“Il Terzo polo pare che adesso non ci sia più, io non ci ho mai creduto a questo progetto in tempi non sospetti”. Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, partecipa ai lavori d’apertura del “Forum interistituzionale – Quali nuove politiche europee di fronte ai cambiamenti nel Mediterraneo e nel mondo” in programma fino a domani a Palazzo Abatellis nell’ambito delle manifestazioni per i 66 anni dell’autonomia siciliana. E’ l’occasione per fare il punto sulla politica regionale, sulle alleanze future e sulle sue imminenti dimissioni.
“Un rimpasto di governo? C’è da coprire l’assessorato alla Famiglia e poi se ci fossero anche altri assessorati da coprire in vista delle elezioni regionali di ottobre si potranno liberare degli spazi che saranno coperti. I nomi? Ancora è presto”.
Alla domanda dei cronisti se il Pd farà parte di questa nuova Giunta, Lombardo ha risposto che “il Pd non c’è mai stato, non credo che ci sarà. Chi è del Pd? Lo hanno sempre detto. Il Pd ha sostenuto l’azione riformatrice di questo governo ma ormai siamo agli sgoccioli. La sostituzione riguarderà uno o due assessori al massimo. Lo spazio c’è già alla Famiglia e obiettivamente non è più il caso che io lo tenga ad interim, sarà semplicemente un rafforzamento e un completamento della squadra di governo per queste ultime settimane”.
Sulle scadenze elettorali è certo: “Ripeto: si voterà a ottobre. Non so se l’Assemblea regionale nel frattempo abbia voglia di fare qualcosa. Dovrebbe per esempio legiferare sulle Province e aggiustare le norme impugnate dal commissario dello Stato”.
Lombardo è critico nei confronti del Mpa: “Sono deluso dall’evoluzione del mio movimento. Prima le masse si muovevano, poi si è trasformato in un partito del potere e di governo. È accaduto – ha aggiunto – che si veniva agli appuntamenti per chiedere un posto di governo o di sottogoverno. È necessario tornare all’origine e riscoprire i valori di appartenenza. L’identificazione dei partiti in un uomo solo è un errore, servono partiti pluralisti che ora non ci sono. Non c’è responsabilizzazione della classe dirigente locale, credo che l’Mpa si sia troppo identificato con il governo regionale”.