«Politiche clientelari, sperpero di denaro pubblico, sperequazioni sociali – si legge nel documento finale – emergono sempre più a tutti i livelli, provocando il forte senso di antipolitica e la disaffezione della gente verso la ‘cosapubblicà». Per la Cesi «la crisi in atto richiede ben altri
atteggiamenti e scelte da parte della classe dirigente che non possono non essere ricondotte alla ricerca del bene comune e alla dignità del popolo siciliano».
«Il crescente disagio sociale, causato dall’emergenza lavoro – osservano i vescovi – sta provocando l’aumento vertiginoso di richieste di aiuto anche economico da parte di tante famiglie che si rivolgono alle parrocchie e alle Caritas. E le prospettive non lasciano margini di ottimismo: sempre più aziende infatti chiudono i battenti lasciando le famiglie dei lavoratori nella disperazione».