di Lelio Finocchiaro
L’ULTIMA THULE
Il nome Thule evoca mondi perduti o irraggiungibili, storie di popoli dimenticati e di uomini giganteschi. LEGGI TUTTO
di Lelio Finocchiaro
Il nome Thule evoca mondi perduti o irraggiungibili, storie di popoli dimenticati e di uomini giganteschi. LEGGI TUTTO
di Cristina Leone*
Il progetto delle visite guidate dell’associazione Guide turistiche Eolie Messina Taormina si conclude con le ultime due date, venerdì 29 settembre alle ore 17.30 e domenica 1 ottobre alle ore 10.00.
Domenica 1 ottobre, prima domenica del mese di ottobre, l’ingresso al Museo archeologico di Lipari, alla Cattedrale di San Bartolomeo e al chiostro sono gratuiti.
Sorgente: Lipari, al castello ultime due visite guidate
di Lelio Finocchiaro
ABELARDO ED ELOISA
Secondo Dante l’amore non è un concetto vago nè un indefinito sentimento umano, ma una vera e propria forza fisica che regola tutta la natura. E infatti l’ultimo verso del Paradiso recita “…l’amor che move il Sole e le altre stelle”.
Leggi tutto: Cenni Storici. Rubrica a cura del dottor Lelio Finocchiaro
Lipari – L’uomo ha sempre cercato, fin dai tempi più remoti, di adornarsi con oggetti la cui rarità o la difficile reperibilità conferivano personalità, importanza e prestigio nell’ambito della comunità. Sembra strano, ma l’uomo probabilmente pensò dapprima ad adornarsi e poi a vestirsi. Nella preistoria, l’attenzione degli ornamenti era rivolta ad oggetti di difficile reperibilità costituiti da conchiglie, denti di animali, le cui origini risalgono a circa 40.000 anni fa. Gli ornamenti spesso conservano un valore di amuleto, per proteggere da malattie e dalle forze del male. Già con la preistoria l’uomo scopre l’oro, che per gli Egizi rappresentava la carne di Amon-Ra, dio del sole.
L’oreficeria si raffina nel tempo, con i famosi orafi etruschi e durante l’età ellenistica (III-II a.C.) con la produzione di splendidi gioielli abbelliti da intarsi di pietre dure. La civiltà romana fu invece la prima ad utilizzare l’anello come segno di fidanzamento oltre alle funzioni di sigillo e talismano. Al desiderio di adornarsi con oggetti, nasce anche la cura del corpo, prima con evidenti segnali di distinzione in particolari riti religiosi (olii profumati, terre colorate), poi in età greca si afferma l’arte della cosmesi, la “kommotikè techne”, rivolta soprattutto al mondo femminile come ancora la conosce la donna di oggi. Buona parte di questa storia è
rappresentata dai ritrovamenti archeologici e Lipari offre un ricco panorama di manufatti di assoluto prestigio ed importanza. In mostra i più raffinati reperti a partire dall’età del Bronzo fino all’età romana.
Al convegno inaugurale sono intervenuti:
Maria Clara Martinelli – archeologo Parco Isole Eolie – Curatrice della mostra
Michele Benfari Dirigente del Museo – Presentazione dell’evento:
Maria Concetta di Natale – Università di Palermo – I criteri di museologia per l’oreficeria;
Aurelio Pes – drammaturgo – Donne, dandy e profumi;
Umberto Spigo Direttore del Parco – L’iconografia femminile greca.
L’intervista alla dottoressa Maria Clara Martinelli.
http://www.bartolinoleone-eolie.it/martinelli22062013.wmv
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Costituita l’associazione ” Amici del Museo Archeologico Eoliano”.
Presidente Lino Natoli. L’intervista.
http://www.bartolinoleone-eolie.it/LINONATOLI22062013.wmv
Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari, come altri musei siciliani, presta al Getty Museum di Los Angeles alcuni prestigiosi reperti che saranno esposti in un importante mostra organizzata dal Getty Museum in collaborazione con l’Assessorato Beni Culturali della Regione Sicilia dal titolo “Sicily. Art and invention between Greece and Rome”.
L’esposizione avrà luogo dal 3 aprile al 19 agosto, ma già dal 5 marzo i reperti del museo di Lipari verranno imballati per il lungo viaggio oltre oceano.
Meravigliosi manufatti trovati nella necropoli greca e romana di Contrada Diana a Lipari che facevano parte dei corredi delle tombe o nel caso dei crateri, contenevano le ceneri dei defunti.
Uno dei pezzi del Museo più noti nel mondo, è Il Cratere a calice a figure rosse datato alla fine del IV sec. a.C. Sul lato principale è raffigurato Dioniso mentre, su di un palcoscenico ligneo, assiste all’esibizione di una ballerina acrobata ed alla recita di due attori comici mentre da due finestre in alto appaiono i volti di altri due attori comici con maschere femminili.
Il vaso è stato sottoposto in questi mesi ad un accurato restauro per meglio garantire la sua conservazione.
I crateri a figure rosse con scene dedicate alla personalità della divinità Dioniso insieme all’usanza di deporre nei corredi modellini di maschere in terracotta di personaggi della commedia e della tragedia, rappresentano un patrimonio esclusivo di Lipari. Insieme infatti, partiranno, sempre con l’aiuto dello scirocco, anche cinque modellini di maschere teatrali fra cui Hades e Herakles e la maschera ritratto del grande commediografo Menandro.
Parte anche un ‘altro cratere a figure rosse del Pittore di Hecate (fine IV sec. a.C.). Sul lato principale è raffigurata una scena tratta dalla perduta tragedia “Alcmena” di Euripide La protagonista è raffigurata al centro sulla pira eretta da Anfitrione deciso a punire la supposta fedifraga.
Infine, lo specchio in bronzo (fine IV sec. a.C.) con il manico figurato a rilievo su cui è modellato Eracle in lotta con l’Amazzone.
Lipari – La secolare chiesa di Santa Maria delle Grazie, rischia di cadere a pezzi. All’interno della navata è crollato il delicatissimo coro con le sue decorazioni settecentesche (oramai perdute per sempre), cosi’ come anche l’area vestibolare.
Ma oramai è tutto il luogo sacro con i suoi “gioielli” che custodisce che è a rischio. Che la chiesa sia ormai a perdere è suffragato dalle continue richieste che negli ultimi anni sono state lanciate dagli amanti di questo patrimonio storico-culturale e anche dai responsabili del museo archeologico di Lipari, alla Soprintendenza, piu’ volte, alla Curia, al prefetto senza ricevere alcuna risposta concreta.
Dall’anno scorso, e cioè da quando è crollato il delicatissimo coro con le sue decorazioni settecentesche (oramai perdute per sempre), tutto è stato lasciato nel modo che si evince dalle foto. Di fronte a questo patrimonio che giorno dopo giorno continua a cadere a pezzi, tra gli isolani c’è grande indignazione, anche perchè è per l’insipienza e l’incuria che si verificano casi del genere. Alcuni vacanzieri che hanno avuto modo si
visitare il l”luogo sacro” che è ubicato all’interno della roccaforte spagnoleggiante del castello, di fronte a tale degrado hanno manifestato un forte sentimento di disprezzo verso le autorità preposte (in testa l’assessorato regionale dei beni culturali) che non sono capaci di tutelare e valorizzare i tesori che i predecessori hanno lasciato alla maggiore isola delle Eolie. Alcuni isolani sono anche intenzionati a indire una petizione da inviate al nuovo assessore regionale Antonio Zichichi. Un appello lo lanciamo anche alla giunta Giorgianni. I cittadini si chiedono dov’è l’Unesco? Siamo o non siamo “Patrimonio dell’Umanità”. Ma qui ormai il “Patrimonio è a perdere…”.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie (in particolare) venne rinnovata nel 1700 dal vescovo Ventimiglia che vi volle collocare un organo sulla porta d’ingresso e che dotò la chiesa di un numero doppio di altari. Le forme settecentesche sono giunte praticamente inalterate anche nella sua decorazione plastico pittorica. Gli affreschi, datati 1708, sono opera del pittore Alessio Cutrono e il pavimento è realizzato in mattonelle di ceramica bicolore dell’inizio del XVIII secolo. Ma ora tutto questo patrimonio se non si interverrà in tempo utile, rischia di fare una fine davverso ingloriosa.