Panarea, il relitto di Lisca Bianca

apencopiccola.jpgdi Adriano Penco

La storia di questo bastimento e del suo naufragio è stata ben riportata nella pubblicazione illustrata dal titolo “Archeologia Sottomarina alle Isole Eolie “di cui l’autore è il tanto apprezzato archeologo inglese: Mensun Bound. Grazie a Mensun Bound ed alle sue ricerche ora sappiamo che il nome della nave in questione è Llanishen, venne costruita nel 1875 inInghilterra da una importante società di costruzioni navali : la Schlesinger Davis& Co. su commissione della C.E. Stallybrass, la quale oltre al relittopanarea.JPGpresente piroscafo gliene commissionò successivamente altri. Causa dell’affondamento, sempre secondo le indicazioni riportate nell’opera di Bound, sono da ricercare in un affondamento volontario.La Llanischen era una nave a vapore ed elica di poco più di mille tonnellate di stazza lorda, costruita in ferro, ponti ed altre infrastrutture in legno. Sviluppava un potenza di  120 CV ed al momento del naufragio, avvenuto il 9 Maggio del 1885, stava trasportando un carico di grano da Cipro a Livorno. Il relitto si trova in linea di navigazione, ma solo per la parte poppiera in quanto la prua è adagiata sul lato di babordo, ed è disposta lungo il pendio del fondale.

Lo stato in cui versa è conservato in maniera pessima. Subito dietro la prua, la parte di scafo che relittopanarea1.JPGsegue è praticamente ridotto ad un ammasso di rottami. I ponti in legno sono praticamente inesistenti, solo le infrastrutture in ferro, malgrado contorte ed aggrovigliate, sono rimaste in posizione. Nella parte centrale si riescono ad individuare ciò che rimane delle caldaie, mentre procedendo verso poppa si passa finalmente ad osservare quale che fosse il disegno originale dello scafo. La poppa infatti è la parte più integra ed affascinante del relitto rimasta in assetto di navigazione. Sulla coperta vi è possibile osservare il resto del timone e del suo piantone, nonostante sia stato depredato insieme alla chiesuola e la bussola; mentre sotto coperta si intuisce dove era ubicato l’alloggio del capitano. Sotto la ruota di poppa sono rimaste in posizione la massiccia lamiera del timone e la grande elica, di cui alcune pale sono nascoste dalla sabbia.

Qui si raggiunge la massima profondità, attestata tra i quarantadue ed i quarantaquattro metri, ed è anche per gli appassionati di riprese subacquee il punto di maggior fascino. Imponente la poppa sovrasta tutto quanto, mettendo addirittura in ombra le strutture sottostanti. Da questo punto in poi, risalendo il lato di tribordo dello scafo, si possono scoprire scorci e parti interessanti, facendo però attenzione ai numerosi spezzoni di lenze e reti che abbondano su porzioni mustella.JPGdel piroscafo. La nave è costantemente avvolta da una miriade di castagnole, ed è anche divenuta un sicuro rifugio per alcuni pesci, tra i quali cernie e soprattutto mustelle; ma non viene nemmeno disdegnato dalle aragoste. Quello del Llanishen è tra gli innumerevoli relitti che si trovano sparsi tra i fondali  dell’arcipelago eoliano, ma in realtà è anche l’unico visitabile a quote che l’immersione sportiva accetta.

Naturalmente il relitto descritto è classificato moderno, perché anche se si è a conoscenza di quanti ne sono stati individuati di antichissime epoche, questi fanno parte dell’antica storia delle Eolie, per cui tutelati dalle leggi che vietano le immersioni nelle zone identificate come di alto interesse archeologico.

(Tratto da Isole Eolie Guida Subacquea Illustrata – Adriano Penco – Magenes Editoriale)

Panarea, il relitto di Lisca Biancaultima modifica: 2012-11-08T09:23:00+01:00da leonedilipari
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