Viviamo nei ricordi degli emigranti. Quelli che non ci sono più, quelli che ritornano, quelli che ci scrivono, quelli che hanno le Eolie sempre nel cuore. Fra musei, promesse di essere sempre eoliani anche quando si compra il biglietto dei traghetti e aliscafi, l’emigrante da noi battezzato E.E., vive le Sue origini sempre con un grande sorriso che però nasconde un doppio velo di tristezza. Uno per essere partito, due per ritrovare anno dopo anno, isole con problemi irrisolti anzi aumentati. Nei momenti degli incontri con i “paesani” locali spesso si sentono dire:” biatu tu cà tinni isti i fora” (ah proposito: al Comune di Lipari che fine ha fatto la tanto “sbandierata” delibera per far pagare i nativi delle Eolie sparsi nel mondo (“eolian-australiani” esclusi perchè già da diversi anni per loro il provvedimento è stato attuato) come residenti? Come vanno le cose per gli uni e gli altri è ben risaputo da ognuno di noi. Sia per chi è rimasto e sia per chi non. Così è anche l’Italia unita e dissociata, litigante e frenata, imbavagliata nell’aspetto tecnico-produttivo dalla sfrenata ed irrisoria busta paga del terzo mondo che produce industria a quasi costo zero.
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