Provocazione intellettuale o preventiva difesa della mancanza di volontà della giunta di stabilire a Lipari un minimo di rispetto delle regole? Come definire la riflessione del portavoce del sindaco sulla legalità? Anche se sono un po’ malizioso, opto per la provocazione intellettuale.
Nella nota ci si domanda se “la gran parte degli Eoliani voglia la legalità”. Poi continua “ Siamo sicuri che una maggiore presenza dei vigili a Canneto per fare rispettare la regolarità dei parcheggi, la circolazione, l’occupazione del suolo pubblico sia quello che gli abitanti di Canneto veramente vogliono?”. Ed ancora: “ quando due vigili hanno deciso di verificare la regolarità dell’occupazione del suolo pubblico. Appena sono arrivate le prime contestazioni ecco subito le proteste…….” con gente che avrebbe detto “Ma come vi permettete, ora chiamo subito il Sindaco e ci divertiremo” mentre due funzionari procedevano con controlli a tappeto.
Sorgono spontanee una serie di domande: che cosa si pensa di fare per quelli che voi ritenete siano una minima parte della cittadinanza ( gli eoliani sono in maggioranza dei selvaggi?) , lasciarli in balia dei prepotenti? I danneggiati devono comprarsi delle pistole o armarsi di bastone per fare tutelare la legge? Lasciamo che ognuno possa parcheggiare dove meglio gli aggrada e gli altri si fottano? Invitiamo quelli che vogliono rispettare le leggi ad adeguarsi alle barbare usanze? ecc.
Se qualcuno ha risposto “chiamo il sindaco e ci divertiremo”, se non ha millantato, come è probabile, vuol dire chi lo ha detto è abituato ad ottenere privilegi dal sindaco Giorgianni. Siccome non credo sia così, è urgente che il sindaco a tutela della sua persona smentisca pubblicamente che nel comune di Lipari esistano tali favoritismi.
A chi si pone questi quesiti non passa per la mente che tra lo sviluppo economico e rispetto delle regole ci sia una stretta correlazione . Se le zone più economicamente sviluppate dell’Europa e dell’Italia sono quelle nella quale il rispetto delle regole non è un optional ci saranno dei motivi. Ragioni che non si possono addebitare al destino cinico e baro.
Una considerazione sul metodo dei controlli a tappeto. Conoscendo i miei polli in un precedente intervento scrivevo di “ottusa repressione”, forse avrei dovuto scrivere repressione furbastra. Quando si vuole rendere impopolare una misura si utilizzano metodi, in questo caso i controlli a tappeto, che amplino il più possibile la platea delle “vittime”. Più si vessano i piccoli trasgressori, maggiore sarà la resa.
In Italia esistono una miriadi di leggi e non è raro trovare casi interpretazioni contrapposte tra gli addetti al controllo, ha quindi buon gioco lo “scrupoloso” controllore a scovare infrazioni in una qualsiasi campo. Si colpiscono così indiscriminatamente il maggior numero di persone, mettendo sullo stesso piano le piccole infrazioni e le grandi infrazioni. Colpendo ad esempio allo stesso modo quello che aveva “lucrato” un metro di suolo pubblico con l’altro che ha aperto un ’attività completamente abusiva , oppure quello che ha evaso tasse per 10 euro e quello che lo ha fatto per milioni di euro, o chi ha lasciato mezza ruota parcheggiata fuori dalle strisce con l’amico che ha parcheggiato in mezzo la strada impedendo lo scorrere del traffico.
Facendo di tutta l’erba un fascio, si ottiene una maggiore disapprovazione dell’azione, rendendola impopolare. Cosicché le amministrazioni comunali possano scrivere riflessioni sulla legalità e difendendo implicitamente l’illegalità.
Quante volte ci è successo nella nostra vita di sentire tesi, in buona fede, che giustificavano l’esistenza della mafia? Il principio della riflessione è lo stesso.
La legalità, se la si vuole ripristinare, si ottiene con il controllo costante e non episodico del territorio, utilizzando sopratutto il buonsenso. Se non siete capaci di far rispettare le regole di possono prendere delle lezioni. A Lipari suggerisco rivolgervi all’ex maresciallo Gisabella, penso che sicuramente metterà gratuitamente la sua esperienza a vostra disposizione .