Rassegna Stampa. “La Stampa” e i mega-yacht a rischio…

di Fabio Pozzo

lastampa.jpgMentre i legali di Flavio Briatore stanno battagliando per ottenere il dissequestro del «Force Blue», l’expedition vessel di oltre 63 metri dal valore di almeno 20 milioni di euro cui la Guardia di Finanza ha messo i sigilli giovedì scorso a La Spezia, negli uffici dei principali broker di megayacht è scattato l’allarme. Con tanto di avvertimento agli armatori, più o meno occultati dietro società di comodo: occhio all’Italia. Il monito è chiaro. Così chiaro che è finito anche sulla prima pagina del Financial Times. Ai proprietari di queste barche da sogno si consiglia, su parere di avvocati e consulenti, di fare attenzione, quest’estate, ad attraccare lungo le coste italiane, se non vogliono fare la stessa fine di Briatore. Soprattutto se proprietari di yacht che battono bandiera delle Isole Cayman, come il «Force Blue» (che è di proprietà della Autumn Sailing ltd. delle Isole Vergini), o di altri registri off-shore: praticamente il 90% della flotta. «Il sequestro del Force Blue ha innescato una tempesta nella comunità dei super-yacht. Il nostro consiglio ai clienti è di stare molto attenti all’Italia, e di chiarirsi bene con i consulenti prima di impegnarsi in attività di charter» dice Quentin Bargate, avvocato dello studio londinese Bargate Murray. «Attualmente la situazione è tale che anche una attività di yacht debitamente gestita rischia di esser presa di mira per operazioni di routine, solo perché le imbarcazioni battono bandiera delle Cayman». Altri osservatori, però, non condividono questo allarmismo. Il Financial Times cita la rivista Superyatch, secondo cui le misure di sequestro potrebbero prendere di mira i cittadini italiani nell’ambito delle manovre anti evasione e non gli armatori di altri Paesi. A creare allarmismo sono soprattutto le accuse che hanno portato al sequestro dello yacht di Briatore. Questi, secondo la procura di Genova, titolare dell’inchiesta, avrebbe evaso l’Iva sull’importazione (utilizzando un’imbarcazione immatricolata in territorio extra Ue in acque comunitarie; il reato è contrabbando doganale) e non avrebbe pagato le accise sui carburanti (700mila litri di gasolio in due anni, per 800 mila euro; la legge FLAVIO101.JPGcomunitaria prevede che gli yacht immatricolati all’estero possano fare carburante senza pagare l’accisa a condizione che entro 8 ore dal rifornimento siano fuori dalle acque territoriali Ue), evadendo il Fisco per almeno cinque milioni di euro. In pratica, Briatore – lo scrive il gip nell’ordinanza di sequestro – avrebbe creato un doppio schermo di interposizione tra sè e l’imbarcazione mediante l’utilizzo di una società (la Autumn Sailing Limited) posseduta da un trust». Lo stesso Briatore, però, a detta del giudice, avrebbe conservato «pregnanti poteri di disposizione della cosa potendo impartire ordini e disposizioni al trust». Circostanza che « ricollega il bene con l’effettivo proprietario». Il manager cuneese avrebbe beneficiato dei privilegi fiscali accordati alla Autumn e previsti per chi noleggia yacht (attività cui ricorrono quasi tutti i proprietari di grandi yacht, per ripagarsi delle spese di mantenimento del bene), ma in realtà non lo avrebbe affittato a nessuno, salvo a se stesso. Incorrendo, quale cittadino europeo, nei reati contestati per l’uso della barca in acque italiane, dunque comunitarie.

Rassegna Stampa. “La Stampa” e i mega-yacht a rischio…ultima modifica: 2010-05-27T17:54:23+02:00da leonedilipari
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