Lipari, Acquacalda&cani

emottola.jpglgulotta.jpgdi Enzo Mottola

Tanto per chiarire il mio evidente crittografico messaggio: NON CE L’HO CON I CANI! NON CE L’HO CON IL SIGNOR RIZZO NERVO(che cordialmente saluto) da me citato (cfr. testo lettera del 23/08/13) come “personaggio di tutto rispetto” e non persona di rispetto (maliziosamente fraintendibile) e Very important person (che non è una cattiva parola).

-di Laura Gulotta

Egr. sig. Mottola, ritengo la sua sia ormai una questione di puntiglio per i cani di Acquacalda! La figura del “cane di quartiere” non è stata istituita dall’amministrazione comunale bensì viene recitata da una specifica legge in materia di randagismo! Rileggendo poi la sua “lettera aperta” viene da chiedersi PERCHE’ lei sig. Mottola preferisce “tacere” su situazioni di casi di maltrattamento animale ed
“urlare” per situazioni superabili e tollerabili? Certo è che questi 3 cani, Nerina, Cappuccino e BoBo detto Bartolomeo, non sono stati posti in spazi di sua proprieta’ ma in luoghi pubblici ove non è di certo lei a poter/dover  legiferare. La vera tristezza ed amarezza oggi è data dal fatto di non avere un referente all’altezza delle situazioni in materia di randagismo presso il nostro comune perchè il libero arbitrio non deve esistere quando si ricoprono cariche socialmente importanti! Mi auguro che presto si potra’ dialogare con persone qualificate per  concertare un programma valido quando la presenza di medici veterinari e personale volontario dell’ ENPA e dell’asso.ne Eolo a  4 zampe onlus ha già dimostrato la validita’ del proprio operato come mai visto in questo comune! Si va avanti per sinergia di forze e non per cercare ostacoli da porre!

– di Enzo Mottola

Gentile Dott.ssa Gullotta, “La mia libertà finisce dove inizia la libertà di chi mi sta accanto”. Da sempre ho improntato la mia vita sull’osservanza di questa massima, o almeno ci ho provato e continuerò a provarci. Quindi la base del vivere civile è il rispetto reciproco: rispetto personale, comportamentale,  delle idee di ciascuno di noi. In mancanza di ciò ognuno si assume le proprie responsabilità. La decisione unilaterale dell’Amministrazione di istituire i cosiddetti cani di quartiere, lede la libertà di coloro i quali, per svariati motivi, non sopportano la convivenza con questi animali (cinofobia, allergie, tutela personale e così via). Non a caso è sancito chiaramente (a livello nazionale e Lipari fa parte dello Stato Italiano) che il cane di quartiere è tale se richiesto espressamente da un  certo numero di persone, previa osservanza di precipue procedure e assunzione di conseguenti responsabilità. Non mi risulta che ci sia stata alcuna petizione  a riguardo per cui mi sembra trattarsi di mera imposizione finalizzata allo scaricarsi di ogni responsabilità.

Tutto ciò a prescindere dal soggettivo amore per i cani, sicuramente le vere vittime della “bestialità umana”. Per ciò che riguarda la mia libera scelta di vivere su un’isola, immerso nei profumi, nei colori, nella tranquillità di una natura ancora sufficientemente incontaminata, ovviamente non prevedevo, e non prevedo, la forzata convivenza con un bestiario rumoroso. Sono bombardato quotidianamente, dalle primissime luci dell’alba (le 3, le 4 del mattino per intenderci) fino al tramonto, cioè  16-18 ore al giorno, con una frequenza media di 10-20 secondi, da un lacerante suono non di uno ma di sei o sette galli, in estenuante gara di potenza canora; il chiocciare assordante di forse una quarantina di pennuti, lasciati sempre liberi di scorazzare, maleodoranti, per tutto il giardino, fin sotto la rete di confine; i latrati strazianti di (forse) 2 cani tenuti da anni legati ad una corda di meno di due metri e relegati sotto una tettoia di indecifrabile materiale in qualsiasi condizione atmosferica; il belare e le cornate di alcune capre costrette in un inqualificabile recinto;  gli urli e le bestemmie dei proprietari dei suddetti animali. Con tutta sincerità, gentile Dottoressa, in tale scenario non ci trovo nulla di bucolico, di sano amore per la natura, di amorevole cura degli animali. È’ piuttosto un’eclatante mancanza di rispetto dell’altrui libertà di vivere tranquillo. Provare per credere.

-Egr. Direttore,
da qualche giorno seguo con grande interesse la vicenda che ha coinvolto i cani di Acquacalda ed ho atteso i risvolti prima di scrivere in merito.
L’autore dell’articolo del cane che morde lo  straccione, che, come ben sappiamo, da anni si batte contro i cani randagi, questa volta ha avuto il tanto atteso premio: via dalla vista, sia pure per un VIP, i cani “aggressivi” che disturbano le passeggiate dei cani della “sua” frazione!! Nerina, Cappuccino e Bobo, sono tre cani che come la maggior parte di quelli esistenti hanno avuto la sfortuna di nascere sul nostro territorio dai tanti cani abbandonati dagli umani, sopravvisuti nonostante l’indifferenza dell’uomo e diffidenti verso lo stesso per le crudeltà subite dalle varie “azioni” che tutti conosciamo! Da tanti anni esistono persone che da sole od organizzate in associazioni ed enti, dedicano gran parte del proprio tempo alla lotta al randagismo, sacrificando tempo e denaro al fine di concorrere all’estinzione del fenomeno lottando contro chi vorrebbe sapere tutti i cani, esclusi i loro, rinchiusi nei canili dove l’impiego di ingenti somme di denaro pubblico serve solo ad arricchire le tasche di qualcuno a discapito di milioni e milioni di esseri condannati a sopravvivere in prigione da INNOCENTI!
La legge esiste e si deve applicare e far rispettare, bisogna promuovere quanto più possibile le sterilizzazioni e le collaborazioni tra comuni ed associazioni animaliste! Il nostro sindaco, Marco Giorgianni, ha dimostrato di voler combattere la piaga del randagismo e di certo , dopo anni di omissioni, non può di certo in “nove mesi” risolvere le problematiche da tutto ciò scaturite! 
Il cane di quartiere che non è pericoloso può stare libero se sterilizzato, accudito e, quantomeno, ignorato dai cittadini; non preso a pietrate o mostrando bastoni.

I tre cani disturbano perché difendono da altri cani il territorio sul quale vivono? Togliamoci dalle mai pietre e bastoni e mettiamoci pane e biscotti. Non bisogna dimenticare che il randagio e’ una creatura dell’egoismo umano e dovremmo agire all’unisono quando si lotta per ridurne l’esistenza con civiltà e non contro! Non si può amare solo il proprio cane!
Ricordo inoltre a chi si lamenta dello starnazzare delle galline o del gallo che canta, che ha deciso di vivere su di un’isola dove grazie a Dio ancora è possibile incontrare la natura nelle sue manifestazioni più belle e soprattutto non è in soggiorno obbligato, o rinchiuso in un box di 2 mt x 3mt dove le uniche cose che vedi, forse, sono gli occhi del compagno di cella! Buona vita a tutti, quando tutti siamo sotto lo stesso cielo! 

Dott.ssa  Laura Gulotta

Filicudi. La vita ‘al contrario’ di Monica Blasi. “Una riserva marina per le Eolie”

di Giusi Parisi

mblasipiccola1.jpgE’ bella, bionda e ha detto sì per sempre alla ‘sua’ Filicudi, la piccola isola delle Eolie dove già dall’infanzia trascorreva lunghe estati con i nonni. Monica Blasi, 40enne biofisica romana di Roma, ha detto ‘addio’ agli agi del suo comodo lavoro di ricercatrice presso l’Istituto Superiore della Sanità della Capitale e pinne, maschera e bagagli s’è trasferita a Filicudi diventando, (unità più, unità meno), la duecentesima abitante dell’isola.

Una vita controcorrente, quella di Monica. Che, dal 2009, ha fondato il primo Centro Ricerche e Pronto Intervento per il recupero di cetacei (delfini di tipo Tursiope e Stenella Striati soprattutto) e tartarughe marine. A Filicudi, Monica ha trovato il suo ‘habitat’ naturale e anche l’amore di Antonello Berenati, filicudaro ‘doc’ (il sub che il mese scorso ha avvistato, a quaranta metri di profondità, nella zona del porto dell’isola, il carico di tredici macine d’un relitto di nave romana).

Lì dove l’azzurro intenso del mare si confonde col respiro delle onde, Monica s’immerge, fotografa, raccoglie, studia e salva animali marini e fauna selvatica portandoli al suo pronto soccorso con sede al piano terra dell’hotel Phenicusa, in zona porto (mentre nella piazzetta di Pecorini c’è il centro informazione).

“Non è una vita facile”, dice, “ma è quella che volevo. A Roma mi mancava l’aria anche se, a prima vista sembrava avessi tutto. La mia associazione no profit Wildlife Conservation (tel 349.4402021; mail: info@filicudiconservation.com) si auto sovvenziona ma quello che adesso mi sta più a cuore è che le isole di Filicudi, Alicudi e Salina diventino riserva marina. Al momento, purtroppo, siamo l’unico arcipelago del Mediterraneo a non esserlo a differenza di Ustica, Capo Gallo, Egadi e Pelagie. Non si è ancora capito che il mare è incubatore delle più elementari forme di vita e che dal mare dipende il delicato equilibrio dell’intero pianeta. Essere riserva marina”, continua, “significa avere una serie di limitazioni e divieti che semplicemente regolamentano il transito, la pesca o l’ormeggio delle barche. Invece, questi (banali) vincoli vengono avvertiti dai diportisti come fastidio se non addirittura come freno alla fruizione del mare. Ma le Eolie sono una zona importante di alimentazione specie per le giovani Caretta Caretta che, dopo una fase in acque profonde, risalgono in cerca di cibo”.

Monica conosce ogni pietra e sentiero di Filicudi. Uscire da turista sulla sua barca (che guida e ormeggia personalmente, unica donna dell’isola, ndr) diventa subito una lezione di vita e di mare d’amare: rallenta ad ogni caletta spiegando origine, etimologia di nomi di rocce, uccelli (poiane, falchi regina e gabbiani, i veri abitanti dell’isola) e, con le sue schede didattiche, invita a fare un tuffo dove l’acqua è più blu alla ricerca dei suoi amici pesci. La Blasi è diventata un sicuro punto di riferimento anche per i giovani laureandi biologhi marini delle Università siciliane che l’aiutano nelle sue attività di ricerca.

“Se anche questa diventasse area marina”, continua togliendosi il boccaglio della maschera, “ci sarebbero anche mille occasioni di ‘tour’ non solo estivi spazianti tra storia-archeologia-scienza e antropologia”. Di gastronomia, invece, ‘ob torto collo’, ha dovuto imparare in fretta le tradizioni gastronomiche che la famiglia di Antonello le ha rivelato.

“Vivere a Filicudi anche d’inverno”, dice Monica sorridendo, “significa imparare a fare il pane perché qui da ottobre non c’è panificio o negozio di alimentari che rimanga aperto. Cinema, librerie, edicole e negozi sono “lussi” da città che non conosciamo. Mentre, invece, sappiamo benissimo cosa siano le multe per bollette di luce che arrivano spesso con mesi di ritardo: inutile stare a contestare dicendo che in inverno la posta può non arrivare. L’Adsl è una chimera: con la mia chiavetta internet Wind lavoro notte e giorno anche se, ovviamente, l’immissione dei dati che spedisco a mia sorella Giorgia (laureata in matematica ed esperta in statistica applicata) per l’analisi certi giorni procede a rilento”.

Insomma, come i delfini che Monica studia, anche lei si è dovuta adattare all’ambiente, imparando dinamiche di vita a lei sconosciute. Adesso, però, le brillano gli occhi quando racconta che le sue giornate invernali, prima d’uscire ogni giorno in barca e studiare il mare, iniziano nell’orto della sua casa a monte Palmieri (che si raggiunge solo con un quad) o nei boschi a raccogliere quanto le serve per la cena. Vuoi mettere il romanticismo?

Lipari. Domani nei 27 paesi dell’Unione Europea lo “Stop Vivisection Day”

lgulotta.jpgdi Laura Gulotta

Sabato 15 giugno 2013 si terrà in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea lo STOP VIVISECTION European Day.

Durante questa giornata ogni attivista/gruppo/associazione/movimento potrà organizzare la raccolta firme in piazza per l’iniziativa popolare europea STOP VIVISECTION e ogni banchetto/evento segnalato verrà promosso sul sito www.stopvivisection.eu.

Lo scopo della giornata è quello di raccogliere in tutta Europa il maggior numero di sottoscrizioni utili a raggiungere l’obiettivo finale del milione di firme, grazie alle quali l’iniziativa popolare europea STOP VIVISECTION verrà approvata. Ricordiamo che l’iniziativa popolare europea non è una petizione, ma uno strumento di partecipazione diretta dei cittadini giuridicamente vincolante per la Commissione Europea. Per qualsiasi informazione è possibile contattare l’indirizzo e-mail contact@stopvivisection.eu.

A Lipari sarà possibile firmare sul Corso Vittorio Emanuele, di fronte alla sala delle lettere, dalle ore 11.00 alle 13:00 e dalle ore 18:00 alle 20:00, dove le associazioni Eolo a 4 zampe ed  ENPA organizzeranno un banchetto apposito. 

Ricordiamo inoltre che è comunque possibile firmare on-line visitando il sito: www.stopvivisection.eu.

Cani e gatti in aereo, stop ai viaggi in stiva: la proposta di Aidaa

L’associazione vuole aprire un dialogo con le compagnie aeree e il ministero dei Trasporti per arrivare a un via libera dei viaggi in compagnia dei 4 zampe, come avviene già sui treni.

925-shutterstock-108504821_270x202_c.jpgDopo i treni, via libera ai viaggi in compagnia di cani e gatti anche sugli aerei.

Questo l’obiettivo della nuova proposta di Aidaa, che intende aprire un tavolo di confronto con con le maggiori compagnie aree che operano su scala nazionale ed internazionale con base negli aereoporti italiani, coinvolgendo il ministero dei Trasporti.

Gli animali domestici sono oramai parte integrante di molte famiglie – oltre una su due secondo il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes – delle quali vengono considerati membri a tutti gli effetti.

Sono quindi tante le persone che desiderano poter volare insieme ai propri amici a quattro zampe senza che questi siano costretti a viaggiare nelle stive degli aerei, un’esperienza fortemente stressante per gli animali e di riflesso anche per i proprietari attenti al loro benessere.

La proposta di Aidaa è molto semplice: riservare alcuni posti sull’aereo ai ‘passeggeri con pelosi’, cosi come avviene in treno, compresi i cani di media a grossa taglia.

Fido e Micio potrebbero così volare con i padroni in condizioni di sicurezza e di rispetto per le loro esigenze e pre quelle degli altri passeggeri.

“L’esigenza di poter viaggiare con il proprio animale al seguito anche in aereo è sentita da moltissime persone, che si rivolgono spesso anche a noi per avere informazioni su possibili viaggi nazionali e internazionali con micio e fido al seguito e non in stiva – racconta Lorenzo Croce, presidente di Aidaa – e non parliamo solo di viaggi di vacanza o piacere”.

A questo proposito racconta l’ultimo caso, che riguarda un avvocato di Cosenza che nei prossimi mesi dovrebbe trasferirsi per lavoro negli Stati Uniti e vorrebbe portare con sé i suoi tre cani, che per motivi di salute non possono però viaggiare in stiva.

“Per questa persona – conclude Croce -, se non si trova una soluzione, si porrà l’assurdo dilemma di dover rinunciare al suo lavoro nella Grande Mela oppure ai cani, che sono i suoi compagni di vita

Salina, organizzati campi estivi di ricerca

delfino1.JPGLa NECTON Marine Research Society e il DELPHIS Aeolian Dolphin Center di Salina, offrono a tutti la possibilità di partecipare ai campi estivi di ricerca sull’isola di Salina, una delle sette perle dell’Arcipelago delle Isole Eolie. L’isola è stata scelta perché oltre ad essere bellissima, con una vegetazione lussureggiante (è l’isola più verde e la più alta dell’arcipelago), con la presenza di innumerevoli specie di flora e fauna, in alcuni casi endemiche, si trova al centro dell’Arcipelago, e la posizione strategica permette di effettuare i monitoraggi in tutta l’area. Cosa organizziamo:

Corsi di biologia marina professionalizzanti per studenti universitari e laureati. I corsi per studenti universitari e laureati hanno durata settimanale, trattano argomenti relativi la biologia, l’ecologia e l’etologia di mammiferi marini, delle tartarughe marine, sulla biologia della pesca e sul riconoscimento delle specie che popolani il Mediterraneo e sulle sue tecniche di campionamento . Nel corso della settimana, gli studenti seguono lezioni in aula e partecipano ad uscite in mare addestrative durante le quali si troveranno a contatto con la ricerca ed utilizzeranno le apparecchiature scientifiche. Al momento vengono organizzati i quattro corsi di seguito inseriti:

EOLIAN CETACEAN PROJECT: si occupa della biologia della conservazione e dell’ecologia dei mammiferi tartaruga2.JPGmarini, in particolare del capodoglio e della stenella. Si tiene nelle acque dell’Arcipelago delle Eolie e la base logistica si trova sull’isola di Salina. (in collaborazione con NECTON Marine Research Society) Questo progetto è l’unico che si occupa del monitoraggio a lungo termine dei cetacei nell’area delle Eolie. E’ al settimo anno  ed i corsi organizzati all’interno del progetto, ogni anno vedono la partecipazione di circa 40 studenti.

MEDITERRANEAN SEA TURTLE PROJECT: si occupa della biologia, dell’ecologia, della conservazione e della genetica della tartaruga Caretta caretta. La base è sull’isola di Salina e la parte pratica in mare, si svolge nelle acque dell’intero Arcipelago eoliano.  

CORSO DI BIOLOGIA DELLA PESCA: si occupa dello studio dell’attività di pesca, delle specie pescate, dei cicli biologici delle specie bersaglio, degli attrezzi utilizzati, delle problematiche che affliggono il settore dalla pesca. Si tiene nelle acque dell’arcipelago delle Eolie e come base si ha l’isola di Salina.

LABORATORIO DI BIOLOGIA SUBACQUEA: il laboratorio di biologia subacquea è diviso in due parti (teorica e pratica). Nel corso delle lezioni, vengono trattati argomenti relativi alle caratteristiche dei diversi fondali, i vari piani e domini, le specie distinte tra pesci, vegetali, organismi sessili e vagili, le tecniche di monitoraggio subacqueo ecc… Nel corso delle attività pratiche, si va in acqua e si effettuano il monitoraggio ed in alcuni casi il prelievo di organismi che successivamente verranno osservati fuori dall’acqua. Ovviamente, in acqua vengono utilizzate le attrezzature richieste in funzione delle tecniche di monitoraggio che si stanno eseguendo, saranno quadrati, cime, picchetti ecc… Si potrà decidere di partecipare a corsi che comprendono il brevetto subacqueo di primo o di secondo livello e le immersioni con autorespiratore ed in apnea, corsi con attività pratica solo in apnea o corsi con attività pratica sia in apnea che con l’uso dell’autorespiratore. Ogni corso è organizzato in due diversi livelli:

BASIC: indirizzato a chi non possiede conoscenze sull’argomento trattato. Seguendo questo corso si inizierà un percorso che avrà inizio dalle più elementari nozioni e man mano arriverà a far comprendere ed assimilare notizie sempre più approfondite.ADVANCED: indirizzato alle persone che hanno già delle buone conoscenze di base e per motivi di studio, lavoro o semplicemente per passione vogliono approfondirle sempre di più. Seguendo questo corso si partirà da nozioni già abbastanza approfondite e si raggiungeranno livelli molto alti e specifici. Corso di biologia marina teorico/ pratico per ragazzi e adulti

I corsi hanno durata settimanale o di 3 giorni (ma è possibile prolungare), destinati a chi è sempre stato affascinato e si vuole avvicinare al mondo della biologia marina ed un numero massimo di 10 persone ma parte anche per un solo partecipante in questo caso sarà anche possibile costruire su misura le attività teoriche e pratiche in base alle curiosità ed esigenze. Durante queste corso vengono affrontati argomenti di base sugli ecosistemi marini, biologia ecologia, riconoscimento e tecniche di campionamento degli organismi che vivono il nostro mare, il tutto sarà accompagnato da uscite di snorkeling per imparare a riconoscere tutto ciò che si è imparato durante le lezioni teoriche. Biologia ecologia, riconoscimento, tecniche di campionamento e foto-identificazione dei mammiferi marini ed uscite in mare. Tecniche di pesca, specie target ed interazione con i mammiferi marini,  anche in questo caso uscite in mare per osservare quello fatto in teoria. Riconoscimento biologia ecologia e rischi che corrono le tartarughe marine che popolano il Mare Mediterraneo.

Sarà anche possibile scegliere il corso sempre di durata settimanale, su un singolo argomento, sui mammiferi marini, sulle tartarughe marine, biologia subacquea e biologia della pesca. Questi tipi di corsi possono essere organizzati anche per le scuole. Tutti i partecipanti alla fine dei corsi riceveranno un attestato riconosciuto da enti ed università che certificherà l’avvenuta partecipazione.

Per informazioni e adesioni:
www.delphisadc.itdelphiscenter@gmail.com                                                                 
www.necton.itinfo.necton@email.it  

Vulcano, al via la campagna di sterilizzazione dei gatti randagi

gatti.jpgNei giorni di sabato e domenica scorsi  si è svolta a Vulcano la prima fase della campagna di sterilizzazione dei gatti randagi, nei locali della Circoscrizione. Alcune persone dell’isola hanno collaborato,con l’ENPA, “Associazione Eolo a 4 zampe onlus”, per tentare di arginare il fenomeno del randagismo, grande apprezzamento da parte della cittadinanza e tanta soddisfazione per la Circoscrizione.

2012, 15 MILA ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’ CURATI DALLA LIPU

Gli uccelli portati nei Centri sono stati oltre 12.600

2012, 15 MILA ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA' CURATI DALLA LIPU
Un falco di palude imprigionato in una piccola gabbia; una volpe investita da un’auto; due piccoli di cicogna caduti dal nido dopo il terremoto; un piccolo gheppio inanellato in Finlandia e ritrovato ferito a Campobasso. Sono solo alcune delle storie raccolte l’anno scorso dalla Lipu-BirdLife Italia nei propri Centri recupero della fauna selvatica, che hanno accolto nel 2012 oltre 15mila animali selvatici feriti o in difficoltà, tra uccelli, rettili e mammiferi.
Dei 15.300 animali ricoverati l’anno scorso, 12.660 erano uccelli (l’82%), e il resto (2.640) mammiferi come volpi, istrici, ghiri, pipistrelli, ricci, caprioli, cervi e lepri ma anche rettili come numerosi esemplari di testuggini. In media, un animale su due è giunto nei centri Lipu come “nidiaceo”. Senza genitori, in seguito alla distruzione (illegale) del nido, i pulcini sono stati allevati fino al raggiungimento di un’età e peso sufficienti per la liberazione in natura. Tra le cause più importanti di ricovero, ancora, l’associazione animalista segnala i traumi da impatto contro automobili, infrastrutture, edifici o anche pale eoliche, come nel caso di un nibbio reale gravemente ferito in Molise.
Molti anche gli esemplari arrivati debilitati, intossicati, feriti dai predatori o abbattuti a colpi di fucile: tra questi ultimi i più colpiti, pur se superprotetti dalla legge, rimangono i rapaci: 19 quelli giunti al centro di Roma, quasi la metà dei quali deceduti in seguito alle ferite, solo tre liberati mentre gli altri risultano attualmente in degenza, e 22 quelli arrivati al Centro recupero Lupu a Palermo, tra cui falchi, aquile, gufi e poiane, e numerosi altri esemplari.
Il Centro recupero di Roma si conferma la più importante struttura della Lega italiana protezione uccelli a livello nazionale, con un terzo di animali accolti (5.706) sul totale, mentre ben 3.890 sono entrati al Cruma (Centro recupero uccelli marini e acquatici) di Livorno.
Tantissime le storie raccolte: due rare testuggini palustri europee (Emys orbicularis) curate al centro “La Fagiana” di Pontevecchio di Magenta (MI) e poi cedute a un progetto di conservazione della specie in atto nel Parco delle Lame del Sesia; un falco di palude, sequestrato dalla Polizia provinciale di Roma a un cacciatore che lo deteneva in una piccola gabbia, ad oggi ancora in attesa di essere liberato; un gheppio inanellato dagli ornitologi dell’Università di Helsinki, e ritrovato ferito, a più di 2.500 chilometri di distanza, in Molise, dove ha trovato le cure del Centro recupero di Casacalenda (qui il video della liberazione); due giovani cicogne cadute dal nido nella bassa ferrarese dopo il violento terremoto del maggio scorso, accudite dai volontari Lipu di Ferrara e dal Centro cicogne di Silea (TV) e infine liberate, dopo alcuni mesi, negli stessi luoghi del ritrovamento (video sui pulcini al centro e la liberazione: http://www.lipuferrara.it/); una rara poiana albina trovata debilitata, curata e infine liberata. Storie che intrecciano sofferenza per gli animali con la passione dei volontari e, infine, il sentimento di gioia per aver restituito salute e libertà ad animali che non avrebbero mai potuto farcela da soli.
“I nostri centri – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – assolvono un compito molto sentito dalla gente, quello di curare gli animali selvatici in difficoltà e restituirli alla vita selvatica. In molti casi, si tratta di specie di grande valore naturalistico, protette e superprotette dalle normative nazionali e internazionali. Spesso queste strutture, per i cittadini, rappresentano l’unico punto di riferimento sul territorio.
“Ci rivolgiamo al futuro Parlamento che scaturirà dalle prossime elezioni politiche – prosegue il presidente dell’associazione – La mole di lavoro cui sono costretti i nostri centri e la scarsità di risorse a disposizione degli stessi rendono urgente, e non più rinviabile, l’approvazione di una legge che riconosca i Centri recupero quali strumenti per la cura della fauna selvatica in difficoltà, ne definisca i requisiti strutturali, organizzativi e strumentali e assicuri forme mirate di finanziamento che ne garantiscano il funzionamento”.

