Da Palermo in linea Daniele Billitteri

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La Vittoria e Beppe Schiera. Meteo di lunedì 4 novembre.

Novantacinque anni fa come oggi una poco di poveri disgraziati con la divisa e un moschetto 91/38 nelle mani si guardavano nelle facce e capivano che finalmente potevano uscire dalle trincee dove avevano ammuccato fango, pititto e piombo austriaco per quasi quattro anni. Il poeta scarparo Schiera Giuseppe, in arte Peppe, era un palermitano di scoglio che di guerre ne stava affrontando un’altra bella tosta, la Seconda. Ma l’anima sua era ribbelle, non si accordava mai, non ci piaceva il Fascio come infatti lo arrestavano sempre preventivo quando doveva venire qualche fissa cu giummu. Lui non faceva male a nessuno. Forse. Ma le sue bombe erano palore che graffiavano la vernice. E sotto c’era la verità. Quanti giovani palermitani erano morti tra le pietre del Carso, o in quelle montagne così diverse da Mongerbino? Perché qua non c’è montagna da cui non si vede il mare. E la vernice che graffiò lo portò a sfottere una canzone che era come una santina del Cuore di Gesù per la Patria: 24 maggio che raccontava la controffensiva degli italiani e la cacciata degli austriaci finita poi con la vittoria del 4 novembre. Su quel motivo Schiera Giuseppe, scarparo, scrisse versi intinti nel vetriolo: “L’Esercito manciava scorci i favi e tinirumi, e quanno era ruminica quarumi… Ma viri quantu foru fissa i fanti? Avevano ri irisinni e ieru avanti….”.

Domani è 4 novembre e il Signore ci manda una bella giornata fuori staggione. Cielo quasi sgombro, temperature attorno ai 25 gradi, venticello tiepido da Libeccio. Forse, visto che quel giorno di 95 anni fa c’era un vivamaria di temporali, buefere e neve, ci vuole dire proprio che il Sole è più contento quando si sveglia di matina e ci trova a tutti tranquilli. Perché una cosa è la guerra che non ci attoccava e che non capivamo, un’altra cosa e questa guerra di ogni giorno fatta di debiti e di cambiali, di latruni e magnacci. Allora forse il Sole ci vuole dire: non vi preoccupate che vi aiuto io. Benvenuto. Tante belle cose. Storiche

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Autunno caldo. Meteo di martedì 8 ottobre.

Mi telefonarono di lassopra e mi cuntaru che già qualcuno ha addumato i termofifoni e si hanno messo le robbe pesanti. Qui invece abbiamo l’autunno caldo. Scirocco per tutta la simanata e scirocco pure tutta la simana che viene. E di freddo ancora non ne dobbiamo parlare proprio nel senso che forse per i Morti qualche felpina più pesante ce la potremo mentere. Sgherzo amici mie: non si può dire. Ma certamente questa e la prossima simana fredde non saranno perché ci saranno sempre venti meridionali: un corpo Libeccio, un corpo Scirocco. Il cielo si manterrà nuvoloso, ogni tanto ci sarà qualche pioggerellina ma ogni altrettanto ci saranno pure schiarite e zone del cielo sereno belle larghe.

Quando penso all’autunno caldo io non penso al tempo amichevole ma a mesi terribbili che ci furono in Italia tanti e tanti anni fa e che cominciarono proproio in autunno con una serie di manifestazioni di lavoratori del settore metalmeccanico che dovevano rinnovare il contratto e i datori di lavoro puntavano i piedi. Così c’erano sempre scioperi e strade intasate di operai ma pure di studenti (io, per esempio) anche se noi racazzi non dovevamo rinnovare nessun contratto. Ci furono questioni, sciarre con la polizzia, ci fu qualche manganellata, vulò qualche timpulata (comprese quelle dei padri). Era il 1969 e da allora ogni voilta che finisce l’estate e riaprono le frabbiche del Nord, tutti si addomandano se l’autunno sarà caldo o no. Certo, dopo tanti anni a riscaldare l’autunno ci pensano i precari attipo gesip o i bitelli che non solo fanno sciopero loro ma, così facendo, imbroccano le scuole e i picciutteddi se ne vanno scaminiando di qua e di là. Insomma, mala tempora all’orizzone e l’autunno rischia di essere caldo per la temperatura ma gelido per la sostanza e le nuove cose che assummeranno di pagare.

