Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornato

AALFREDO1.JPGdi Alfredo Adornato

DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscureràla luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.  Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». C’è un aspetto dell’esistenza, in molti, che davvero preoccupa, e tanto, ed è quello di approfondire la vera ragione della vita, dono di Dio, che è destinata, lo si voglia o no, all’eternità.
Ma quello che conta non sono tanto e solo il numero dei passi che si fanno, le fatiche, le fortune o sfortune terrestri, ma il ‘dove’ portano i nostri passi, che indirizzo abbiano, cosa intendiamo realizzare.
Questa vita sulla terra è solo la ‘prova’ dell’altra. Non ci è lecito sbagliare. Non è saggio fare finta che non esista il giorno in cui dovremo rendere conto delle nostre scelte ‘qui’ e, quindi, di come abbiamo speso il tesoro che Dio ci ha dato con la vita.
E se ci si interroga di quanto rimane di buono per l’eternità, ci si accorge che le mani sono totalmente vuote, forse sporche di tante ingiustizie, che diventano condanna.
Dovremmo ricordarci sempre, che la vita non è uno scherzo e neppure ci è lecito farne quello che vogliamo, seguendo capricci e mode, ma è una questione seria, perché quello che ci attende alla fine è davvero serio: trovarsi di fronte al Padre e rendere conto di tutto. coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”
Il mondo ci educa alla cosiddetta caducità della vita… ‘in fondo tutto passa e nulla resta’. Ma è proprio vero? Vale la pena di fare tanta fatica per accumulare ricchezza, gloria, o quanto altro si vuole, per nulla? Non credo proprio. ‘Risorgeremo’ è o dovrebbe essere il motivo dominante della vita., sani e malati, ci ritroveremo tutti, ma proprio tutti, a rendere conto al Padre della nostra vita..
Saranno proprio le nostre opere, ossia l’indirizzo che abbiamo dato alla vita, un indirizzo che porta la firma del nostro modo di esercitare la libertà, condizione per affermare o negare l’amore, quelle che saranno materia di felicità o di condanna.
‘Per chi hai vissuto? Per cosa hai vissuto?’ ci si chiederà.
Vicino a noi ci saranno i fratelli e sorelle che hanno fatto un cammino eroico di santità, come S. Francesco, S. Benedetto e le migliaia che hanno dato la vita nel martirio e tanti, ma tanti, che davvero sono vissuti con la semplicità della vita, da santi. E tanto vorremo essere con loro! Ma bisogna cominciare da adesso, subito, perché quel giorno verrà!
“In quei giorni, disse Gesù ai suoi discepoli, vedranno il Figlio dell’Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed Egli manderà i suoi angeli a riunire i suoi eletti dai quattro venti, dalle estremità della terra fino all’estremità del cielo. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel Cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mc. 15,24-32).
Quel “vieni benedetto, perché avevo fame e mi hai dato da mangiare… ero forestiero e mi hai accolto…ero malato e mi hai visitato…ero in carcere e sei venuto a trovarmi”? E’ quest’amore, che è il tessuto della carità, fondamento della vita, che verrà a galla. Forse gli chiederò: “Quando ti ho incontrato povero, malato, in carcere, affamato, assetato…?”. E vorrei che il Padre mi dicesse: “Ogni volta hai fatto una di queste opere di bontà, ad uno di questi piccoli, l’hai fatta a me”. E inizierà la gioia.
Quel gran giorno, irripetibile, il vero momento importante della vita, dovrebbe essere preparato ora, qui, per non sentirci dire: “Andate maledetti”.
Piace riproporvi la preghiera che il caro Mons. Tonino Bello scrisse, sentendo avvicinarsi il grande giorno: “Santa Maria, Donna dell’ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo visto non avremo più nulla da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare con i segni del pentimento e con la richiesta del perdono le ultime pendenze nei confronti della giustizia di Dio. Procuraci tu stessa i benefici della amnistia cui Dio largheggia con regole di benevolenza. Mettici in regola con le carte, insomma, perché giunti alle porte del Paradiso queste si spalanchino al nostro bussare. Ed entreremo finalmente nel Regno, accompagnati dall’eco dello Stabat Mater, che, con accenti di giustizia e di speranza, ma anche con l’intento di accaparrarci anzitempo la tua protezione, abbiamo cantato tante volte nelle nostre Chiese, al termine della Via Crucis”
Non resta allora che vivere camminando, anche se con fatica, con i passi della carità, della fede e della speranza, verso quel gran giorno, sicuri che anche per noi sarà il verdetto: “Vieni benedetto nel Regno che il Padre ha preparato per te”.

 

Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornatoultima modifica: 2009-11-14T08:43:50+01:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo