPGplagreca5.jpgdi Peppe Cincotta e Pino La Greca*

La “fuga di notizie” del 26 agosto u.s. in merito ad un parere negativo espresso dall’assessorato regionale del territorio e dell’ambiente per la valutazione d’impatto ambientale per il mega-porto di Lipari, se confermate, attestato, per l’ennesima volta, la correttezza di quanto da anni, come partito democratico, facciamo rilevare al sindaco di Lipari ed oggetto di una recente interrogazione da parte dell’On.Le Filippo Panarello: occorre predisporre il Piano Regolatore Generale dei Porti del Comune di Lipari. L’onorevole Panarello, nel mese di Luglio, con una interrogazione parlamentare ha chiesto all’assessorato Regionale ai BB.CC.AA. e dell’Identità Siciliana:

–  se non ritenga di dover intervenire per garantire che tutte le nuove opere portuali in progetto siano subordinate all’adozione del Piano Regolatore Generale dei Porti e delle Rade del Comune di Lipari, così come prescritto dall’articolo 45 del Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie, rigettando qualsiasi diversa ipotesi di approvazione delle suddette opere portuali;

– se il progetto è coerente con il Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie, a maggior ragione configurandosi come un’unica struttura portuale che occupa l’intera rada di Lipari;

– se del progetto in esame è stata data tempestiva comunicazione all’Unesco, così come richiesto dal citato art. 172 delle Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention.

Nel recente passato, il Consiglio Comunale con i voti determinanti del PD, SEL, UDC, Nuovo Giorno, Eolie nel Cuore, ha deliberato (deliberazione n. 22 del 6 febbraio 2009, di impegnare l’amministrazione comunale  a porre in essere tutti gli atti consequenziali per l’approvazione da parte del consiglio comunale di Lipari, del Piano Regolatore Generale dei Porti del Comune di Lipari) per una seduta del civico consesso incentrata sull’argomento Piano regolatore generale dei porti, che, tuttavia, per responsabilità del Presidente del Consiglio e del Sindaco, non si è potuta affrontare. Sempre le minoranze si sono fatte carico di nominare una commissione speciale per la portualità di sottomonastero. Alla luce di tutto ciò ritorniamo a chiedere, con forza, che il Presidente del Consiglio Comunale, sulla scorta di quanto già deliberato dal Consiglio Comunale, indica una seduta del consiglio sull’argomento “Piano regolare generale dei Porti” del Comune di Lipari. Noi crediamo che la sfida dei prossimi mesi, soprattutto per la portualità, sia legata alla possibilità di poter discutere del Piano regolatore generale dei Porti del nostro comune all’interno del consiglio comunale e soprattutto di subordinare qualsiasi ulteriore intervento sui porti all’approvazione indispensabile del Piano per uno sviluppo razionale della nostra portualità, a favore di tutti gli eoliani e non a favore di qualche società che insegue il proprio tornaconto.

*Segretario e componente direttivo Partito Democratico 

Lipari&Portiultima modifica: 2010-08-30T14:06:45+02:00da leonedilipari
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Lipari&porti

STUSA.gifdi Sebastiano Tusa*

Non “pensino” i “benpensanti” (scusate il bisticcio di parole) che noi della Soprintendenza del Mare emaniamo i nostri pareri autorizzativi con leggerezza o, peggio, sull’onda di “emotività” indotte da chissà quali condizionamenti. Al contrario ogni parere è il frutto di attenta analisi dei luoghi e di una rigorosa istruttoria basata soprattutto su indagini dirette sia mediante osservazione dei fondali da parte dei nostri specialisti, sia mediante sorbonature (scavi archeologici stratigrafici subacquei) che con l’ausilio di strumentazioni adeguate (sub bottom profiler per evidenziare strutture o reperti sottostanti al fondo marino, side scan sonar e multibeam per individuare eventuali reperti emergenti dal fondo).
Tutto ciò è stato fatto anche a proposito dell’importantissimo rinvenimento delle consistenti tracce del portico romano a – m 12,70 (la base del aliparisottomonastero.jpgcolonnato) nelle acque di Sottomonastero. Alla luce di quanto registrato mediante accurate analisi, corroborate anche dai dati preliminari di una collaborazione fruttuosa intrapresa con i geologi dell’Università di Catania al fine di contestualizzare l’eventuale monumento e comprenderne le dinamiche di giacitura, abbiamo emanato il ben noto parere autorizzativo determinando lo spostamento dell’opera progettata (il molo per navi di grande stazza) al di fuori dell’area archeologica sommersa. Chi conosce i fondali in questioni sa bene che vi è una zona di bassi fondali che si distacca ortogonalmente dalla banchina attuale e che, alla luce di quanto scoperto, dovrebbe verisimilmente corrispondere ad un antico molo di epoca almeno romana.

