Regione&Ars, si’ all’acqua pubblica. No agli stipendi “d’oro”

ars4.jpgStop alle pensioni d’oro ai dipendenti della Regione siciliana. L’Assemblea regionale ha approvato l’articolo 40 della finanziaria, in discussione a sala d’Ercole, che fissa a 250 mila euro lordi l’importo massimo per le “retribuzioni poste a base di calcolo dei trattamenti di pensione a carico della Regione”.
La norma è stata inserita nella finanziaria in seguito alle polemiche sollevate da una sentenza della Corte dei Conti che lo scorso marzo ha riconosciuto all’ex dirigente dell’Agenzia per le acque e i rifiuti della Regione, Felice Crosta, una indennità previdenziale di circa 500 mila euro lordi all’anno, 1.369 euro al giorno. Crosta è stato l’ultimo di una serie di alti burocrati della Regione andati in pensione con trattamenti superiori a 250 mila euro l’anno.
ACQUA PUBBLICA. Con 53 voti a favore e 25 contrari, l’Assemblea regionale siciliana ha anche approvato, a scrutinio segreto, l’articolo 50 della finanziaria regionale, che prevede il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in Sicilia. La norma è stata proposta dal Pd.
Prima del voto, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, replicando in aula ad alcuni deputati che nei loro interventi avevano espresso dubbi rispetto alla legittimità e alla costizionalità della norma, ha detto: “Non sarei favorevole se non fossi sicuro che non andremo incontro a nessun contenzioso; l’Ars può votare serenamente perchè comunque su questo argomento torneremo presto a legiferare”.
La norma avvia il ritorno alla gestione pubblica delle risorse idriche, che in alcuni comuni siciliani vengono gestite da società e consorzi privati che in alcuni casi, come nell’agrigentino, non sono riusciti a risolvere i problemi di approvvigionamento. Ad Agrigento l’acqua viene erogata a singhiozzo, in alcune zone i rubinetti rimangono a secco anche una settimana.
CORSA CONTRO IL TEMPO. Se entro la mezzanotte di oggi il bilancio della Regione siciliana in discussione all’Ars non venisse approvato, potrebbe verificarsi il rischio di scioglimento dell’Assemblea regionale? È una domanda ricorrente il queste ore, mentre l’Ars è da cinque giorni alle prese con bilancio e finanziaria e alla mezzanotte scadrà il termine – non prorogabile – di 4 mesi dell’esercizio provvisorio.
L’articolo 8 dello Statuto autonomista, che risale al 15 maggio del ’46 – prevede che lo scioglimento può essere proposto al governo dal Commissario dello Stato qualora si verifichi la “persistente violazione dello Statuto”. La mancata approvazione del bilancio viola sì la Carta siciliana, ma, dicono i giuristi, non siamo davanti a “persistenti violazioni”.
L’assenza di bilancio blocca il flusso di entrata e uscita, congelando l’attività contabile della Regione, “ma non provoca l’immediato effetto giuridico delle dimissioni del governo – dice il professor Giuseppe Verde, preside della facoltà di Giurisprudenza di Palermo – né lo scioglimento dell’Ars. Potrebbe essere messa in atto una diffida dell’organo legislativo a causa del ritardo nell’approvazione del documento contabile. Altra cosa sono gli effetti politici, che esulano dalle questioni giuridiche”.
Un’ipotesi per accelerare i tempi potrebbe essere la presentazione da parte del governo di un maxi-emendamento – che comprenda gli articoli rimanenti e gli stessi emendamenti presentati dai singoli deputati – sul quale porre la fiducia e andare al voto entro la notte.

Regione&Ars, si’ all’acqua pubblica. No agli stipendi “d’oro”ultima modifica: 2010-04-30T21:02:12+02:00da leonedilipari
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