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MARISKA, LA PULEDRA “FUGGITIVA” CHE SI LIBERA E LIBERA I SUOI AMICI

ECCO IL VIDEO CHE SPOPOLA SU INTERNET

MARISKA, LA PULEDRA
Spopola su internet il video della cavalla Mariska, ripresa mentre apre con la lingua la porta del suo box e va ad aprire quelle dei suoi amici. L’indubbio talento da “fuggitiva” di questa puledra di razza frisone ha trasformato il video in una “viral sensation” vista centinaia di migliaia di volte dagli utenti della rete. (Foto: Andizo)-
 

Acquaviva: salvato cucciolo cresciuto in gabbia „Cresciuta in una gabbietta per canarini e poi abbandonata: la storia di Natalina“

Natalina: ecco la cagnolina cresciuta in una gabbia per canarini. Avete visto le foto choc? Il responsabile è stato denunciato?

Natalina è il nome del cane di circa cinque mesi che è stato ritrovato dai volontari dell’associazione Legalo al Cuore Onlus in condizioni agghiaccianti. E’ stata abbandonata ad una fermata di un bus di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari. Come si vede dalla foto qui sotto il cane ha subito gravi malformazioni fisiche in quanto è stato allevato in una gabbia destinata ai canarini

Il presidente della onlus che ha ritrovato Natalina non pensava che potesse sopravvivere “Poi grazie alle cure veterinarie ha iniziato a prendere una postura più regolare, ma quando tenta di sedersi è ancora una pena infinita“. Averla obbligata a crescere in una gabbia così piccola le ha provocato numerose malformazioni ossee e due vertebre schiacciate, cammina appoggiandosi sui polsi anteriori. Per fortuna nonostante il trauma, Natalina ha buone speranze di recuperare e di essere adottata. 

Ma il colpevole di questo maltrammento è stato trovato? Questa storia è l’ennesima dimostrazione che è più animale l’essere umano degli animali stessi non credete?

Acquaviva: salvato cucciolo cresciuto in gabbia
Per aiutare Natalina e i volontari di Legalo al Cuore Onlus che si stanno prendendo cura di lei scrivere a info@legaloalcuore.it.

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