AMARCORD. Filicudi&presunti mafiosi

filicudimafiosi.jpgNel maggio del 1971, con alcuni provvedimenti dell’autorità giudiziaria di Trapani e di Agrigento (sezione prevenzione) si decise di inviare, a soggiorno obbligato, quindici boss della mafia siciliana nell’isola di Filicudi . Fra questi vi era, anche Gaetano Badalamenti di Carini(Palermo)che, all’epoca aveva 47 anni. Inteso con il nomignolo “Battaglia”(dal cognome di sua madre) era considerato un mafioso appartenente alla cosca dei fratelli Greco di Ciaculli, avversari di Angelo La Barbera.Incluso nel rapporto dei “54”, venne assolto per insufficienza di prove dall’accusa di associazione a delinquere dalla Corte D’Assise di Catanzaro.Secondo i rapporti della polizia e della magistratura la sua principale attività era il traffico di stupefacenti.

Gli abitanti di tutte le sette isole Eolie rimasero sorpresi e perplessi per l’incredibile ed inverosimile decisione di portare i mafiosi a Filicudi e manifestarono il loro dissenso e disappunto in modo deciso e determinato. I “sorvegliati speciali” giunsero da Messina a bordo di un aliscafo della Società S.A.S. e sbarcarono sull’isola (a Filicudi Porto) alle ore 11 del 26 maggio 1971, accompagnati da una cinquantina di agenti di Pubblica Sicurezza.Dopo due giorni giunse una nave con a bordo i carabinieri ed una traghetto con altri militari (circa 500) e mezzi da sbarco (camion ed idranti) che non serviranno a niente anche perché sull’isola vi erano soltanto dei sentieri.Fra l’altro ogni azione di protesta e di sciopero generale non sortì l’effetto sperato, cioè quello di trasferire altrove il gruppo dei mafiosi, i quali , a loro volta,si lamentavano per la vita dura che trascorrevano sull’isola.

Lo stesso Badalamenti, intervistato da un giornalista,con un tono di voce ed espressioni articolate e sicure che lo contraddistinguevano, sosteneva che a torto veniva ritenuto un mafioso.
Intanto gli abitanti di Filicudi decisero, con strazio e dolore, di partire dall’isola, portando con loro anche gli ammalati ed alcuni animali domestici.Un vero e proprio esodo di massa che, però, fu determinante per convincere la Corte D’appello a trasferire i mafiosi (che si trovavano da un mese a Filicudi) nell’isola dell’Asinara, in Sardegna a bordo della nave militare “Aldebaran”.
Diversi anni fa, Gaetano Badalamenti (detenuto nel carcere di Fairton -Stati Uniti dove è deceduto) era stato condannato all’ergastolo dalla Seconda Corte D’Assise di Palermo per essere stato il mandante dell’omicidio di Giuseppe Impastato, il giovane militante di Democrazia Proletaria ucciso , a Cinisi, l’8 maggio del 1978 che, con la sua radio libera aveva denunciato le collusioni tra mafia e potere politico siciliano.

La storia di Giuseppe Impastato è stata raccontata nel film “I cento passi”:
Badalamenti era diventato il bersaglio della coraggiosa ironia del giovane che ,tramite il microfono della radio lo definiva “Tano Seduto” e lo accusava di essere il capomafia del paese, un trafficante di droga e di altri traffici illeciti.
All’epoca i killer della mafia cercarono (e ci riuscirono) di depistare le indagini e prepararono una messinscena nella quale doveva apparire che Giuseppe Impastato era saltato in aria mentre cercava di compiere un’azione terroristica, collocando una bomba ai piedi di un traliccio lungo la linea ferrata nei pressi del suo paese.
Soltanto molti anni dopo gli investigatori, con l’aiuto dei collaboratori di giustizia, sono riusciti a scoprire che l’ordine di assassinare in modo così brutale il giovane era partito da Cosa Nostra.
E poi è arrivata la sentenza (accolta con commozione dalla madre Felicia) che ha posto fine alla lunga impunità di Tano Badalamenti perché “giustizia è stata fatta”.

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Ecco una serie di foto rinvenute nell’archivio del quotidiano l’Unità. 

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AMARCORD. Filicudi&presunti mafiosiultima modifica: 2011-02-07T14:10:00+01:00da leonedilipari
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