Altro che tangentopoli!.  Il malaffare in politica imperversa ed è bipartisan. Mi riferisco agli arresti delle due signore Buzzanca e Genovese, mogli di esponenti di primo piano in Regione Sicilia e nella città di Messina, PDL l’ uno, PD l’ altro. Nella vicenda son parecchie le cose che mi fanno specie a far capo dalla  pochezza umana dei due personaggi su citati. Non vi è uomo che si rispetti che esponga la moglie. Che alla bisogna non sia in condizione di difenderla. Che,  ove così fosse nella presente fattispecie, consenta che vada, con il di lui distratto consenso, a briglia sciolta sul campo del malaffare. A meno che, mutuando un antico detto, le  corna faranno pure male, ma aiutano a vivere. Ma nella presente storia, i due consaputi soggetti di un aiutino non  necessitavano proprio.

 

Rammento che ai tempi della mai sufficientemente pianta Democrazia Cristiana, e del mai  sufficientemente  pianto Partito Comunista Italiano, si favoleggiava dell’ Imperatore Caligola per avere  egli  fatto senatore il proprio  cavallo. E se ne  favoleggiava,  irridendo alla sua pochezza,  a fronte del Ministro Gullotti che, senatore, aveva fatto  il cognato, “Gigi” Genovese, padre del nostro, odierno, Genovese. Non era un’ accusa, ma una malignità. Gigi  Genovese ha svolto con decoro il proprio ruolo ed ha lavorato duramente per il Partito, a viso duro contro i competitors interni, tra i quali anche il modesto sottoscritto che ne ha ricevuto una “sediata” sulla schiena durante una riunione di  Direzione, ed esterni.

 

Non dimentico che si è presuntivamente innocenti sino a sentenza di condanna passata in cosa giudicata. Ma non dimentico neanche che se Cesare deve essere “candido” ancor più deve esserlo la moglie di Cesare. Questa anzi deve essere al di sopra di ogni sospetto. Vecchie regole, rispettate da persone per bene anche se indurite dall’ esercizio del potere. Vecchie regole ignote, in genere, ai figli.. E  comunque, anche se figli di cotanto padre, da piccoli uomini non lo si può pretendere.

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