Rassegna Stampa. Il “Corriere della Sera” e le Eolie

di Laura Antonini

liviasofia.jpgFirenze del turismo + Milano del lavoro = nuova vita alle Isole Eolie. Suona un po’ così l’originale equazione che ha portato due fiorentine doc, Livia Lombardi e Sofia Barcali dalla città natale, Firenze (qui sono nate, cresciute e compiuto studi classici e universitari) a Milano e dalla città del business per eccellenza a Palermo. Qui sono ripartite da zero, in controtendenza rispetto ai consueti flussi professionali, hanno saputo re-inventare una carriera diventando «Le Pomelie» (www.lepomelie.it), wedding planner alle isole Eolie.

Un mestiere affermato ormai nel resto d’italia che le due neo-imprenditrici tosco-siciliane hanno ritagliato su misura alla nuova loro vita isolana. I loro eventi sono così eccezionali, come i territorio dove hanno deciso di organizzarli. Un’idea che si è fatta subito passione e che partita solo pochi anni fa le ha portate a gestire matrimoni di oltre 300 invitati che alle loro cure si affidano da tutto il mondo. Da Firenze a Palermo la strada non è stata diretta, ma «in modo inaspettato – raccontano Livia e Sofia – ci siamo trovate a fare lo stesso percorso, in controtendenza rispetto ai flussi più tradizionale. Dopo l’università abbiamo abbandonato la Culla del Rinascimento, dove siamo cresciute circondate da orde di turisti e da coppie che da tutto il mondo sceglievano di sposarsi proprio nella nostra città. Ci sembrava sempre meno autentica e troppo cartolina; a sua volta Milano, che di cartolina ha ben poco, ci ha offerto nuova energia ed opportunità».

Così Livia che credeva di voler fare l’avvocato ha scoperto una sua più autentica vocazione di organizzatrice diventa producer per una Casa di Produzione di spot pubblicitari. Mentre Sofia realizzava il suo sogno: lavorare in Publicis, una grande agenzia internazionale di adevrtising. Poi Livia segue una produzione di Publicis in Campania per la Regione e, ironia della sorte, Sofia l’anno dopo accetta di seguire lo stesso cliente trasferendosi a Napoli. Con lo scarto di pochi mesi le future Pomelie gravitano su Roma per poi arrivare in momenti separati e per motivi diversi in Sicilia a Palermo Ma com’è per due fiorentine lavorare in Sicilia, non era più semplice restare tra le colline del Chianti?

«Lavorare in Sicilia non è così diverso dal resto di Italia, anche se dobbiamo spesso infondere un po’ di fiducia e determinazione nei nostri fornitori. L’aspetto più interessante di lavorare alle Eolie è che abbiamo imparato a fare i conti con una natura prepotente, a conoscerla e a riconoscere i suoi segnali, a rispettarla con reverenza e abbiamo capito che il bello sta proprio in questo: ritrovare una dimensione così autentica, in cui terra, fuoco, aria e acqua si combinano infondendo un’energia unica e contagiosa». Vi sentite un po’ “fuori norma’? Di solito le donne al sud non lavorano… voi siete addirittura arrivate dal nord, donne e avete deciso di fare business in Sicilia. «Le donne in Sicilia lavorano, eccome, e hanno una bella grinta, noi abbiamo sicuramente più referenti femminili che maschili nel nostro campo. Le donne capiscono meglio il valore di ciò che hanno e la loro propensione naturale alla cura fa sì che siano le prime a rendersi conto del valore immenso di questa Sicilia, così poco tutelata e poco messa a profitto. Ma attenzione, non vogliamo che questi luoghi meravigliosi diventino delle cartoline come Firenze o Venezia, vanno salvaguardati e mantenuti autentici con una cultura di turismo saggia e il matrimonio troviamo che sia una forma di turismo poco invasiva, volta proprio alla ricerca e alla valorizzazione di questa autenticità».

Cosa è rimasto di toscano nelle vostre giornate? «Di toscano c’è senz’altro una forte sensibilità al fenomeno del turismo che, ironia della sorte, abbiamo scoperto stando qua. Di toscano c’è l’essere cresciute in una terra ricca e circondate dal bello; il gusto per il buon cibo e il buon bere, per cui siamo difficili da soddisfare; una pungente ironia che non ci abbandona mai e che ci rende sempre chiare e dirette, ma simpatiche. Di toscano c’è infine che qui c’è parecchio pesce, ma lo ammettiamo, noi le bistecche ce le mettiamo in valigia sottovuoto, insieme all’impasto di fegatini per i crostini, a qualche filone di pane senza sale e ai cantucci… come dicevamo siamo un po’ controcorrente!».

Rassegna Stampa. Il “Corriere della Sera” e le Eolieultima modifica: 2011-03-04T20:35:00+01:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo