“Si dichiarano orgogliosi della propria identità e delle proprie radici i siciliani, ma nel contempo – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – manifestano una profonda insoddisfazione per la scarsa efficienza dei servizi pubblici, sicuramente al di sotto di ogni accettabile standard europeo. Servizi sociali e sanitari – prosegue Vento – sono bocciati da più dell’80% dei cittadini, che manifestano punte di criticità e di insoddisfazione anche sulla gestione dei servizi ambientali e sul sistema di trasporti e viabilità, inadatto a sostenere un valido progetto di sviluppo”.
“I siciliani – conclude il direttore di Demopolis – condividono le recenti scelte del presidente Lombardo di riorganizzare il sistema sanitario nell’Isola (auspicando una migliore qualità della sanità pubblica), di rinnovare radicalmente la formazione professionale e il sistema di gestione dei rifiuti nell’Isola con la riduzione degli Ato”.
Dalla ricerca dell’Istituto Demopolis (coordinata da Pietro Vento con la collaborazione di Giusy Montalbano e Sabrina Titone) emerge marcata anche la richiesta di una profonda innovazione nelle modalità di gestione delle risorse europee a livello regionale per non perdere l’ultima occasione di crescita che si offre alla Sicilia da oggi al 2013, nel rispetto delle vocazioni naturali dell’Isola: turismo, ambiente e beni culturali. I recenti esempi di sviluppo spagnolo o irlandese potrebbero rappresentare i modelli da seguire per i nuovi assessori regionali al Turismo, al Lavoro, ai Beni Culturali e per gli otto nuovi presidenti delle Province siciliane.
Voglia di servizi più adeguati e di ulteriori opportunità di sviluppo, dunque, per garantire un futuro nell’Isola alle nuove generazioni, per invertire il flusso dell’emigrazione intellettuale: oggi il 40% dei giovani neo-laureati o in età universitaria prende in considerazione l’ipotesi di dover lasciare la Sicilia per avere maggiori opportunità di realizzazione e di lavoro.
L’identità regionale è forte: il 54% si sente più siciliano che italiano (25%) o europeo (8%). Il 77% si dichiara orgoglioso di essere nato nell’Isola; quasi i due terzi degli intervistati non rinuncerebbero a vivere nell’Isola per il clima, le bellezze naturali, il patrimonio storico, il calore, il cibo, la simpatia e l’ospitalità della gente, pur effettuando una profonda autocritica su alcune componenti dell’identità siciliana: limitato rispetto delle regole, scarso senso civico, pigrizia e diffidenza.
Puntano molto sulla dimensione privata del vivere i siciliani. Secondo i dati della ricerca dell’Istituto Demopolis, condotta nell’ambito di un progetto culturale della Fondazione Sabir, i cittadini esprimono piena soddisfazione solo per la dimensione sentimentale e familiare della loro vita. Soltanto un terzo promuove i servizi pubblici nelle città dell’Isola, ritenuti invece scarsi o appena mediocri dal 67% dei cittadini.
“Orgogliosi della propria identità, ma insoddisfatti della qualità della vita nell’Isola: siciliani per sentimento e per cultura, dunque. Per affetto. Ma – conclude Pietro Vento – con una voglia intatta di vivere nella loro terra e di scommettere ancora sulle immense risorse dell’Isola che da anni attendono solo di essere gestite con una capacità amministrativa e una visione dello sviluppo più moderne ed europee.
L’indagine sulla qualità della vita in Sicilia è stata condotta con metodologie CATI-CAWI, dal 6 al 20 maggio 2008 dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis – nell’ambito di un progetto socio-culturale promosso dalla Fondazione Sabir e della società Takè – su un campione regionale di 1.640 cittadini – rappresentativo per sesso, classi di età, livello di istruzione – della popolazione siciliana maggiorenne residente nelle nove province dell’Isola.