Eppure ci sono i negozi dei telefonini pieni che per farisi canciare una sim uno deve prendere il numero come alle Poste. E non è conto che ci vanno pi accattarisi un nokia di cinguanta leuri? No, che prio c’è? Deve essere lo spart fon ca custa parente di seicento leuri e poi tutte le promnozioni complicate attipo: minuti verso tutti… Perché, ci sono minuti che scorrono e a quarcuno ci dicono:; gregio amico questo minuto che sta passando non è per lei….Tante belle cose. Cellulari

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Pure il cielo è siddiato. Meteo di venerdì 4 ottobre.

San Francesco avrebbe meritato un giorno migliore per essere festeggiato. E ce lo ha ricordato proprio il Francesco n. 1, u Papa parlando della traggedia di Lampedusa. Quindi non è giornata di stupitiare perché pure Meteobilli capisce che sono ore di rispetto. E il tempo è come siddu avissi un cuore perché si siddia puri iddu e domani si appresenta nuvolo e tuttu rummuliuso. Non piange perché volesse fare la parte di quello che se la tiene ma sabatoria non se la fida più e si fa una bella chianciuta. E pensa che questa disgrazia così incredibbole non fu manco per colpa sua, che non c’era vento e nemmeno maroso. Solo il malotempo degli uomini malvaggi che avevano carricato di poveri disgraziati quel ferro vecchio che chiamavano barcone. Assassini. Niente belle cose oggi. Siddiatissime.

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Parentesi grigia. Meteo di venerdì 27 settembre.

Il grande Totò diceva: a cavallo arrialato non si ci talia in bocca. Voleva dire che se un cavallo è buono la prima cosa ci si taliano i denti. Ma questo se ve lo dovete accattare. Ma se ve lo arrialano, che motivo c’è di essere così pillicusi? Quindi a cavallo arrialato non si guarda in bocca.
Parabola vuol dire che, doppo le jiurnate che abbiamo avuto, non vi deve fare impressione se oggi c’è una parentesi grigia, anzi menza. Perché quella botta di tempo bellissimo non c’era messa e, oggi a parte, non è ancora finita. Oggi ci sarà solo un poco di nuvolo di passaggio e, specialmente di prima matina, può essere che cade pure un poco di acqua. Ma roba di poco. In ogni caso già a ora di mangiare le nuvole passano e se ne vanno e il cielo diventa di nuovo sereno e così resta pure sabato. Il vento è quasi zero e quando le nuvole se ne vanno la temperatura se ne acchiana a oltre 28 gradi quindi ci sarà perfino un poco di caldo anche perché nelle siritine il vento si mente a venire da Sud e quindi porta un poco di caloria.
Che cosa fare oggi? Organizzatevi il uichend considerato che domenica non ci sarà tempo troppo bello ma, cosa importantissima, non dovrebbe piovere. Mentre la prossima simana… e che volete? Martedì è il primo ottobre, la volete finire con queste vacanze? Tanto, chiamalo che viene, cominciamo a fare l’albero di Natale. Tante belle cose. Con le palle.

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Due giorni buoni, poi… Meteo di venerdì 13 settembre.

Non vi porcupate perché il venerdì 13 porta attasso solo ai miricani. A noi no. Noi ci scantiamo solo del venerdì 17. Quindi vi pare a voi che domani qualunque autobus perdete perché vi siete addummisciuti ve la prendete col venerdì 13. Che dovrei dire io che domani potrò tracciare il seguente bilancio: rottura del bidè, occhio molto malo cuminato che mi ci hanno sparato 600 colpi di laser a quasi 18 centesimi l’uno, si sfasciò la pompa dell’acqua della machina? Sono sportunato? Ma quale: l’altro occhio ancora mi funziona, il lavandino funziona, il motore funziona. Di cui venerdì 13 è un giorno come tutti gli altri.
Vi devo dire subito che la giornata sarà buona, abbastanza fresca col cielo quasi sempre sereno se si esclude un poco di nuvolo di seconda ora. Ma non pioverà. Il vento sarà di Maestro con un piccolo rinforzo verso le due di doppopranzo. Insomma una giornata graderevole come, d’altra parte, sarà sabato. Anzi quella sarà una giornata proprio bella, tiepida col vento debbole che refolia. Della domenica parliamo domani ma vi posso anticipare che le notizie non saranno tanto bellissime.
Io intanto vi devo salutare che gli occhi accamarora non li posso sporzare. Mi vado a mentere il collirio e prego la Madonna di non annorbare che ci mancasse solo questo. Assai assai mi mento la mascherina nera attipo Billi il Pirata e me ne parto col veliero verso i Caraibi con la bandiera con la crozza. E tutti che mi vedono passare canticchiano: vitti na crozza supra nu cannuni… Tante belle cose. Vedenti.

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Ci sono ancora le menze staggioni. Meteo di mercoledì 11 settembre.

Mi fici una passiata di piazza Bologna a Porta Felice e ritorno e mi fermai a palazzo Alliata che c’è un bellissimo quadro di un pittore antico ca si chiama Van Dick che è misu in questo palazzo che ora appartiene al Seminario perché la Principessa Alliata di Villafranca ce lo regalò. Ma a mia mai niente mi arrialano? Comunque. C’erano quattro turiste di Rimini che erano tutte arriminate e contente di firriare per Palermo ca ci parsi bellissima tranne per le montagne della munnizza. Così ci raccontai la storia della statua di Carlo V che ci dice dov’è arrivata la montagna dei sacchi a perdere. Ci contai pure che anticamente i palermitani per pulire le strate aspettavano che pioveva ma, sempre anticamente, già di questi tempi le prime piogge le cominciava a fare e tutta l’acqua si carricava la lortdia e la scendeva sino alla Cala e alla Kalsa. Ci spiegai che ormai non era più così perché avevano fatto le fognature che però ogni tanto si assuppavano a motivo del fatto che ultimamente o siccità per mesi e mesi opure acqua sagerata. E iddi che dissere? Non ci potevo credere, ma lo deissero: eh caro signore…NON CI SONO PIU’ LE …. Allora per non sbagliare ci spiegati che quest’anno le mezze staggioni le ha fatte sia a primavera che ora in autunno. Ci spiegai che questo poco di caldo è normale in questo periodo dove però aumentano gli episodi che il tempo si rummulia e può stracanciare all’improvviso. Ma non succederà ne domani e nemmeno giovedi. E poi avremo un uichend troppo bello. Insomma per il malotempo ancora c’è tempo (notare la battuta per piacere…). In compenso se ne cala un poco la temperatura specialmente negli ultimi due giorni della simanata. Tante belle cose. Rinfrescate

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Una simanata di grivianza. Meteo di lunedì 9 settembre.

Certo settant’anni fa come oggi la gente a tutto pensava tranne che al tempo. Anche perché quei giorni del settembre del 1943 il tempo in Sicilia era buono, un altro scampolo d’estate come abbiamo visto in questi giorni. Pure a Cassibile, vicino a Sirausa dove il gemerale Castelllano aveva firmato l’armistizio che, almeno in Sicilia, mise fine alla Seconda Guerra Mondiale che lassopra continuò sino all’aprile del 1945.
In quei giorni forse tutti pensavano che stava per arrivare il buon tempo che era nella speranza di tutti ma anche in quel caso le previsioni non furono molto azzeccate e, se è vero che in Sicilia la guerra finì, certo non finì la fame di pane, terra, lavoro e giustizia che milioni di siciliani si aspettavano dalla fine delle ostilità.
Oggi ci lamentiamo ma, rispetto a settant’anni fa, onestamente, non c’è paraone. Almeno fino a ora. Di cui ci possiamo lamentare del tempo che infatti, a partire da domani, sarà pieno di grevianza. Caldo non ce n’è, ma c’è umito. Vento non ce n’è, ma c’è bonaccia un poco impiccicosa. Non pioverà, ma il cielo sarà coperto oppure velato, di quei cieli che fanno una luce ntipatica che è peggio che avere un bello sole potente ma in un cielo azzurro che pare il colore degli occhi di vostra figlia la bellissima. I venti saranno quasi sempre messi a Libeccio e Mezzogiorno ma ogni tanto si metteranno per qualche ora a Ponente e Maestro. Venti per modo di dire.
Lassopra invece non se la passeranno tanto bene perché, a cominciare dal Piemonte, arriva una botta di malotempo che poi va scendendo verso il Centro. Ma a noi continuerà a salvarci, se così possiamo dire, il nostro amico Africano che comunque non manca mai di ricordarci che l’Estate è pronta a salutarci. Tante belle cose. Affettuose.

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Un colpo alla botte e uno al timpagno. Meteo di lunedì 2 settembre.

