Rilassarsi in mare dopo un anno di lavoro. Un rito o vizio piacevole delle vacanze estive minacciato a volte dalle meduse. Un boom di presenze, tra meduse stagionali e stanziali, che negli ultimi anni ha lasciato davvero poco tranquilli i bagnanti. Soprattutto, quelli che hanno avuto l’esperienza di entrare in contatto diretto con il rito della “medusazione” (azione da medusa). Spesso é un’invasione diffusa a livello globale fra allarmi sui cambiamenti climatici si avvistano dei veri interminabili tappeti. La causa? Da trovarsi sempre sotto la voce uomo.
O meglio, nelle attività umane che contribuiscono alla loro diffusione nei mari. Ad esempio, la pesca intensiva che ha diminuito in maniera allarmante la presenza dei predatori delle meduse, come tonni e tartarughe. Per cercare di risolvere il problema nell’estate 2013 é arrivato l’impegno e l’ingegno umano. La creazione di barriere anti-meduse e applicazioni mobili per monitorare in tempo reale la loro posizione. Lo chef “pluristellato” Gennaro Esposito, intanto ha iniziato a metterle in padella. che bontà, cibo per San Gennaro iniziano a dire a Napoli. Intanto é premiante l’iniziativa “Occhio alla medusa” di Marevivo che permette di tenersi aggiornati con il meteo meduse, un sito dove si può scaricare l’applicazione per smartphone che indica in tempo reale la loro presenza nei mari. Marevivo insieme alla commissione internazionale per l’esplorazione scientifica del Mediterraneo, prevede una rete di osservatori sulle meduse per tenere sotto controllo il fenomeno.
Segnalando in rete le zone più infestate. Ad ideare, invece, uno strumento per eliminare la presenza delle meduse dove si fa il bagno, ci ha pensato un’azienda emiliana, specializzata in sicurezza
ambientale. Progettando barriere anti meduse da mettere direttamente nel mare. «Si tratta di finte pareti», «composte da una parte galleggiante e da una rete finissima. Si mettono al largo della
spiaggia per delimitare l’area di balneazione da proteggere». Con il risultato di tenere lontano ogni oggetto o forma di vita indesiderata. Le barriere sono del tutto innocue e non hanno impatto ambientale, permettendo il ricambio dell’acqua. Servono, infatti, a proteggersi senza distruggere. Non solo dalle meduse, ma anche dalle alghe, dalle schiume e dai rifiuti gettati al largo dai soliti killer del mare. Un rimedio già sperimentato con successo l’anno scorso sulle coste di Malta, dove sono state messe le prime barriere.
«Le meduse si muovono in banchi e gli esemplari più grossi sono talmente urticanti da far uscire il sangue.», spiega Marco Risso, «allenatore di pallanuoto alla Waterpolo School dell’isola a sud della Sicilia, «a Malta sono un problema enorme». Un imprevisto poco piacevole in luoghi che d’estate sono affollati di bambini che arrivano per studiare l’inglese e per giocare a pallanuoto.Senza queste barriere non sarebbe possibile utilizzare i campi in mare. Lo chef “pluristellato” Gennaro Esposito, intanto ha iniziato a metterle in padella. che bontà, cibo per San Gennaro iniziano a dire a Napoli. Soluzione ai limiti della provocazione, quella pensata dal simpatico Gennariello che ha preparato un piatto a base di meduse durante il cooking show di Tavola blu, un progetto sempre di Marevivo e del ministero dell’Ambiente dedicato agli istituti alberghieri italiani. «Un viaggio di un anno da Genova a Palermo», spiega Maria Rapini, presidente di Marevivo, «per mostrare agli chef di domani come combinare la creatività alla sostenibilità. Soprattutto per quello che riguarda gli ingredienti che provengono dai mari». Utilizzando pesci considerati meno pregiati e anche le meduse.
Come quelle cucinate da Esposito con mozzarella, rape rosse e pesto di fiori di zucca. «Le meduse», continua Rapini, «sono composte al 95% di acqua, mentre il resto sono proteine e collagene. In Italia ancora non rientrano nei prodotti della pesca, ma in cucina sono molto diffusi nei Paesi asiatici dove vengono considerate una prelibatezza». Qualcuno pensa già di aprire dei ristoranti alle Eolie sostituendo i totani con le meduse altri invece pensano di esportarle nei paesi asiatici. Meduse eoliane mod. export. Intanto proprio a Canneto vigila e colpisce il piccolo “Nicolas”, già battezzato l'”anti meduse”, nipote del buon prof. Franco Scoglio. Caccia e pesca le meduse senza sapere la differenza, senza urticarsi e ridendo mentre nuota tranquillamente in mezzo al prelibato cibo del futuro.
Baciamo le mani.