“Per amor di Sion non tacerò”. Lipari, alzati e cammina

bferlazzo1.jpgdi Bartolino Ferlazzo

PER AMORE DI SION NON TACERO’ – LIPARI ALZATI E CAMMINA
Ricordate queste frasi ? Le pronunciò e le scrisse un Vescovo di Lipari, Mons. Francesco Miccichè, in due lettere pastorali, la prima datata 11 luglio 1989, indirizzata agli amministratori ed a tutti gli uomini di buona volontà delle Eolie, che allora provocò una serie di reazioni a catena, sia pro che contro il prelato; la seconda per la ricorrenza del Natale 1992, indirizzata a tutti i fedeli eoliani; ma ne abbiamo trovata una terza, che sarebbe poi l’ omelia verso gli eoliani, durante il pontificale del 24 agosto 1991.-
Non siamo in grado, ne qualificati, di poter approfondire un discorso teologico, ma voogliamo quì presentare alcuni passi di quei documenti, che non sono solo ed esclusivamente di carattere religioso anzi, per porre a chi di dovere, dopo, alcune domande, a chi dovrebbe avere a cuore la ” sacralità ” della vita degli eoliani.-
Ci scusiamo se ci dilungheremo un attimo, ma ne vale la pena, perchè riteniamo che in una società ormai logora ed allo sbando, le colpe vanno equamente divise, ed ognuno, per la propria parte, deve assumersi le proprie e farne ammenda.-
Vogliamo iniziare con la lettera del luglio 1989, quella che provocò un terremoto e tanto scalpore, sollevò polveroni, innescò contestazioni, dure prese di posizioni, di una certa parte di eoliani che, inviarono al vescovo, una missiva dai contenuti forti ed accusatori, trincerandosi però dietro la firma di ” un gruppo di cittadini onesti e religiosi “,  a noi noi interessano, in questa sede, le polemiche di allora, interessa dimostrare, invece, che alcune affermazioni, che molta autocritica di allora, sono validissime argomentazioni ancora oggi, e che l’ allora vescovo aveva visto bene ed oltre la punta del proprio naso, anche colpe che si debbono imputare ai suo successori.-
Riportiamo esattamente alcuni passi di quella lettera ” … in quanto profeti di Dio, suoi ministri, siamo chiamati a farci interpreti dei bisogni, delle ansie, dei problemi e della speranza dell’ uomo, a farci voce di chi non ha voce, coscienza critica del mondo e dare una lettura della realtà che ci circonda … ”  ancora  ” … questa chiesa in Lipari, sotto varie forme, è stata interpellata, richiamata a vivere la sua missione di salvezza, non alienante ma fortemente radicata nel quì e oggi della storia, di questa nostra storia, dove agisce il mistero di iniquità … ”  e per ultima tra le altre tante proposizioni  ” … non è pensabile che possano esistere alcuni elementi che mettano in ginocchio un paese con la loro infida politica di presunta legalità; i giovani sono, tra tutti, quelli che risentono maggiormente di questa situazione di sfascio, lasciati a se stessi, senza punti di riferimento, svuotati di ogni contenuto morale, privi di validi modelli di comportamento, sollecitati  da strani messaggi di facile felicità, sono i più poveri colpiti dal negativo, dal fango che li circonda ed inonda la società eoliana … “, ci chiediamo stiamo parlando di vent’ anni fa o di oggi.-
Dalla seconda lettera, del Natale 1992, abbiamo estrapolato alcuni significati passaggi, ” … preoccupante si presenta si presenta agli occhi dei più, la situazione morale, sociale e politica delle Eolie, povero ed impari, rispetto alle esigenze, appare l’ impegno della chiesa locale, la fede come risposta seria ai problemi di Lipari, potrà far ridere i detentori di potere visibile o occulto ma sono convinto che è la sola terapia che può sanare i guasti di una società bacata, malata, alla deriva … ”  e per ultimo  ” … Lipari alzati e cammina, alzati da una situazione supina,  dal letargo di mera religiosità squallida, folkloristica, appagante, alzati o Lipari, esci fuori dal pensiero inquinato da falsi miraggi, scriteriato e contorto che non fa capire ciò che è bene per te e, cammina nella logica di un pensiero limpido, forte, ancorato alla parola di verità … “,  ancora ci chiediamo ma siamo nel 1992 o siamo al 15 novembre 2009 ?
Dalla terza, l’ omelia nella festa del Santo Patrono del 1991, abbiamo ripreso questo pensiero ” … tutto passa inesorabile, il tempo corrode ogni cosa, l’ uomo è polvere, i suoi giorni sono come soffi di vento, andiamo verso il nulla ? verso un baratro senza ritorno ? i tempi in cui viviamo, sono tempi, di ateismo imperante, il dio denaro ha diviso gli uomini, gli amici, tempi di dissacrazione, di secolarismo a tutto spiano, tempi bui per le nostre isole, mancanza di verità, perdita del senso del peccato, sfiducia nel fratello, droga, sfascio generalizzato della famiglia, corsa sfernata al denaro, al potere personale, al proprio tornaconto o di amici … “, ma non riusciamo a capire se Mons. Miccichè abbia scritto tutto questo circa vent’ anni fa o lo abbia trasmesso oggi.-
Questi molto succintamente le idee, le intenzioni, la cruda verità scritta da un vescovo coraggioso, che aveva, veramente, a cuore le sorti della nostra gente, e non solo esclusivamente ed unicamente dal lato religioso, ma anche da quello economico, morale, sociale, umano e politico.-