Ebbene, d’intesa con progettisti, stazione appaltante ed esecutori dell’opera abbiamo stabilito che il suddetto molo non debba essere costruito nella zona in questione come da progetto originale, ma vada spostato al di fuori dell’area archeologica. Inoltre, a maggiore sicurezza di eventuali reperti che dovessero trovarsi al di fuori della zona archeologica definita in seguito alle nostre accurate indagini, abbiamo anche stabilito che lo scavo per il posizionamento dei cassoni del molo nella zona più prossima (ma sempre esterna all’area archeologica) venga eseguito non con benna bensì con idrovora al fine di un maggior controllo per eventuali scoperte fortuite.
L’uso delle “benne” tanto contestate è stato autorizzato soltanto al di fuori dell’area archeologica laddove siamo certi non vi siano resti strutturali.
Pertanto teniamo a chiarire e tranquillizzare i cittadini e tutti coloro che hanno a cuore il nostro patrimonio culturale specificando che, non soltanto abbiamo valutato con attenzione i luoghi evitando il benché minimo danneggiamento di qualsivoglia testimonianza archeologica al patrimonio archeologico sommerso, ma vigileremo quotidianamente con due nostri addetti a tutte le operazioni di scavo che verranno afondalireperti.jpgeffettuate nell’area in questione. Rivendichiamo, pertanto, la validità del nostro operato che, in linea con la metodologia che adoperiamo in siffatte situazioni “difficili”, non è mirato a creare contrapposizioni inutili e sterili con la controparte (stazioni appaltanti, ditte, altri enti pubblici etc.), bensì a cercare soluzioni che possano contemperare le esigenze imprescindibili della tutela con quelle dello sviluppo e della dinamica migliorativa delle opere pubbliche.
Ma vorrei anche precisare che tale autorizzazione non riguarda l’intero progetto portuale, bensì la sola costruzione del molo in questione. Tutte le altre operazioni di escavazione e colmata che verranno effettuate nel quadro della realizzazione del progetto più ampio del porto dovranno essere vagliate con molta attenzione al fine respingerle, modificarle o, eventualmente, autorizzarle.
Vorrei anche specificare che la nostra competenza primaria ed esclusiva, per chi non lo sapesse, riguarda esclusivamente il mare. Pertanto noi valuteremo solamente tutto ciò che verrà realizzato al di sotto del livello marino; il resto (tutto ciò che emerge e che riserva intense considerazioni di ordine paesaggistico, è di competenza della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina).

