“Ho scritto t’amo sulla sabbia ed il vento a poco a poco se l’è portata via con se”…. Da quella canzone ad oggi sono passati 40 anni, ed a Vulcano le sabbie non ci sono quasi più e di nere ci sono le facce dei pochi vulcanari che hanno visto scomparire sia la spiaggia che l’albergo “Sabbie Nere”, quasi in contemporanea. Sembra che non sia colpa del vento, ma della costruzione del porto per la protezione civile e qualche malizioso dice anche di tutte le costruzioni che si sono affacciate sul mare con il beneplacito del quì “così fan tutti”. Difatti Vulcano é l’isola più “costruita” delle Eolie ed anche malamente. Indipendentemente da questo pessimo risultato ottenuto, oggi é il momento di vedere cosa si potrà fare prima che le restanti strutture turistiche affacciate sul mare di ponente vengano intavolate come la mitica  “Paranza”, quel bar ristorante il cui bancone era stato costruito con mezzo “vuzzu” tagliato per lungo. Adesso che la sabbia é volata ed é atterrata dove non deve stare, trasformando il territorio, si alzano le urla degli ultimi vulcanari-vulcanari. Forse anche in ritardo per queste sabbie che da nere sono diventate mobili per affogare la balneazione dell’isola ed altro ancora con e senza permessi. Giusto per insabbiare.