Lipari, sulle orme di San Calogero

gveneroso.jpgdi Gianluca Veneroso

Sulle orme di San Calogero.
Che i nostri illustri predecessori Romani fossero notoriamente dediti all’ ozio e ai ragazziscuola.JPGbagordi, escogitando il “maximum” e il “melius” nell’ arte -perché di arte si tratta – del relax, non è di certo cosa nuova e inedita. Ciò che invece ci lascia stupiti è che la piccola e lontana Lipari divenne, per il suo magnifico edificio termale, fonte di ispirazione nonché meta di visite da parte dei magnati della Caput. Al punto che a Roma sorsero delle terme denominate Eolia proprio a emulazione del modello locale. E come potevamo “noi scuola” restare indifferenti a un siffatto primato, soprattutto adesso che, dopo un lungo torpore, le terme di San Calogero hanno recuperato i vapori di un tempo, riaprendo le porte ai visitatori curiosi? Lo scorso Martedì, 23 Aprile, un nutrito stuolo (60 circa) di marmocchietti cannetari delle classi III , IV e V hanno raggiunto in mattinata l’antichissimo (vi si trova la più arcaica stufa termale attestata) sito, calorosamente accolti da operatori zelanti e qualificati (Davide Starvaggi, Milena Mollica, Martina Bobbio, Domenico Contartese ) pronti a immergerli in un incantevole turbinio di storia e natura. E così è stato!

Due ore intense, lungo le orme già percorse dall’ eremita medievale Calogero , sono letteralmente volate, come ingiustamente accade al tempo ben speso. Dopo una calorosa accoglienza, sugellata da scatti-ricordo e da indovinelli e aneddoti mirati a catturare lo spirito indagatore dei piccoli escursionisti, l’itinerario si è aperto con un tuffo nella verde macchia mediterranea: una passeggiata ecologica a tu per tu con ginestre in pieno vigore primaverile, arbusti dal lussureggiante fogliame, fichidindia arsi dal sole inclemente dell’ arcipelago e pini marittimi corteggiati dagli sbuffi del sempre vigile Eolo. Non una passeggiata comune e profana ma una vera e propria lezione itinerante insignita dal simpatico naturalista-botanico Domenico che, tra altisonanti termini latini definenti le specie visionate, ha illustrato con estrema chiarezza le caratteristiche delle nostre piante (dalla mancanza di foglie e stomi in modo da trattenere acqua alle poco note avventure dell’ amico spinoso ficodindia, importato dalle Americhe quando ancora si credeva erroneamente di aver raggiunto l’Asia).

Un’impagabile boccata di sano ossigeno in uno dei pochi “polmoni incontaminati ” della grande isola. A seguire, una corsa indietro nel tempo, bloccando la clessidra prima sulle schiene, martoriate dalla dura fatica, dei nostri lavoratori della pomice e poi sui calli doloranti dei patrizi convenuti alle terme. In realtà, la cronaca dell’ oro bianco eoliano – pur ispessendosi nei recenti anni della PUMEX – affonda le sue radici addirittura nel Neolitico. Dopo una serie di notazioni geologiche e mineralogiche su pomice e ossidiana dispensate dalle eccellenti cicerone Milena e Martina, i bambini hanno attraversato gli oggetti e le atmosfere della cava di Porticello, grazie a un’ accurata ricostruzione museale di utensili d’epoca rigorosamente apostrofati con nomignoli dialettali ancora cari alla memoria dei più . Tra un “rastrieddu” e una buona collezione di pale, cernitori, macchine artigianali uscite come da un album color seppia serrato in soffitta, la storia della pomice ha ripreso vita, forma, evidenza, addentrandosi anche nei suoi risvolti più scomodi e meno celebrati, come la piaga della silicosi . Infine è stata la volta delle terme, con la loro enorme e solenne vasca irrorata da getti naturali da acqua a 60 gradi C che svelano la mai sopita forza vulcanica di questi ameni luoghi. Un’ esperienza favolosa di crescita e confronto. Una di quelle giornate che temprano e vivificano l’orgoglio di appartenere al proprio territorio. Un sano momento per riappropriarci di quanto, pur essendo nostro, resta a lungo occultato dal velo del disinteresse o semplicemente della inadeguata attenzione. E come dar torto al benemerito Calogero che tra terme, mare e vie del caolino ha esalato sospiri profondi, pregando e riconciliandosi col mondo e con sé !

Lipari, sulle orme di San Calogeroultima modifica: 2013-04-26T13:08:00+02:00da leonedilipari
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