Salina, al DocFest “Reperti di memoria”

gtaviani1.jpgSalina – Anche quest’anno il SalinaDocFest portato avanti da Giovanna Taviani, prevede all’interno della sua programmazione la sezione Reperti di memoria. Due giornate di proiezioni e incontri che per questa quarta edizione hanno come tema “l’Unità d’Italia e il concetto di identità”, parola chiave, quella dell’identità, che attraverserà trasversalmente tutto il Festival, dal concorso alle due serate di Finestra sul presente, fino alla proiezione di Pane amaro, che inaugura e per altri versi prosegue la riflessione sulla storia dell’emigrazione tra Italia e Stati Uniti, grazie al prezioso e insostituibile supporto dell’ANFE. Per affrontare questo tema così ampio e complesso abbiamo scelto due generazioni di autori diverse. Da un lato Gianfranco Pannone e il suo nuovo documentario, Ma che storia, che ripercorre attraverso le migliaia di immagini dell’archivio del Cinecittà Luce, appunto, la storia d’Italia. Un viaggio tragicomico nella nostra storia attraverso il lungo e faticoso percorso unitario italiano. Mazzini, Garibaldi, Cavour, nomi che oggi ci arrivano lontani, ma che così lontani non sono. Potere, intellettuali e popolo, un rapporto difficile, spesso violento e non privo di cinismo, che di fatto ha impedito il formarsi di un sentimento nazionale condiviso. Un popolo di contadini, quello italiano del primo Novecento, via via cancellato dalle ideologie e da un’ansia del “nuovo” che hanno finito con l’emarginare tradizioni, consuetudini, affetti. Un racconto che si sviluppa tra i cinegiornali e i documentari dell’archivio Luce, dagli anni Dieci agli Ottanta, che attraversa non senza retorica la storia nazionale; un sentimento critico e amaro, anche ironico, tutto presente nelle parole di scrittori e poeti di estrazione politico-culturale diversa; e, vero e proprio controcanto, suoni ed espressioni del popolo, che raccontano gioie e dolori di una storia ricca e violenta.

Proprio la centralità dell’archivio Luce ci ha portato a volere come protagonista dell’incontro, a seguito della proiezione, anche Luciano Sovena, Amministratore Delegato di Cinecittà Luce, che dal 2003 dirige quello che fino a poco tempo fa era conosciuto come l’Istituto Luce. Sovena, insieme a Pannone, non sarà ascoltato solo in qualità di produttore e distributore di Ma che storia, ma soprattutto come colui che meglio di tutti può parlare dell’immaginario che attraverso l’Istituto Luce si è formato in tutti questi anni sull’Italia e la sua storia. L’altra giornata di Reperti di memoria, ha avuto come protagonista Gianfranco Mingozzi, autore recentemente scomparso, che ha raccontato le “microstorie” italiane. L’esempio che è stato sottoposto al pubblico di Salina è Con il cuore fermo, opera del 1965 che all’epoca ottenne il Leone d’Oro alla XVII Mostra Internazionale del Documentario di Venezia, il Nastro d’Argento, e fu selezionato per il Premio Oscar. Un’inchiesta drammatica e coraggiosa sulla Sicilia di ieri, ma anche di oggi, e forse di domani se è vero che all’ordine del giorno vi sono ancora temi come l’emigrazione, la disoccupazione, la miseria, le campagne deserte, l’acqua, la violenza e la mafia. A parlare di Con il cuore fermo, lo storico del cinema ed esperto di Mingozzi, Sebastiano Gesù, docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Catania e presso la Scuola Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, sede staccata di Palermo, che porterà al pubblico del Festival un docu-corto inedito dei fratelli Taviani girato in Sicilia negli anni Sessanta, di cui si era persa traccia. E in un rimando continuo tra le memorie di un passato che ricorda il nostro presente, e un presente che rimanda continuamente al passato, abbiamo inserito la proiezione di un breve documentario di Daniele Vicari, Uomini e Lupi, che racconta la nuova Italia, quella dei pastori in Abruzzo. Italiani nati altrove, o stranieri trapiantati (ed emarginati) in Italia? Domanda che in un percorso tortuoso, come tutti i percorsi dei festival, porremo durante l’intera manifestazione; ad esempio nel Workshop condotto, tra gli altri, da autori di “confine”: gli scrittori Igiaba Scego e Amara Lakhous, e il regista Dagmawi Yimer.

Salina, al DocFest “Reperti di memoria”ultima modifica: 2010-09-18T09:25:00+02:00da leonedilipari
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