Pertanto il nostro parere non potrà essere reso su tutta l’opera in se, bensì sulle opere a mare. Ciò non ci esime, al livello puramente personale, dall’avanzare considerazioni sulla totalità del progetto.
D’accordo con tanti cittadini ed esponenti della cultura ritengo il progetto del nuovo porto da realizzare nell’area tra Sottomonastero e Pignataro fortemente invasivo soprattutto per due motivi.
Da un lato la scomparsa del tipico paesaggio eoliano rappresentato dalla spiaggia a ciottoli immediatamente davanti le basse case costiere con aliparisottomonastero1.jpgle barche tirate in secco rappresenta una perdita di un valore paesaggistico ed umano di grande rilievo che comprometterà per sempre la percezione identitaria di una delle porzioni più significative di Lipari e delle Eolie : il suo capoluogo. Perdere questa identità in favore di ampie banchine fortemente invasive che annulleranno le spiagge ed al loro posto posizioneranno infiniti metri cubi di costruito, ancorché di qualità, sarebbe una perdita incalcolabile ed irreversibile per la nostra terra.
Un’altra considerazione da semplice cittadino sensibile ai valori della storia, della cultura e della nostra identità ci preme avanzare anche a proposito del costruendo molo per navi da crociera di Sottomonastero. Tale considerazione riguarda l’opportunità di permettere alle grandi navi da crociera di approdare a Lipari. Ritengo tale prevista possibilità non una “opportunità” bensì una disgrazia per l’isola e per le Eolie in generale. Quale sarà il vantaggio economico di tali approdi? Pressoché nullo poiché, com’è noto, i crocieristi consumano tutto a bordo e le loro rapidissime incursioni lasciano poco o nulla sul territorio. Il risultato sarà quello di avere vere e proprie “invasioni” improvvise di migliaia di persone e l’impatto visivo orribile di enormi “grattacieli” galleggianti a contatto di pochi metri dalle splendide e delicate architetture naturali ed antropizzate dell’Acropoli di Lipari a fronte di risicati vantaggi economici.

Sulla base della mia esperienza sono assolutamente convinto che se vogliamo che le piccole isole del Mediterraneo conservino il loro forte ed unico carattere identitario per cui sono apprezzate e visitate non possono permettere siffatti fenomeni di turismo di massa “mordi e fuggi”. Questo turismo, come ci ammonisce Marc Auget, produrrà “non luoghi”, cioè luoghi privi d’identità che nessuno, tra qualche anno vorrà più visitare. Sono convinto fortemente che il futuro del turismo nelle piccole isole non debba passare per l’aumento vertiginoso delle presenze, ma sulla sua qualificazione culturale ed ecocompatibile che vuol dire incremento qualitativo e non quantitativo pena la loro completa distruzione aliparisottomonatsero2.jpgcon all’orizzonte il deserto culturale ed il disastro economico.
Ma queste considerazioni sono del tutto personali e non attengono alla nostra competenza che riguarda la tutela del patrimonio culturale sommerso che, comunque, in ottemperanza alle norme vigenti, difenderemo senza sconti.
Mi auguro, comunque, che le mie considerazioni possano consigliare i pianificatori ed i politici ad avere una maggiore oculatezza e sensibilità nella programmazione di opere e scenari futuri assolutamente incompatibili con il carattere dei luoghi della nostra memoria.

*Direttore della Soprintendenza del Mare

Lipari&portiultima modifica: 2010-04-07T10:45:54+02:00da leonedilipari
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anatolinuova.JPGdi Aldo Natoli

Ricordo che mio padre, da vecchio lupo di mare, soleva dire: “quello che togli al mare il mare se lo riprende”. In effetti gran parte dei disastri causati dal mare sono attribuibili all’incuria dell’uomo. Questo significa che ogni opera che riguarda la portualità deve essere affidata a persona di grande esperienza del  settore che sappia ascoltare, prima di progettare, le persone che giornalmente vivono ed operano nel luogo. Quello che succede a Lipari in questi giorni è veramente paradossale. Da una parte si ha un progetto di messa in sicurezza del porto di Sottomonastero che prevede la collocazione di cinque cassoni per una spesa complessiva di €.3.279.751,40; dall’altra  i comandanti di navi ed aliscafi e gli esperti locali che affermano che la realizzazione dell’opera così come progettata, non solo comprometterà la manovrabilità delle navi che verranno esposte ai venti di maestrale e tramontana, e l’ormeggio, più aperto al mare di scirocco e levante, ma metterà in grande pericolo le abitazioni che si affacciano sulla banchina. Dinanzi ad uno scenario così ben motivato e preoccupante ritengo che un Sindaco che abbia a cuore le sorti dell’isola può soltanto decidere di sospendere i lavori per rivedere tutta la progettazione. Al danno economico, in un momento di grande crisi, si profila anche la beffa, ovvero la realizzazione di un’opera che non solo non mette in sicurezza il porto di Sottomonastero,  ma che addirittura può danneggiare le abitazioni prospicienti. Mi domando, a chi giova tutto questo? Ed ancora, è possibile bendarsi gli occhi dinanzi ad un disastro annunciato? Ricordo quando anni addietro la ditta Manganaro, su un progetto redatto dalle Opere Marittime di Palermo, stava collocando un cassone a Pignataro  con un’angolazione giudicata errata dai pescatori, e che avrebbe compromesso la manovrabilità all’interno del porto. Renato De Pasquale, allora assessore comunale,  è balzato sul cassone per impedirne la collocazione. Ma questi erano uomini di altro tempo e di altro stampo.

