Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornato

aadornato2.jpgdi Alfredo Adornato

Domenica VIII – Anno A – “Cercate il Regno, trovate la libertà”.

Gesù rilancia la sua sfida per un altro modo di essere uomini: non preoccupatevi delle cose, c’è dell’altro che vale di più. È la sfida contenuta nella preghiera nel Padre Nostro: dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ti chiediamo solo il pane sufficiente per oggi, il pane che basta giorno per giorno, come la manna nel deserto, non l’affanno del di più. Occuparsi meno delle cose e di più della vita vera, che è fatta di relazioni, consapevolezza, libertà, amore. Vuoi volare alto, come un uccello, vuoi fiorire nella vita come un giglio? Allora devi deporre dei pesi. Meno cose e più cuore! Non una rinuncia, ma una liberazione. Dalle cose, dalla ‘roba’ diventata padrona dei pensieri. Gesù osserva la vita, e la vita gli parla di fiducia e di Dio.

E a noi dice: beati i puri di cuore perché vedranno Dio, vedranno in tutto ciò che esiste un punto verginale e fiducioso che è la presenza di Dio, vi scopriranno un altare dove si celebra la comunione tra visibile e invisibile. Allora: non affannatevi, quell’affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c’è tempo per chi si ama, per contemplare un fiore, una musica, la primavera. Cercate prima di tutto il Regno di Dio e queste cose vi saranno date in più. Non è moralista il Vangelo, non si  oppone al desiderio di cibo e vestito, dicendo: è sbagliato, è peccato, non serve. Anzi, tutto questo lo avrete, ma in tutt’altra luce. «Il cristianesimo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» (Vannucci). Libera dai piccoli desideri, per desiderare di più e meglio, per cercare ciò che fa volare, ciò che fa fiorire e ti mette in armonia con tutto ciò che vive. Insegna un rapporto fiducioso e libero con se stessi, con il corpo, con il denaro, con gli altri, con le più piccole creature e con Dio. Cercate il regno, occupatevi della vita interiore, delle relazioni, del cuore; cercate pace per voi e per gli altri, giustizia per voi e per gli altri, amore per voi e per gli altri. Meno cose e più cuore! E troverete libertà e volo.

C’è chi da Dio si attende tutto ciò che gli serve, dalla pioggia al bel tempo, dalla promozione ad un esame alla buone riuscita di un affare. Lo prega solo per ottenere e quietamente attende. Non si serve Dio, ma si serve di Lui. C’è invece chi da Dio non s’aspetta nulla. C’è anzi chi crede che la fiducia in Lui sia un impedimento per la buona riuscita dell’uomo. Il cristiano, sulla scorta delle parole di Gesù, sfugge alla concezione ingenua e magica di chi si affida passivamente e quietamente a Dio, e alla pretesa orgogliosa dell’ateo che cancella Dio dal suo orizzonte. La sua fiducia in Dio è piena e senza riserve, ma non per questo passiva ed alienante. Anzi proprio da questa fiducia nasce il suo attivismo perché sa che il suo lavoro è continuazione dell’opera creatrice di Dio. Egli è collaboratore di Dio e come Lui “costruttore dell’eternità”. Per questo lavora come se tutto dipendesse dal suo lavoro, ma si affida anche a Dio come se tutto dipendesse dal suo intervento.

Nel racconto di Matteo, il denaro è pericoloso perché porta l’uomo a compiere azioni infami. Giuda tradisce Gesù per 30 denari; il servo, per una somma miserabile, si rende protagonista di una scena disgustosa; i lavoratori della vigna, accecati dalla gelosia, si abbandonano a una plateale protesta col padrone, per la paga intera accordata agli operai dell’ultima ora; i soldati si lasciano corrompere da poche monete per dire il trafugamento del corpo di Gesù. Si potrebbe continuare! C’è gente disposta a odiare, mentire, uccidere, tradire sfruttare, far soffrire, mettere il bavaglio alla coscienza, recitare le commedie più ripugnanti. Legami stroncati brutalmente, sentimenti calpestati, odi tenaci, sospetti che avvelenano i rapporti, invidie corrosive, ideali rinnegati, operazioni spregiudicate, azioni sordide, pensieri e calcoli segreti, che, se venissero alla luce, coprirebbero di vergogna anche le facce più rispettabili. Col denaro, non soltanto si corrompono gli altri, ma ci si corrompe. Fare in modo che gli interessi non prevalgano sui valori. E’ improbabile che chi cerca gli applausi degli uomini conservi il gusto della lode da parte di Dio.

Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornatoultima modifica: 2011-02-26T17:19:58+01:00da leonedilipari
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