Ma c’è anche un paragone, che gioco forza ci proietta nel presente, ci stiamo accorgendo che quelle frasi sono verità, erano un’ autoaccusa verso una Chiesa, incapace e ferma, e purtroppo ci rendiamo conto che da allora ad oggi quell’ autoaccusa è sempre molto valida, forse oggi ancor più di allora, la chiesa locale, a questo peggioramento non si è sottratta, anzi.  Quello che notiamo è la differenza macroscopica, di come quel vescovo intendeva la vita degli eoliani, le loro abitudini, i loro problemi, scrivendoli nelle lettere pastorali indirizzate ai politici agli amministratoru, piene di morale, di insegnamenti, di autoaccuse, piene di saggezza, di proposizioni, di iniziative, verso fatti concreti, verso problemi reali; oggi ci ritroviamo alla presentazione, all’ illustrazione di lettere pastorali, indirizzate verso una fede che a Lipari, ormai è tesoro di pochi, lettere dal contenuto teologico, conservatrici, religiose, idealiste di un qualcosa che putroppo non tocca i problemi degli eoliani, lontane dal momento reale, umano che stiamo attraversando, lontane anni luce dal proporre iniziative concrete a vantaggio della collettività eoliana, lettere indirizzate ai soliti pochi che vi partecipano, alle solite donne, ai pochi uomini, ai pochissimi giovani; non serve in generale iniziare la catechesi ai piccoli quando il bisogno concreto è per i grandi, non serve lanciare moniti o velate minacce, quando non si ha il polso della situazione, quando non si conosce a pieno la vita degli eoliani, le loro necessità, i loro bisogni, e questo è un neo, un marchio indelebile per il capo della chiesa a cui la comunità eoliana fa riferimento.-
Pochi e, li definirei eroici, preti, per tanta gente dai bisogni svariati e variegati, non potranno mai incidere, anche vent’ anni fa la situazione non era diversa, ma il capo era diverso, un capo che affrontava i problemi, che li scriveva e li dibatteva, anche e principalmente con i politici, con gli amministtratori e la Chiesa era in prima linea, con il suo Vescovo, accanto alla sua gente; adesso il capo vive, forse giustamente chi lo sa, a Messina, lontano ed in una realtà diversa, lo si vede quasi di rado, solo in alcune occasioni o festività particolari, per incontri con i preti, non con le autorità, con i politici, con gli amministratori, per sferzarli, criticarli, spronarli, quanto allora sviscerato e portato avanti da Mons.Miccichè, adesso è lettera morta, da parte di una chiesa lontana secoli da una realtà molto diversa da quell’ orticello che coltiva dentro il suo recinto, lontana da quelli che sono i problemi che lei stessa può immaginare, che si possono focalizzare, da dietro una scrivania; perchè questo vescovo non è intervento come anni fa, perchè non ha preso una posizione, perchè non ha fatto sentire la sua autorevole voce e presenza; il buon padre di famiglia, nei momenti difficili, interviene, alza la voce se del caso impone, la sua autorità.-
Lipari ha bisogno di un pastore che conosca a fondo il tessuto sociale eoliano, i guasti prodotti in questi anni ed in questi ultimi tempi, la miseria, la povertà, solo quando il Vescovo risiedeva a Lipari, toccava con mano questa realtà, la chiesa era vicina ai deboli, ai poveri, ai bisognosi, anche quelli materiamente veri, era vicina accanto ai suoi figli.-
Non bastano anche se apprezzabili, omelie e sermoni, non bastano validissimi preti e parroci per cambiare e modificare profondamente il tessuto sociale, umano, economico e perchè no anche politico di queste terre.- Il capo di questa chiesa eoliana, metta in atto tutto il suo potere, che non è poco, prenda decisioni forti, che agli occhi dei più, potrebbero sembrare fuori luogo ( vedasi in tal seno le affermazioni del Cardinale Bagnasco ) che diano una scossa ad una comunità che ormai veleggia verso la deriva, verso l’ infimo e l’ inutile, bisogna che prenda seriamente atto e coscienza del diverso – modus vivendi – cambiato negli ultimi tempi; Lipari e le Eolie hanno bisogno di una guida e, non avendone trovata una politicamente seria e valida, in tanti la cercano nella chiesa; che però adesso è assente, lontana quasi menefreghista, verso una realtà sociale ed umana a cui da molto tempo non ha saputo o voluto dare aiuto, non ha saputo o voluto comprenderla e quindi aiutarla;  Lipari ha bisogno di una guida spirituale e umana, costante, vicina, oseremmo dire valida, capace, presente ed autorevole, che in questi ultimi anni è mancata, per una seria di motivazioni non giustificabili agli occhi della gente.-
Le colpe vanno equamente divise e, la Chiesa ha le sue, che sono maggiori di quelle dei politici; Lipari è sempre stata vicina per storia al suo Vescovo, l’ ha sempre e veramente amato e rispettato, ma non ha avuto alcuna esitazione anche nel cacciarlo via, adesso sembra che stia succedendo il contrario il vescovo ha lasciato queste terre, facendo mancare la sua voce, abbandonandole a se stesse e mettendo la loro salvezza nelle mani del buon Dio, sempre che, come scritto qualche tempo fa, anche Lui ne abbia il tempo e principalmente la voglia.-
Auguri Lipari.

 

“Per amor di Sion non tacerò”. Lipari, alzati e camminaultima modifica: 2009-11-15T12:46:58+01:00da leonedilipari
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