Per non dimenticare

borsellino.jpgIl 19 luglio 1992 in Via D’Amelio, a Palermo, la mafia uccideva il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. A diciassette anni di distanza il dolore e la commozione restano immutati. Con questa strage si è voluto colpire il cuore dello Stato. Un attacco vile e feroce.  È necessario proseguire uniti nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata affinchè i principi di democrazia, giustizia e libertà, consacrati nella Costituzione, vengano sempre affermati. La lotta alla criminalità organizzata dev’essere per tutti un dovere morale. La memoria e il ricordo degli uomini dello Stato caduti per mano mafiosa, si mantengono infatti vivi se accompagnati da atti concreti che affermano la  volontà di tutte le Istituzioni di contribuire ad eliminare ogni forma di  prevaricazione, violenza ed illegalità.

“Pochi giorni prima che lo uccidessero, Borsellino mi disse che molti amici l’avevano invitato a lasciare tutto, ad andar via. Lui però rimase. Non se la sentiva, non voleva tradire le aspettative dei tanti che avevano fiducia in lui e nel suo lavoro. Questo messaggio di Paolo: non mollare mai e fare il proprio lavoro anche sapendo che si va incontro alla morte, è quello che più mi è rimasto dentro”. Così il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha voluto ricordare Paolo Borsellino, assassinato 17 anni fa dalla mafia insieme agli agenti della scorta.
“Questa lezione – ha detto Grasso al termine della cerimonia di commemorazione organizzata dalla polizia a Palermo – ispira la mia vita.

Per non dimenticareultima modifica: 2009-07-19T17:36:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo