Sicilia, beni culturali: 196 milioni tutti in stipendi

di Giuseppe Alberto Falci

chiesaginostrapiccola.JPGCultura e turismo sono un binomio imprescindibile, sopratutto in Sicilia». Ha rotto gli indugi così Maria Rita Sgarlata quando lo scorso aprile è stata nominata assessore ai beni culturali al posto di Antonio Zichichi. Parole (forse) scontate, ma allo stesso tempo importanti per una regione dove si concentra tanta parte del patrimonio artistico e culturale di tutto lo stivale. La Valle dei Templi, la Villa del Casale, il Tempio di Selinunte, sono una piccolissima parte dei tesori di Sicilia. 

E anche il governatore Rosario Crocetta, a differenza di Raffaele Lombardo, sembrava fosse partito con il piede giusto, quando per rilanciare e ottimizzare l’assessorato ai Beni Culturali avesse pensato alla sostituzione dei dirigenti inefficienti. Eppure nonostante la partenza il governatore regionale di concerto con l’assessorato si è fermato agli annunci. Il patrimonio artistico della «bella Trinacria» è abbandonato a sé stesso. E non importa che un dossier di Lega Ambiente abbia lanciato un campanello di allarme sulla regione più sprecona d’Italia. Secondo l’associazione ambientalista, «non possiamo più aspettare che il nostro patrimonio culturale e ambientale si distrugga, più o meno lentamente, sotto i nostri occhi». Lo studio, realizzato tra il 2007 e il 2009, parla chiaro: sono 10.178 i beni culturali in stato di abbandono sull’isola. Uno scenario che dovrebbe far riflettere i vertici di Palazzo Orleans. 

Ma, come segnala su il quotidiano di Sicilia Antonio Leo, la regione non fa nulla. E «la cartina di tornasole – scrive Leo – per misurare una simile inerzia è lo stridente contrasto tra i 196 milioni di euro spesi per la pletora di dipendenti dell’assessorato regionale ai Beni culturali e le somme prossime a zero negli ultimi anni dalla Regione». Secondo una circolare del 2009, emanata dall’assessore dell’epoca Lino Leanza, ciascuna Sovrintendenza avrebbe dovuto inviare «entro il 30 novembre di ogni esercizio finanziario al Dipartimento regionale per il “Patrimonio architettonico” l’elenco dei progetti e delle perizie per i lavori di restauro sui beni di rilievo che si propongono per il successivo esercizio con i fondi disponibili. Gli elenchi, anche «se striminziti» sono arrivati, ma l’esercizio finanziario ha stanziato una cifra pari ad un milione di euro «di cui le somme erogate non sono nemmeno la metà». Uno scandalo, se pensiamo, che la regione Sicilia è la stessa che avrebbe tentato di stanziare 25 milioni di euro per la famigerata “Tabella H”, una tabella allargata alla legge finanziaria che ha un elenco di contributi ad enti “vicini” a parlamentari regionali, ad associazioni, famosa perché è una carta di scambio per clientele. E che avrebbe provato a erogare ben 790 milioni di euro in contributi in favore di associazioni concertistiche di interesse regionali, provinciali e locali, senza specificare quali sono.

Del resto, la regione del “rivoluzionario” Crocetta è la stessa nella quale l’approvazione di una legge costa circa un milione di euro. E la stessa che nel periodo dall’1 maggio 2012 ad aprile 2013 ha approvato soltanto 19 leggi. Semplice. E oggi l’agenda del governatore Crocetta prevede incontri con gli alleati dell’Udc per provare a rilanciare la maggioranza. Mica «cultura e turismo». Quella, a sentire l’ex sindaco Gela, resta materia per gli annunci televisivi.  

Sicilia, beni culturali: 196 milioni tutti in stipendiultima modifica: 2013-06-16T12:48:00+02:00da leonedilipari
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