Un altro esilarante successo portato a segno dalla compagnia teatrale “Piccolo Borgo Antico” di Pianoconte di Lipari! Dopo la prima, presso Rinella, in data 08 Agosto, la “scuderia di Tindara Falanga” ha ritentato la carta del Dyscolos di Menandro, ridandogli vita e voce ieri sera, 19 Agosto, nella nota- ma pur sempre d’impatto- cornice dell’anfiteatro del Castello. L’opera classica, che vanta al suo attivo la veneranda età di 2300 anni, ha subito una scoppiettante rivisitazione a cura della regista e dei giovani interpreti che l’hanno “indossata”, uscendo dagli steccati della letteratura di selezione per adattarsi alle corde emotive di una platea ad ampio raggio. Il pubblico è
Una visione del mondo- quella che Menandro ha suggerito al “Piccolo Borgo Antico”- dalle multiformi sfaccettature, passando, con stacchi mai abbaglianti ma oculatamente sfumati, dai toni saggi e ravveduti del consigliere Cherea (Andrea Lorizio) alle virtù di donne vereconde e pietose (Tiziana Lauricella) tutte casa e “tempio” o – ancora – dagli sbuffi di un padre ubriaco e ingordo (Gianluca Veneroso) che non vede aldilà delle sue ricchezze alla grazia ninfale di una fanciulla (Cristina Sardella) ignara del peso che la sua bellezza determinerà nel fitto ordito dell’intreccio. Ottime ricostruzioni scenografiche in cui l’antico non evolve in “ruggine” ma evapora in sobria ricostruzione; musiche perfettamente in simbiosi con le voci del copione; accorgimenti nel trucco/parrucco e nei costumi mirati a rendere fisici e visibili i caratteri distintivi di ogni singola vita che incrocia il destino di Cnemone. Da segnalare la presenza, tra gli spettatori, del noto regista Luca De Fusco, sperimentatore instancabile delle inferenze che la cultura classica ha conferito e continua a regalare all’arte scenica, soprattutto in questa Sicilia che trasuda reminiscenze elleniche ancora ben radicate nei suoi accenti artistico-culturali . Entusiastici e positivi, al termine della rappresentazione, i giudizi che De Fusco ha speso in favore della compagnia, stringendo la mano ai suoi singoli componenti e sollecitando la “sua anima creativa”, la sig.ra Falanga, a percorrere ulteriori forme di sintesi tra tradizione e modernità.
Grazie ancora una volta a Tindara e ai suoi artisti per aver rispolverato dal mondo classico un magnifico carillon di colori e impressioni, sospesi in perfetto equilibrio tra il ricordo del passato e l’evidenza del presente!
Grazie per essere riusciti a trasferire l’audace consapevolezza che il teatro si nutre non di sole parole, ma di emozioni vive…impastate di gesti, citazioni, timbri e pulsioni che un semplice canovaccio a stento riuscirebbe a contenere