L’eruzione dello Stromboli al centro dell’attenzione in un vertice che si è tenuto in prefettura a Messina. Presenti il prefetto Stefano Testa, il sindaco Marco Giorgianni, rappresentanti della Provincia, della Protezione civile e delle forze dell’ordine. Nel corso della riunione è stato confermato che la zona che desta maggiormente preoccupazione è quella del costone ove scende la sciara del fuoco che finisce in mare e che ha scatenato la “nube gigantesca”.

Continuano difatti a registrarsi un trabocco lavico, fenomeni di rotolamento di blocchi incandescenti lungo la Sciara del Fuoco e un progressivo aumento dell’attività vulcanica sui crateri sommitali che dagli abitanti anche del borgo di Ginostra è stata avvertita stamane. 

Sul cratere continua ad registrarsi un forte aumento del tremore, seguito da una spiccata deformazione del suolo nella parte sommitale. L’aumento del flusso di lava, scorrendo lungo la Sciara del Fuoco ha innescato frane di lapilli incandescenti. “Per fortuna il crollo del materiale lavico lungo il costone – dicono i vulcanologi – non è stato ai livelli del 2002, allorquando vi fu l’onda anomala che fece tremare non solo gli eoliani”. E’ proprio il costone a rischio – in sostanza – che desta le maggiori preoccupazioni tra gli esperti dell’Ingv e della Protezione civile.  

Il sindaco Giorgianni considerato che dopo 10 anni a fine dicembre è cessata “l’emergenza straordinaria vulcanica” e si è passati ad una “emergenza ordinaria, con tutti gli impegni che dalla protezione civile nazionali sono passati al Comune, ma senza poteri speciali, ha richiesto interventi straordinari. “Occorre – ha puntualizzato – prevedere il potenziarmento di tutte quelle che sono le attività, in modo tale che se si verifica una emergenza, come quella che stiamo vivendo in questi giorni, siamo in grado di intervenire tempestivamente e non attendere gli arrivi dalla terraferma”. Il sindaco Giorgianni ha ricordato che nella “zona rossa”, quella maggiormente a rischio in caso di tsunami (a una decina di metri dal mare), vi sono una decina le famiglie che vivono e sono state maggiormente  allertate.