MESSINA, ACQUE AGITATE A PALAZZO ZANCA

GBUZZANCA.jpgAcque agitate a Palazzo Zanca. Gli umori, ma anche i fatti, fanno registrare preoccupanti scricchiolii, tanto in consiglio comunale quanto nella stessa giunta. In aula è esplosa tutta la tensione che serpeggia intorno alla posizione di Nello Pergolizzi (corrente Briguglio), nel mirino dei colleghi del Pdl per le tante iniziative non sempre in linea con il partito. L’unico consigliere comunale che ha, il più delle volte, appoggiato Pergolizzi è stato Giuseppe Melazzo, che si sta distinguendo in questi primi mesi di consiglio per il certosino lavoro di approfondimento su bilanci, debiti e partecipate. Per il resto non sono mancate voci di dissenso nei confronti di Pergolizzi e anche del suo ruolo di vicecapogruppo del Ppl, mandato che il consigliere è pronto a rimettere alla prossima riunione di partito, «quando ce ne sarà una». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mozione di sfiducia nei confronti dell’ufficio di presidenza, in primis Pippo Previti.

Ma il centrodestra, in consiglio comunale, ha un altro problema, politicamente più rilevante, da affrontare: quasi mai riesce a garantirsi autonomamente il numero legale. Un punto più volte sottolineato, naturalmente con enfasi polemica, dal centrosinistra e in particolare da Felice Calabrò del gruppo Genovese Sindaco. L’unico “colpo di maggioranza” messo in atto dal centrodestra si è registrato nel settembre scorso, quando in consiglio si votò il ticket per l’attraversamento dello Stretto. Ma è un dato che spesso e volentieri la coalizione di centrodestra abbia bisogno di una sponda dall’altra parte della barricata, ora da Risorgimento Messinese (come ieri per la Stu), ora da elementi del Pd, per mantenere il numero legale, e il primo caso si registrò già alla prima seduta, quella dell’elezione dell’ufficio di presidenza.

Le altre grane sono tutte interne all’amministrazione. La figura che più attira le polemiche e che continua ad essere nell’occhio del ciclone è GSCOGLIO.JPGquella di Gianfranco Scoglio, assessore ai Lavori pubblici. Finito sulle pagine dei giornali per la vicenda legata alla convenzione sugli stadi San Filippo e Celeste, per la quale è stato raggiunto da un avviso di garanzia, Scoglio è stato “sfiduciato” da parte della coalizione stessa, con Gianpiero D’Alia che ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni. Il sindaco Giuseppe Buzzanca continua a tentennare, ma i malumori serpeggiano e non sono neanche tanto velati. Ieri una battuta poco felice di Giuseppe Trischitta in consiglio comunale ha riacceso gli animi, dopo che Melazzo aveva spiegato come Scoglio fosse intervenuto in I commissione “stigmatizzando” le interferenze delle competenze professionali di alcuni consiglieri in quelle che, secondo l’assessore, dovrebbero essere questioni squisitamente politiche.

Lo stesso Scoglio è stato protagonista di un confronto “epistolare” con un altro esponente della giunta, l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Corvaja, con al centro i lavori per il Piano Strategico 2020. Quest’ultimo il 30 ottobre scorso aveva scritto alla società capogruppo del progetto, la Nomisma S.p.a, sollecitando il coinvolgimento dell’amministrazione e del consiglio comunale. Un’iniziativa che non è piaciuta a Scoglio, il quale il 4 novembre scriveva di apprendere «con rammarico» della lettera di Corvaja, un «comportamento a me incomprensbile» per il responsabile del Piano strategico. «Per il futuro – aggiungeva Scoglio – ti invito a non interloquire direttamente con il raggruppamento aggiudicatario dell’appalto, al fine di evitare aggravamento del procedimento, confusione amministrativa e procedurale e soprattutto disorientamento nell’interlocutore circa la competenza dell’amministrazione». Corvaja è abbastanza diplomatico nella risposta, inviata l’11 novembre, quando chiarisce che «l’invito da te rivoltomi contrasta con il cronoprogramma ipotizzato nella tua missiva e soprattutto con la circostanza che la politica del territorio dovrebbe conoscere nel suo divenire il piano strategico, non fosse altro per evitare sovrapposizioni di interessi e di indirizzi politici per la nostra città». Una comunicazione epistolare, svoltasi nell’arco di dodici giorni, che si commenta da sé.

gdalia.jpgInfine c’è l’Udc. Detto della posizione di D’Alia nei confronti del caso Scoglio, si è registrata in settimana quella del vicesindaco Giovanni Ardizzone, che ha chiaramente detto che l’Udc non voterà alcun bilancio poggiato sulla dismissione degli immobili, indicata come soluzione principale per scongiurare il dissesto finanziario. Posizione che è stata ridimensionata dalla componente Naro del partito, con gli assessori Pinuccio Puglisi e Carmelo Santalco (che è anche segretario cittadino dell’Udc) che hanno chiarito che la dichiarazione di Ardizzone non scaturisce da un confronto interno al partito. Così come confronto ancora non c’è stato su un’iniziativa che starebbe seguendo dietro le quinte la corrente D’Alia in consiglio comunale, una sorta di intergruppo da formare insieme all’Mpa (asse che si è rafforzato a Palazzo dei Leoni). Qui siamo a livello di rumors di corridoio, ma la confusione, quella sì, è reale.

MESSINA, ACQUE AGITATE A PALAZZO ZANCAultima modifica: 2008-11-22T18:13:35+01:00da leonedilipari
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