di Agata Polizzi
Titolo emblematico chiaro e diretto. A’nciuia è a tutti i siciliani nota come l’alias, l’altra identità.
Ed è proprio da questa singolare e bizzarra attitudine meridionale alla ‘nciuria che parte la ricerca di Emilie. Ricerca anche antropologica, oltre che strettamente dell’immagine.
Ritratti molto interessanti, intensi. Uomini, ragazzi, gente di mare. Ad ogni ritratto corrispondono due nomi, due realtà. Il nome proprio, anagrafico, e la ‘nciuria. La storpiatura talora azzeccata, più vera del vero. Talora nome di animale, aggettivo o traccia caratteriale.
Lo sfondo della narrazione è il paesaggio suggestivo di Lipari. Paesaggio e luce che la fotografia racconta con scorsi e note poetiche davvero raffinate.
Il curatore della mostra, Giuseppe Maiorana, commenta: “Queste immagini vogliono quasi essere la chiave per entrare in contatto con il luogo ma nello stesso tempo con gli animi e gli sguardi di chi lo abita e di chi lo vive. Sembra quasi di trovarsi dentro un gioco delle parti pirandelliane, in cui il concetto della vita e del cristallizzarsi delle norme è spiegato con
Emilie Di Paola è appena ventenne, pur vivendo oramai a Roma da tempo, ricorda la sua infanzia nell’isola. Ne conserva la memoria. La racconta. La interpreta. Con disarmante semplicità. Il risultato e una mostra giovane, fresca. Ingenua e divertente.