di Tommaso Labate

Se ci fosse una guida Michelin dedicata ai tramonti, a quello che si materializza ogni sera davanti alla spiaggia di Pollara verrebbero assegnate le tre stelle. Il massimo dei voti. D’altronde, al pezzo pregiato dell’isola di Salina, che fu il set a cielo aperto del Postino di Troisi, gli ospiti dedicano almeno la prima e l’ultima sera. Per “vedere l’effetto che fa”.
Il tramonto di Pollara, sotto la chiesetta di Sant’Onofrio, nella spiaggetta che ospita le gabbie dei pescatori incavate nella roccia era il tramonto del Comune di Malfa. E Malfa, come Santa Marina e Leni, era uno dei tre Comuni che rendevano Salina amministrativamente diversa dal resto delle altre sei isole che stanno “sotto Lipari”.

Tutto al passato. Perché “u decretuni”, il decretone, quello in cui il governo Berlusconi ha messo dentro anche il taglio dei comuni sotto i mille abitanti, toglierà dalla carta geografica tutti e tre i municipi di Salina. A Pollara, la spiaggia del tramonto per eccellenza, adesso tramonteranno sindaco e Giunta e Consiglio, e pure il capo dei vigili. Tutta colpa di 141 residenti, quelli che mancherebbero a Malfa (851 abitanti censiti dall’’Istat nel 2001) per raggiungere la fatidica quota mille. Via Malfa, e via anche Santa Marina(808 abitanti) e Leni (641).

Ora, può darsi che sia anche un bene che la terra dei capperi, della malvasia, del pane cunzato (versione stracult della romana panzanella) che si mangia da Alfredo a Lingua, il set del Postino di Troisi e anche del Caro diario di Moretti, quella del tramonto di Pollara, può darsi che Salina, insomma, sia amministrativamente meno costosa con un comune invece che tre. Ma perché, tanto per dirne una, chi ha scritto il decreto non ha pensato di distinguere i paesi che hanno mille residenti tutto l’anno da quelli, come Salina, che d’estate salgono sopra quota diecimila? Chissà . Magari “u decretuni” sarà rivisto anche sotto questo aspetto. Le tre stelle dell’ideale Michelin dei tramonti, quelle no. Quelle rimarranno a Pollara. A prescindere.