Rubrica Religiosa a cura di Mons. Alfredo Adornato

aadornato.JPGdi Alfredo Adornato

0XIII Domenica del Tempio Ordinario (Anno B). Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», La sanno tutti gli operatori di carità, sparsi nel mondo, che sono i meravigliosi samaritani che testimoniano che Dio è vicino a noi! Ma bisogna uscire dalla propria “casa” e mettersi in viaggio tra la gente per imbattersi nel fratello che soffre. Come faceva Gesù, secondo il racconto di Marco, che la Chiesa ci offre aggi. Una pagina di meravigliosa sensibilità e carità, che è esempio di attenzione di Dio verso chi soffre. Due miracoli incredibili, che hanno come sfondo da una parte la grande fede di Giairo e della donna e dall’altra la proclamazione della divinità di Gesù. Un Dio che si lascia commuovere dalla fede e sa mostrare quanto ci ama. Una grande lezione per tutti noi, che non sappiamo avere la stessa fede, ma quasi vorremmo “imporre i miracoli”, che invece hanno le radici nella semplicità di cuore che mette tutto nelle mani o nel cuore di Dio, lasciando che sia Lui, poi, a fare quello che è utile per noi. “Continua ad avere fede!”, ci ripete ancora oggi. Commuove, e profondamente, la grande umanità di Dio fattosi uno di noi, ieri, oggi e sempre, cha sa piegarsi sul nostro dolore e sa ascoltare, perché Lui è amore, solo amore. Quante volte potremmo anche noi, se non guarire, dare sollievo ai fratelli che incontriamo, ma non ci pensiamo nemmeno, perché non crediamo alla potenza anche di un solo gesto di amore. Ma “di Giairo e donne” come nel Vangelo di oggi, ce ne sono tanti! Bisogna allargare l’udito del cuore e farlo “parlare”! A volte sorprende anche noi come gesti di bontà, che a noi sembrano semplici, invece sono una sorgente di grande gioia.

 

Rubrica Religiosa a cura di Mons. Alfredo Adornatoultima modifica: 2009-06-27T09:08:24+02:00da leonedilipari
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