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Da Roma in linea Stefano Imbruglia. Dissesto idrogeolgico, solo l’1% dei fondi per la protezione del territorio

di Stefano Imbruglia

Allego un comunicato della CGIA Mestre che prende spunto dalle alluvioni in provincia di messina.

Il disastro avvenuto in queste ore nel messinese e le tragedie che si sono consumate nelle settimane scorse in Liguria ed in Toscana ripropongono l’annoso problema della scarsa disponibilità di risorse economiche pubbliche per la messa in sicurezza del nostro territorio. In realtà, sottolineano dalla CGIA di Mestre, i soldi ci sarebbero, purtroppo vengono destinati ad altre finalità.

“Così come è successo nelle settimane scorse in Liguria ed in Toscana, anche il disastro ambientale che stiamo assistendo in queste ore nel messinese – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – è in parte causato dalla mancanza di attività manutentive e di messa in sicurezza del nostro territorio. Tuttavia, sostenere che queste sciagure accadono anche perché non ci sono le risorse finanziarie disponibili per la tutela del nostro territorio risulta difficile, soprattutto a fronte dei 41 miliardi di euro che vengono incassati ogni anno dallo Stato e dagli Enti locali per la protezione dell’ambiente, di cui il 99% finisce invece a coprire altre voci di spesa. I soldi ci sono, peccato che ormai da quasi un ventennio vengano utilizzati per fare altre cose”.

Infatti, secondo la recente elaborazione realizzata dalla CGIA di Mestre, solo l’1,1% delle imposte ambientali pagate dai cittadini e dalle imprese italiane all’Erario e agli Enti locali è destinato alla protezione dell’ambiente. Il restante 98,9%, purtroppo,  va a coprire altre voci di spesa.

A fronte di 41,29 miliardi di euro di gettito incassati  nel 2009 (ultimo dato disponibile) dall’applicazione delle cosiddette imposte “ecologiche” sull’ energia, sui trasporti e sulle attività  inquinanti, solo 459 milioni di euro  vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale.

Insomma, tutta quella sequenza di imposte spesso sconosciute che paghiamo quando facciamo il pieno alla nostra autovettura, quando paghiamo la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell’auto o l’assicurazione della nostra auto non vanno  a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte.  La CGIA sottolinea che la selva di tasse ed imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissima. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte “verdi” sono: energia, trasporti ed inquinamento.

Da Roma in linea Stefano Imbruglia. Dissesto idrogeolgico, solo l’1% dei fondi per la protezione del territorioultima modifica: 2011-11-23T14:59:00+01:00da
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