Rassegna Stampa. Salina e “La Stampa”

Capperi, che ristoranti. L’isola di Salina. Ha da poco aperto a Torino Alfredo in cucina, un locale eoliano: lastampa.jpgqualche anno fa ce ne fu uno pantesco.

rmoliterni.pngdi Rocco Moliterni

Aria nuova in via Mazzini 31, il Perbacco lo storico locale di Roberto Perego per tiratardi (era una delle poche cucine in città aperta dopo le 22,30) ha chiuso da poco i battenti. In via Mazzini approda dall’isola di Salina lo chef Piero Oliveri e ribattezza il locale “Alfredo in cucina”, come il ristorante eoliano. I primi passi sembrano promettere bene, abbiamo provato un’incantevole caponatina (sarebbe piaciuta di certo anche al commissario Montalbano) che accompagnava scampi (cotti) al limone e una superba granita di melone. Interessante la tagliata di tonno con cipolle caramellate, meno convincente quella solo scottata. Ma bisognerà tornarci per i crudi che sono tra i cavalli di battaglia del locale. Con un perciato eoliano secco si spendono sui 50 euro a testa.

Per chi ama la cucina siciliana ed è stufo delle pizzerie che la propongono di sicuro una buona notizia. Torino è una città bizzarra per quanto riguarda le cucine regionali: sembra non amarle, mentre si innamora facilmente di quelle etniche, dalla persiana alla libanese, dalla curda all’indiana (per non parlare di quella cinese o giapponese). Chi ha un po’ di anni, a proposito di cucina siciliana ricorda un locale (l’avevano aperto i vecchi gestori di Platti) in via San Domenico, quando la Movida era ancora agli inizi e si chiamava la Vicaria (per sottotitolo cucina del Regno delle due Sicile). Si mangiavano delle stigghiole (involtini di interiora di agnello tipici di Palermo, ma che con altro nome attraversano tutto il Sud: in Lucania si chiamano gnumuriddi) niente male. Più o meno negli stessi anni brillò una sola estate un ristorante pantesco a Porta Palazzo, dove prima c’era una pizzeria e dopo c’è stato Romoletto, ristorante romanesco.

Lì era un incanto per chi conosceva la cucina dell’isola dei venti e ci ritrovava gli spaghetti al pesto pantesco, gli involtini di spada, i ravioli dolci, i calamari ripieni o il coniglio in agrodolce. Poi il locale chiuse e chi lo teneva tornò nella sua isola a gestire un altro ristorante. Pantelleria e Salina sono rivali per i capperi e per i passiti: entrambe le isole sostengono che i loro sono i migliori del Mediterraneo. E’ difficile in realtà scegliere tra i capperi di Salina, forse leggermente più delicati e quelli di Pantelleria, un po’ più aspri come più aspra è l’isola dei venti. O tra la malvasia passita di Salina e il moscato passito di Pantelleria. Sia i passiti che il patè di capperi bastano da soli a giustificare un viaggio nelle due isole. Capperi, che vacanza.Schloss Johannisberg.

Rassegna Stampa. Salina e “La Stampa”ultima modifica: 2012-11-27T08:36:00+01:00da leonedilipari
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Isola Volo

eolie mappe.pngAtterra senza vele,
un viaggio che sempre vale.
Nessuno si rende conto
del volo con lo sconto.
Rispetto naturale
che all’isola vuol lasciare.
Ma tutti ad invocare
che l’elicottero è da salvare.
Chi tace e acconsente
non conta proprio niente.
Alzate le vostre parole
perchè c’è il rotore
senza motore.
Isola Voloultima modifica: 2012-09-26T09:14:20+02:00da leonedilipari
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