Stromboli – Dramma nella vulcanica isola delle Eolie. Stefano Scibilia, 41 anni, ha perso la vita. Dopo tre giorni di coma. I familiari non si danno pace. L’isolano, dipendente della Protezione civile, è deceduto al “Papardo” di Messina dove era stato trasportato con l’elicottero del 118 dall’isola di Stromboli.
Era finito in rianimazione, ma non si è piu’ ripreso. Il suo cuore ha cessato di battere. L’isolano, che conviveva con l’argentina Miriam Esciarib, due bimbe di 5 e 2 anni, si era sentito male nella mattinata di mercoledi’ scorso. Aveva accusato stanchezza e debolezza. Era stato richiesto l’intervento della guardia medica. Il sanitario subito intervenuto, dopo la visita ha ritenuto che il malessere sarebbe stato causato dalla “pressione bassa”. Ha praticato una puntura, ha consigliato riposo e di rimanere a letto. Nel pomeriggio però le condizioni di Stefano sono peggiorate.
Ed è scattato il campanello d’allarme, anche perchè a tratti senbrava svenuto e balbettava. Richiesto nuovamente l’intervento della guardia medica, il sanitario appena giunto nella casa di Scari, ubicata vicino alla statua di padre Pio, si è subito reso conto che la situazione era precipitata. Ha praticato una flebo e immediatamente ha richiesto l’intervento dell’elicottero del 118 che – dicono i familiari – è giunto dopo circa tre ore.
Trasportato nel pomeriggio di mercoledi’ a Messina è giunto in coma. La sue condizioni sembravano disperate. Ricoverato in rianimazione, dopo tre giorni è deceduto. I familiari – come anticipato – non si danno pace. Dice lo zio Francesco: “Non si può morire cosi’. A 41 anni. Un nipote che era pieno di vita. Sempre sorridente. Stava bene. Ricordo che solamente ad un anno era stato seriamente male, ma era stato salvato, grazie al pronto intervento di un medico di Lipari, il dottor Gianni Iacolino che era sbarcato da una motovedetta, non ricordo sei dei carabinieri o della guardia costiera. Non si può e non si deve morire cosi’. Anche se a Stromboli (e non solo direi) ormai può accadere di tutto”.
I genitori, papà Giuseppe e la mamma Susy Beverly, di origine australiana, si trovavano proprio nella terra natia, a Melbourne dove erano andati a trovare una miriade di parenti. Ma da Stromboli hanno ricevuto la terribile telefonata. E con il primo volo hanno raggiunto l’Italia e quindi Messina. Il “Papardo” è diventato meta di pellegrinaggio di familiari e amici. E ora per l’ultimo saluto sarà trasferito nella “sua Stromboli”.