Stromboli&”amarcord”. Se i marinai raccontano “vecchie” storie di guerra

di Nicolò Carnimeo

incrociatore.jpgCinque storie di mare e di guerra riportano indietro nel tempo. I protagonisti hanno oggi novant’anni e ne ricordano ogni particolare, al petto con orgoglio portano le medaglie al valore che hanno ricevuto per i loro atti di eroismo. Giuseppe Gernone, Erminio Capogrosso, Domenico Moretti, Vincenzo Petruzzellis e Francesco Spizzico, hanno combattuto sulle navi da battaglia nel secondo conflitto mondiale e sono testimoni di un passato che non merita di finire nell’oblio. Così oggi alle 11 nella stazione marittima passeggeri del porto di Bari lo storico Pasquale Trizio presidente dell’Anmi racconterà attraverso le loro vive testimonianze un altro tassello di Bari sul mare.

Il marinaio Giuseppe Gernone era imbarcato sull’incrociatore Giovanni dalle Bande Nere quando il mattino del primo aprile del 1942 la nave venne colpita e affondata da due siluri lanciati dal sommergibile inglese Urge. L’incrociatore, spezzato in due tronconi, affondò immediatamente undici miglia al largo dell’isola di Stromboli e 286 marinai si inabissarono con la bella e veloce nave italiana. Il nostro grazie alle sue invidiabili qualità fisiche, riuscì a sopravvivere e, visto un ufficiale in difficoltà, il Tenente di Vascello Sanfelice di Montefor te (che poi divenne ammiraglio) gli cedette il suo salvagente salvandolo da sicura morte. 

Erminio Capogrosso, invece, era un abilissimo cannoniere della Torpediniera Ardito che all’indomani dell’8 settembre, mentre era di scorta alla squadra navale italiana in rotta verso Malta a seguito delle clausole di armistizio, fu attaccato da cacciabombardieri tedeschi Stukas in picchiata. Capogrosso centrò più volte due caccia attaccanti i quali a loro volta lo colpirono ad un braccio. Egli è grande invalido di guerra. Diversa la storia del marinaio Domenico Moretti imbarcato su una nave minore, il piroscafo requisito Egusa che svolgeva compiti di rifornimento delle isole italiane del Canale di Sicilia. In un bombardamento di aerei inglesi sul porto di Trapani, la sua nave fu colpita e affondò per metà, con la prua immersa e la poppa fuori dell’acqua. Fu strappato alle lamiere solo il giorno dopo con l’aiuto della fiamma ossidrica. Vincenzo Petruzzellis è uno degli ultimi superstiti della corazzata Roma che il 9 settembre venne fatta esplodere dalle nuove bombe razzo tedesche dei bombardieri Messerschmitt. I Caduti furono 1352 e si salvarono soltanto 520 marinai tra cui Petruzzellis il quale, in un altruistico gesto, cedette il suo salvagente ad un ufficiale che si salvò. Per questo la sua Marina lo premiò con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. 

Francesco Spizzico, elettricista barese imbarcato durante la guerra a bordo del cacciatorpediniere Manin, e decorato con la medaglia di bronzo, fu protagonista di una avventura conradiana in Mar Rosso dove la sua unità venne affondata. Così si legge sulla sua medaglia di bronzo: «… per sette giorni di navigazione a remi in acque infestate da pescicani, in condizioni meteorologiche avverse, e con estrema scarsità di viveri e di acqua si prodigava oltre ogni limite per contribuire alla salvezza dei 42 naufraghi dell’imbarcazione… lottando contro la fame, la sete ed il mare avverso».

Stromboli&”amarcord”. Se i marinai raccontano “vecchie” storie di guerraultima modifica: 2011-05-03T10:45:59+02:00da leonedilipari
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