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Eolie, Comune&Elezioni

di Michele Giacomantonio

Perchè nel 2001 sono stato sfiduciato. Risposta ad Imbruglia.

Caro Imbruglia, prima di affrontare l’argomento centrale della sua lettera (“perché sono stato sfiduciato”) mi permetta due precisazioni.

La prima, io non ho deciso di candidarmi a Sindaco ma ho dato la mia disponibilità a candidarmi a patto che si segua una determinata procedura e cioè che si formi un tavolo di personalità della realtà eoliana che, al di fuori dei partiti, stendano un programma di base ed un regolamento ed indicano una pubblica assemblea cittadina. Una assemblea ampia la quale dovrà lanciare un nuovo movimento civico e indicare un candidato a Sindaco sulla base di una votazione che spero vedrà diversi candidati. Ecco, uno di questi candidati sarò io e se dovessi risultate il più votato in assemblea mi candiderò a Sindaco se no darò il mio contributo di idee e se si vorrà di opere a chi risulterà designato. Preliminarmente ho chiesto al mio partito, il PD, di far propria questa linea cioè di non presentare sue liste e suoi candidati ne di appoggiare altri candidati ed altre liste se non quelle che passeranno per questa assemblea civica. Su questa richiesta, l’Assemblea degli iscritti al PD (un centinaio) decideranno domenica 29 mattina.

La seconda, lei sostiene che, nel complesso le mie giunte sono state un fallimento e che il mio è stato un fallimento politico. Certo lei è libero di pensare quello che vuole ma ritengo che a dieci anni di distanza molte cose dovrebbero farla riflettere perché l’orologio dello sviluppo di queste isole è ancora fermo al quel fatidico giugno del 2001 quando fu votata la sfiducia in consiglio comunale. La mia amministrazione ha portato le Eolie al riconoscimento di Patrimonio dell’umanità ma non si è fatto niente per mettere a frutto, con un piano di gestione, questo importantissimo riconoscimento anzi si è rischiato e si rischia di perdere il riconoscimento.

La mia amministrazione ha fatto ottenere alle Eolie due Patti territoriali che hanno rinnovato notevolmente sul piano dell’offerta alberghiera ed hanno portato contributi alle attività agricole e della pesca ma questo importante risultato non ha potuto produrre i suoi effetti positivi perché la riqualificazione dei servizi (portualità, ciclo dell’acqua, rifiuti solidi urbani) previsti dal piano “Eolie
2000” sono stati bloccati, o peggio stravolti come è accaduto per il ciclo dell’acqua. Si era promosso con le altre isole della Sicilia un piano di messa in sicurezza dei porti che vedeva al primo posto la creazione di una diga foranea di 200 metri Sottomonastero che avrebbe risolto, già almeno otto anni fa, il problema degli attracchi. Piano che è stato stravolto e frantumato proponendo in alternativa un megaporto velleitario quando di insopportabile impatto ambientale.

Potrei andare avanti parlando della società mista, della creazione dei centri di interesse, della promozione a livello nazionale del Dupim, della definizione della riserva marina, ecc. ecc. Io non so se c’è mai stata amministrazione nelle Eolie che ha prodotto tanto in soli sette anni ( di cui i primi tre con il consiglio all’opposizione). Forse sulla mia amministrazione si potrà emettere un giudizio più sereno quando, fra qualche mese, uscirà il mio libro “Sette anni da gabbiano” che parlerà di questa esperienza.

E da quella lettura si potranno capire anche le ragioni della sfiducia. Comunque, anche se brevemente, ad una analisi seppur schematica non voglio sottrarmi. Certo hanno contribuito alla crisi la ripresa di iniziativa di gruppi interni al movimento sia di natura politica sia come coagulo di interessi specifici che fino a quando “Una speranza per le Eolie” è stata partecipata ed attiva, non avevano spazio; certo ha influito un mio logoramento fisico ed la conseguente tensione nervosa impegnato in un tour de force feroce fra la gestione del movimento, la gestione del comune, la presidenza nazionale dell’ANCIM (associazione nazione comuni isole minori), i rapporti con le regioni, i rapporti col governo ed in particolare col ministero del tesoro, dei trasporti, dell’ambiente,ecc. Per rendersi conto di come questo impegno fosse frenetico basta consultare le relazioni semestrali dove, in appendice, si dava conto di tutte le missioni fuori sede e del loro costo (cosa che credo non sia usuale e che chi mi è succeduto si è guardato bene dal continuare).

Così quando tutto questo è finito è arrivato l’infarto. Ero divenuto irritabile, intrattabile, non riuscivo più a mediare come nei primi tempi,ecc. ecc.  Ma la vera ragione della crisi, a mio avviso, come già avevo preannunciato nelle mie relazioni semestrali, è consistita nel fatto che il salto di qualità che il Comune stava compiendo con l’avvio di progetti di grande spessore e il preannunciarsi di forti finanziamenti nazionali ed europei aveva scatenato gli appetiti di alcuni gruppi che avevano conquistato delle posizioni di forza dentro le nuove strutture ed in particolare nella società mista. Penso in particolare al gruppo che aveva vinto la gara per il controllo e la gestione della società di progettazione della Eolie servizi spa, e cioè l’Ecotecnica, che riteneva di poter intervenire sulla progettazione di tutto il Comune e non solo delle opere della società mista. Prove di forza e bracci di ferro favoriti da una legislazione incerta perché la nostra società mista era un progetto d’avanguardia ed infatti fu citata come modello persino in uno stage della Bocconi.

Quella dell’ abbandono della “ piccola rivoluzione iniziale  per abbracciare vecchi discutibili navigatori della politica locale”, mi creda dott. Imbruglia, mi è sempre apparsa come una leggenda metropolitana più che una credibile diagnosi della crisi. Al di là delle difficoltà e delle tensioni cui ho fatto cenno la vera ragione della crisi a mio avviso sta proprio nel fatto che il progetto che si stava implementando era troppo ambizioso e complesso per una realtà fragile quale era quella del comune di Lipari con una macchina amministrativa che si era cercato di qualificare con alcune importanti immissioni di dirigenti ma che rimaneva del tutto inadeguata.

Più di questo non saprei dire. Quando uscirà il mio libro forse si capirà di più il dramma che si visse fra il 2000 ed il 2001 e che credo riassumeva puntualmente il titolo della tredicesima relazione trimestrale . “Le Eolie fra provincialismi e mediterraneità”.

Eolie, Comune&Elezioniultima modifica: 2012-01-20T14:04:00+01:00da
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