Lipari&Portiultima modifica: 2010-04-06T14:41:07+02:00da leonedilipari
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anatoli.jpgdi Aldo Natoli

Nel Notiziario del 17 novembre scorso, nel riportare un’intervista rilasciata dall’Assessore al Turismo Nino Strano, che delineava le linee guida per la costruzione di porti in Sicilia, ed in particolare nelle isole minori, ho fatto rilevare come queste contrastavano con il progetto di mega-porto che l’Amministrazione Comunale intende  realizzare a Lipari, e contestualmente il rischio di doversi fare carico di ingenti spese per poi non poter accedere agli appositi finanziamenti ed ottenere le dovute autorizzazioni. Naturalmente il mio intervento, ritenuto banale, e quindi non meritevole delle dovute  attenzioni, non è stato minimamente commentato e preso in considerazione. Ma, come “ciliegina sulla torta”, le considerazioni  dell’Assessore Strano sono divenute norme di carattere generale nel Decreto dell’Assessorato al Turismo approvato  il  23 dicembre scorso che attiene agli  “Interventi strutturali ed infrastrutture finalizzate all’attuazione del Piano strategico regionale della portualità turistica, con priorità alla realizzazione di approdi sicuri a ricettività elastica nelle isole minori e nelle località di maggiore attrazione turistica”.  L’indirizzo prioritario del Piano è la tutela del patrimonio ambientale della Sicilia, conseguentemente tutte  le azioni debbono tendere al miglioramento della qualità paesaggistica ed ambientale della fascia costiera, favorendo le iniziative capaci di destare effetti sinergici tali da contribuire alla crescita economica della Regione. L’intera struttura del “Piano” è fondata sulla “qualità”, valore aggiunto che intende dare risalto all’attrattiva della struttura portuale come parte di un intervento regionale nel complesso del contesto in cui s’insedia, connotata  su tre differenti aspetti: “Qualità del rapporto con l’ecosistema esistente, ancorchè antropizzato”; “Qualità della progettazione dell’intervento”;  “Qualità gestionale e dell’offerta dei servizi”. Di conseguenza l’incremento del comparto della nautica da diporto  “ non può non avere l’imprescindibile vincolo del rispetto e del miglioramento dell’ambiente”. E’ quindi evidente che gli obiettivi e le linee guida di intervento puntano sul miglioramento della qualità paesaggistica ed ambientale. Il decreto infatti ribadisce “la necessità di ottimizzare e limitare al massimo il sacrificio ambientale necessario e connesso alla realizzazione di un porto turistico nelle isole minori realizzando una tipologia di struttura ricettiva che aderisca alle flessioni della domanda coniugando esigenze di sviluppo economico e sociale con il sacrificio ambientale necessario per l’infrastrutturazione. L’approdo deve essere a ricettività “elastica” ovvero con la possibilità di adeguare la sua capacità in funzione della variazione stagionale della domanda, senza questo comportare altissimi costi ambientali, con opere portuali, moli, banchine e strutture fisse di notevole impatto dimensionale per proteggere specchi acquei calcolati sui picchi di domanda”. Prerogative queste che contrastano con la progettazione che ci è stata illustrata. Quindi siamo dinanzi ad un progetto di porto che, oltre a non essere supportato dal Piano Regolatore dei Porti,  non dispone dei requisiti di ammissibilità per ottenere  alcuna autorizzazione regionale. Spero che questa logica regionale, che non può che essere condivisa,  faccia finalmente riflettere l’Amministrazione Comunale sulla necessità di rivedere la progettazione del mega-porto che stravolge in modo irreversibile  Sottomonastero e Marina Lunga, causando un notevole danno ambientale.

