Salina, al “DocFest” la sezione “Finestra sul presente”

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Come da tradizione del SalinaDocFest, la sezione “Finestra sul presente” ospita alcuni tra i migliori documentari italiani della stagione che hanno convinto critica e spettatori dei maggiori festival internazionali grazie alla profondità della propria strategia narrativa e all’elaborazione di forme espressive del tutto originali. Per questa quarta edizione, la sezione ruota intorno al tema “Identità recluse / identità negate”, presentando i lavori di due autori già noti al pubblico del nostro festival: Il sangue verde di Andrea Segre, già ospite due anni fa con il suo Come un uomo sulla terra (in proiezione giovedì 16 alle ore 22.00 presso il porticciolo turistico di piazza di Santa Marina di Salina), proviene direttamente dalle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra del cinema di Venezia, dove si è fatto notare per la sensibilità con la quale ha saputo raccontare il caso Rosarno, teatro delle manifestazioni che nel gennaio 2010 hanno visto sfilare per la cittadina calabra migliaia di braccianti africani pronti a difendere i propri diritti civili. Un film che non rappresenta soltanto un atto d’accusa contro lo sfruttamento dei lavoratori immigrati e le ripetute ondate di xenofobia che si abbattono sulla nostra penisola, ma anche, come dichiara lo stesso Andrea Segre, una riflessione «sulla profondità umana di chi vive e pensa questa situazione».
Ad interrogarsi sulle “identità recluse” è invece La bocca del lupo di Pietro Marcello, viaggio nel sottoproletariato della Genova ormai scomparsa dei vicoli, all’inseguimento di una storia d’amore tra due emarginati per definizione: Enzo, un ex-detenuto, e Mary, un transessuale.
« L’idea del film – racconta la montatrice Sara Fgaier, ospite qui a Salina – nasce dalla Fondazione San Marcellino, che si occupa da molti anni dei “senza dimora” nella zona dell’angiporto, e che aveva chiesto a Pietro di realizzare un lavoro su Genova che mostrasse una città diversa, che spesso non si vede o non si vuol vedere. Per trovare lo sguardo giusto, ci siamo trasferiti per un anno a Piazza del Campo, senza una sceneggiatura di partenza, ma impostando il lavoro secondo una tipo di scrittura aperta alle situazioni che via via abbiamo incontrato nella nostra indagine sulla città. Anche il nostro incontro con i due protagonisti del film è stato un caso»
Da montatrice, Sara Fgaier ci rivela i segreti della sofisticata “messa in forma” che ha portato il film di Marcello al conseguimento di un palmares particolarmente invidiabile (TorinoFilmFestival, Nastro d’Argento, David di Donatello per il miglior documentario dell’anno, Festival Cinéma du Rèel di Parigi, Festival di Berlino, Festival di Buenos Aires): «La lavorazione del film è durata circa un anno, un periodo di tempo durante il quale abbiamo proceduto in parallelo alternando riprese, editing e ricerca dei materiali di repertorio provenienti da fondazioni pubbliche o private di Genova. Il montaggio è stato molto complesso e stimolante: si avanzava passo passo, quasi inquadratura per inquadratura, lavorando per blocchi di racconto. A volte dalle immagini di repertorio poteva nascere l’idea per una nuova scena da girare, altre volte poteva accadere il contrario. È stato un lavoro progressivo, dove si è provato a far dialogare tra loro i diversi livelli del film ».
La bocca del lupo sarà proiettato questa sera venerdì alle ore 22.00 presso il porticciolo turistico di Santa Marina di Salina.

Aspettando il SalinaDocFest Anteprima video a Lipari

Salina, al “DocFest” la sezione “Finestra sul presente”ultima modifica: 2010-09-17T09:36:00+02:00da leonedilipari
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