Lipari. Il maestro Giovanni Giardina recita un monologo. Ogni anno lo sbarco dei Saraceni!

Caro Bartolino consentimi di ringraziare te e tutto lo staf del Notiziario delle Isole Eolie per gli auguri del mio compleanno. Un grazie anche a tutti gli amici  vicini e lontani che si sono ricordati di me . All’amico Felice D’Ambra  da Cagliari invece dico:  Ritorna o figliol prodigo, se ritorni per te uccideremo il vitello piu’ grasso e so nni  truvamu, cacchi du cunigghia malati, i truvamu sempri piedi piedi  pi tti .

giovanni-giardina.JPGUn caro abbraccio a tutti . Giovanni Giardina
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Ogni anno lo sbarco dei Saraceni!
di Giovanni Giardina

 

Ritornano con l’estate le tradizionali grandi feste popolari, note anche all’estero ( come la festa del S. Patrono ), feste religiose, rievocazioni di storie e di leggende antiche, che ogni anno attraggono paesani e forestieri, con il loro fascino immutabile, rinverdito qualche volta dall’accorta promozione turistica dei vari enti, tra cui il Comune ed associazioni, come il Centro studi, ma nella gran parte dei casi certamente, dalla rinnovata cura di ogni riproposizione.

Sono stati negli anni crescenti i successi, tanto che piano piano si sta andando verso il progetto di cancellazione ( Grande conquista ! ) dal calendario delle manifestazioni dell’estate eoliana e un grazie anche a chi, per tanti anni, è riuscito a rendere più ricche ed invitanti le pigre serate alle Eolie .

Non vorrà certo sfuggirmi il tradizionale e ormai puntuale mese di Agosto, che rievoca : “ Lo sbarco dei Saraceni “

 

Riecheggia nei nostri timpani, a ciel sereno, una cannonata, l’arrivo di navi pirata, avvistate al largo. La gente spaventata fugge urlando, grandi falò vengono accesi sulle torri, le campane impazzite chiamano a raccolta gli uomini .

Dopo attimi di smarrimento, la folla si raduna in massa sul sagrato delle chiese, i marinai più abili mettono in mare le loro scialuppe e con esse , gli armati, quelli rimasti a terra, approntano i cannoni sulle torri più alte e illuminate.

Intanto le navi Saracene, sono già vicine ed iniziano una battaglia navale lunga e cruenta, con cannonate, frecce incendiarie, abbordaggi, frastuoni, duelli corpo a corpo, uomini finiti in mare, esplosioni di brulotti, navi incendiate ed abbandonate, che vanno alla deriva.

                                           

Hanno la meglio i Pirati, che con ogni sorta di schiamazzo e suoni di trombe e tamburi, sbarcano sulla spiaggia , si inginocchiano rivolti alla Mecca per una breve preghiera e subito a ondate, vanno all’attacco verso il paese, inerpicandosi per scale e stradine di Lipari, illuminate da torce e incendi, tra spari e devastazioni, urla di donne e bambini, atterriti, ormai prede dei barbari.

E ancora duelli sui tetti e terrazze, uomini trafitti e scaraventati giù dalle mura.

La resistenza è dura e tenace, il desiderio  e la speranza di salvare il proprio paesino è talmente forte, che solo la morte può spegnerlo.

Un’ultimo sforzo, un’ultimo lampo di genio, la disperazione, l’orgoglio, quando tutto sembra  ormai perduto, l’ultimo guizzo e si riesce a buttare in  mare il saraceno invasore .

In fuga verso le loro navi, i pirati portano con se quanto riescono a razziare, lasciando dietro scie di sangue e di fuoco…….

    Riprendono il mare !

                                                   Cos’è cambiato da allora ?

Non abbiamo conservato bene  queste tradizioni ?

Non sono quasi le stesse tremende scene , che ogni anno, puntualmente in Agosto, si presentano ai nostri occhi increduli ?

L’estate eoliana non morirà mai, ormai fa parte  di noi stessi, popolo marinaro che, abituato a questi tipi di assalti, si è attrezzato per la  resistenza , ma con forme diverse dal 1544.

Ci siamo fatti furbi ? Non li respingiamo, non li combattiamo, anzi li accogliamo, gli diamo da bere e da mangiare, condividiamo con loro quel poco che abbiamo, l’acqua, la stanza, il bagno, tutto.

Li divertiamo e facciamo si, che le loro serate siano piacevoli.

Anche “ i Saraceni “ oggi però sono diversi : Non rubano , non saccheggiano, non bruciano i nostri villaggi, anzi sono diventati un bene prezioso , sono portatori di benessere e di lavoro.

Le nostre forze, le nostre capacità , le nostre arti, le nostre attenzioni, sono rivolte a loro.

                                        

Ogni  estate è sempre  la stessa storia, pur vivendo di queste invasioni, aspettiamo con ansia che venga la fine di Agosto.

Abbiamo un gran desiderio di arrivare al 24 per festeggiare il nostro Patrono S. Bartolomeo. Ogni anno, gran parte di noi è li, come a chiedergli il rinnovo della grazia. Per questo stiamo forse accalcati per assistere  ai botti del 24, quasi che quelle cannonate sparate dal nostro subconscio, ci aiutino  a mettere in fuga “ i pirati “.

Se una cosa è utile e bella, non si può desiderare che finisca. “ Allora qualche cosa non funziona !!  Quando i Saraceni diventeranno turisti ??

Alla fine di ogni estate intanto: sia per noi, che per loro, non resta solo che l’inventario  e ripetiamo sempre  :

                                         

“ Chi ha avuto , ha avuto……e chi ha dato , ha dato ! “

Lipari. Il maestro Giovanni Giardina recita un monologo. Ogni anno lo sbarco dei Saraceni!ultima modifica: 2013-08-11T10:47:00+02:00da leonedilipari
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