Lipari&Portiultima modifica: 2010-02-09T09:25:37+01:00da leonedilipari
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Lipari&Porti

anatoli.jpgdi Aldo Natoli

Sul numero 156 del mese di settembre della rivista “Cronache Parlamentari”, edita dall’Assemblea Regionale Siciliana,  è stata pubblicata un’intervista dell’Assessore Regionale al Turismo,  Nino Strano, che riguarda la problematica dei porti turistici nelle isole minori e gli interventi che la Regione Siciliana intende promuovere sfruttando i nuovi Bandi del POR FESR 2007. In considerazione che l’argomento è di grande attualità nel nostro Comune ritengo opportuno riportare integralmente quanto affermato dall’Assessore Strano: “Gli interventi saranno finalizzati all’attuazione del Piano strategico regionale della portualità turistica, il cui indirizzo prioritario è la tutela del patrimonio ambientale della Sicilia. Conseguentemente tutte le azioni dovranno tendere al miglioramento della qualità paesaggistica ed ambientale della fascia costiera, favorendo le iniziative capaci di destare effetti sinergici tali da contribuire alla crescita economica della  regione”. Per eliminare i disagi causati dalla carenza, o assenza,  di  porticcioli nelle isole minori, l’Assessore ha ribadito: “non si tratta di isole minori, ma dobbiamo parlare di isole e arcipelaghi di Sicilia. Interverremo per colmare la lacuna, ma ogni intervento dovrà essere concepito con cautela perché trattasi di ecosistemi delicatissimi nei quali ogni variazione, anche di piccola entità, può avere conseguenze spesso irreversibili. Per limitare al massimo il sacrificio ambientale, necessario e connesso alla realizzazione di un porto turistico, occorre realizzare una tipologia di struttura ricettiva  che aderisce alle flessioni della domanda, coniugando esigenze di sviluppo economico e sociale con il sacrificio ambientale necessario per la realizzazione delle infrastrutture. L’approdo deve essere a ricettività elastica, cioè con la possibilità di adeguare la sua capacità in funzione della variazione stagionale della domanda, senza per questo comportare altissimi costi ambientali, per opere portuali, moli, banchine e strutture fisse di notevole impatto dimensionate per protegge specchi acquei calcolati sui picchi di domanda. Il porto turistico non è inteso come punto di arrivo del diportista nautico, né il parcheggio della sua imbarcazione, bensì come una ulteriore “porta di accesso” al sistema turistico siciliano, punto di partenza di possibili itinerari di fruizione dell’offerta turistica immediatamente retrostante la costa. Diporto nautico, quindi, visto non solo nell’ottica del turismo balneare, ma in una strategia di integrazione con gli altri soggetti dell’offerta turistica regionale. Viene così prospettata al turista una visione diversa del territorio siciliano, un angolo di osservazione complementare, quello di scoprire ed ammirare i paesaggi proprio dal mare, proponendo la fruizione integrata porto-territorio e considerando la risorsa mare come un continuum della risorsa natura-cultura”. Si tratta quindi di direttive molto chiare che costituiscono il punto di partenza per qualsiasi progettazione portuale, che personalmente condivido in pieno. Ma se questo è l’orientamento del Governo Regionale come si può giustificare il mega progetto del porto turistico che l’Amministrazione comunale intende realizzare a Lipari, sito Patrimonio dell’Umanità,  che stravolgerebbe  dal punto di vista ambientale l’intera area di Sottomonastero e di Marina Lunga? Non conosco l’attuale situazione dell’iter progettuale del tanto decantato porto turistico. Ma siccome la devastazione del paesaggio marinaro della zona è innegabile, sempreché l’Assessore Strano non cambi idea, cosa poco probabile conoscendolo personalmente, l’intervento proposto non potrà mai essere esitato favorevolmente. Si tratterebbe quindi di una beffa che costerà molto cara ai Liparesi,  sia perché si allontana sempre più la possibilità di realizzare un porto sicuro  che si inserisca in modo armonico nel paesaggio circostante, tipicamente marinaro, sia perché di spese il Comune ne ha già sostenute. E’ giunto il momento di riflettere attentamente sul tipo di intervento da realizzare e sul suo dimensionamento, tenendo conto di quele che sono le risultanze degli  studi sui fondali e sulle correnti che dispone il Comune e che non possono essere ignorati dal momento che alcuni disastri annunciati si sono puntualmente verificati.

Lipari&Portiultima modifica: 2009-11-16T21:46:26+01:00da leonedilipari
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Lipari & porti

di Adolfo Sabatini

841955012.2.JPGLettera al Sindaco
Con la presente la INTERROGO per sapere:

  • – lo stato dell’iter per la realizzazione delle opere da affidare alla società Lipari Porti s.p.a.;
  • – i costi analitici sostenuti dalla stessa società e dal Comune di Lipari;
  • – i nomi di coloro che collaborano o lavorano per detta società, ed il relativo emolumento.-

             SI RICHIEDE RISPOSTA SCRITTA.

Lipari & portiultima modifica: 2009-10-19T17:28:16+02:00da leonedilipari
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Lipari&Porti

proux.jpgdi Piero Roux*

Non è nel nome delle difficoltà di attraccare di Roman Abramovich o di qualsiasi altro “magnate” che la popolazione album61.JPGdi queste isole, supportate dal parere dell’Unesco, si assoggetteranno passivamente a cedere  la propria terra alla società mista “Lipari Porto spa” (a maggioranza di capitale di Condotta d’Acque). Cosa spinge i concittadini Beppe Rodriquez (più noto come  progettista dell’obbrobrioso Palazzo delle Poste), Nando Corrado e Rossano Giorgi se non un palese tornaconto personale ancorato ad un congruo stipendio. Hanno mai pensato codesti “eoliani” al danno ambientale che ne deriverà? Hanno mai ipotizzato quale sarà il futuro degli operatori commerciali e della già moribonda economia locale? Procedano pure nel loro disegno gli “Angeli dell’Apocalisse”;  le generazioni future li additeranno  come i distruttori del “paradiso perduto” Unesco e ambientalisti vegliano ed operano affinchè tale scempio non abbia luogo e…..restano in agguato…

*Legambiente Lipari

Lipari&Portiultima modifica: 2009-07-11T23:07:31+02:00da leonedilipari
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Lipari&Porti

porti7.JPGAll’accrescimento progettuale dei porti di Lipari, che vuol dire alzare muraglioni di cemento più o meno camufatti da porti8.JPGbarche (quando ci saranno), il Comune di Lipari, d’intesa con “Condotte D’Acqua”, non potrà “oscurare” splendidi angoli naturalistici quali Marina Corta e Marina Lunga. Le preoccupazioni già manifestate dai consiglieri di centro sinistra, dagli ambientalisti e anche dall’Unesco che ha già posto dei paletti sul mega-porto, riporta d’attualità la questione. Dovrà in qualche modo permettere di avere la stessa visibilità attuale del mare. Il progresso per il lavoro vuol dire sacrifici, ma un mega progetto di porti turistici e commerciali vogliono anche dire inquinamento atmosferico, ambientale e umano. Si rende pertanto necessario e determinante sposare il progetto del porto con l’esistenza delle fasce abitative che si affacciano sulle spiagge attuali. porti11.JPGIncarcerare il mare per pochi eletti e per un solo ente di guadagno che distribuirebbe poi le briciole ai cittadini, sarebbe un impasto economico-politico di gravità assoluta. Tutti desideriamo i porti, ma anche  le spiagge con il mare, con gli scivoli per le piccole barche dei pescatori e dei porti14.JPGresidenti. L’eoliano gradisce l’unione fra l’esistente e il nuovo e non il distacco incollato con cemento e basta.La gente è per il progresso industriale delle isole ed i porti ne fanno parte, ma solitamente prima del progetto c’è la comunità e poi il resto. Ancora una volta  dice il mio vecchio amico pescatore avanti con gli anni, dobbiamo stare con le spalle al muro perchè le malefatte arrivano sempre da dietro e noi dobbiamo guardare il mare come abbiamo sempre fatto.

Lipari&Portiultima modifica: 2009-04-08T09:06:00+02:00da leonedilipari
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