La simanata si appresenta né carne né pesce e quindi, visto che, in mancanza di carne e pesce, possiamo mangiare solo ramurazzi e scorci i fave, vediamo come siamo combinati. Domani, con una temperatura mai superiore ai 26 gradi, il cielo è tutto il giorno cummigghiato e ha il rummulio facile. Si sentono troni di lontano poi si comincia a vedere qualche lampo in lontananza. Ricordo agli scordosi (perché già l’invernata dell’anno passato ve lo spiegai) che avete la possibilità di stabilire se il malotempo si avvicina o si allontana. Quando vedete un lampo, contate i secondi. Quando sentite il tuono, fermatevi. Dopo dieci minuti fate la stessa cosa. Se tra lampo e tuono della seconda provata ci sono meno secondi allora vuol dire che il malotempo si avvicina. E quanto è distante lo potete stabilire pure, visto che il suono nell’aria viaggia a 330 metri al secondo (circa quasi). Quindi se tra lampo e trono (che naturalmente partono uguali ma la luce viaggia a 300 mila chilometri al secondo) passano sei secondi vuol dire che il malotempo è a circa due chilometri da voi. Il discorso si complica se i lampi (e di conseguenza i tuoni) sono assai e il malotempo è molto lontano perché in quel caso vi verrà difficile stabilire a quale lampo appartiene il trono che fa partire la vostra misurazione. Ma insomma, se non avete un beneamato da fare, misurare la distanza del temporale è un modo divertente di tornare picciriddi e passarvi il tempo. Io ci insegnai tutte cose a Nika e quella abbaia quando c’è il lampo che io faccio partire il cronometro. Insomma domani il rischio che ci siano perfino temporali è verso sera, alla scurata. Anche se quando il tempo è così tirilloso come ora è facile sbagliare. Basti qui dire che non è il caso di meravigliarsi se fa una bella scarricata. Ma pure se non la fa. Comodo, direte voi perché così è un colpo alla botte e uno al timpagno e non si perde mai. Raggione avete. Ma qui non è conto che si gioca a sgarra o inserta, è giusto? Come dice il professore Zichirichichi, questa è Scienza. Del resto della simanata vi parlerò domani che se no ci allungo troppo il brodo e poi vi annoiate. Tante belle cose. Essenziali.

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La notizia è che arrifriscò della bella. Oggi non avremo più di ventisette gradi e con la mattinata ce ne sono, attuale, meno di ventiquattro. Il cielo sarà nuvoloso e non è tanto difficile che piove al principio del pomeriggio, attipo verso le tre. Il vento si mise a Grecale e l’umito è alto. Per questo è quasi sicuro che un poco di acqua cadrà.

Domani, domenica, sarà come oggi solo che è più facile che piove nella tarda mattinata e le temperature saranno un pelo più alte. Bisogna dire che la Protezione Civile fece un comunicato per dire accura accura sia in Sardegna che in Sicilia per il rischio temporali. Ora a me mi pare quando il villano grida: £chiudete la stalla che scappano i bestiami” quando erano già scappati. Insomma i temporali ci furono ieri e non c’era stato allarme (tranne, modestamente a parte, quello mio). Ora francamente, a guardare le carte, non si direbbe che ci sia il rischio di temporali.

Vi vorrei spiegare che un temporale è causato dal fatto che aria calda e umida si scontra con aria fredda. Anche per questo questi fenomeni sono così freguenti in questa staggione. Perché il mare è ancora come un termosifone, pieno di caloria, e se ci arriva aria fresca di sopra c’è sciarra e si curnutiano della bella. Questo è pure il motivo di cui un temporale non dura tantissimo, diciamo una ventina di minuti. Altea cosa è quando scarrica acqua di continuo attipo assuppaviddani. Quella è un’altra cosa.

In questo momento non c’è dubbio che sopra la Sicilia c’è un’area che è un poco nirbusa quindi è facile che piove. Ma non penso che arriveremo a temporali forti come quello che c’è stato ieri nella zona di Siracusa e Ragusa. In ogni caso sarà bene camminare col paraqqua a portata di mano. Tante belle cose. Umite.

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Grigio perla. Meteo di giovedì 30 agosto.

Preparatevi a un fine settimana leggermente picchiusu. Ma non vi dovete seccare perché le cose belle stanno pure nelle cose brutte se uno le sa andare a cercare.
Ora succede che la Sicilia si trova in un punto dove prevale il capriccio. Il tempo, in sostanza, non sa decidere che cosa deve fare e si mette un poco buono e un poco tinto. Un poco come una zita capricciosa che un giorno vuole il gelato e poi la granita o al contrario. Il problema è che sta avanzando l’anticiclone delle Azzose che porta buon tempo in tutto il resto dell’Italia tranne che qui nel Meridione dove invece l’Africano arretra piano piano e contrasta con le correnti fredde che arrivano da Levante. Il vento si mantiene sciroccoso ma il tempo è all’acqua e ce l’ha sempre in pizzo. Così tra domani e venerdì ci potrebbero essere pure grandinate che sono il segnale che il tempo cambia in un fiat, all’improvviso per cui il vapore acqueo diventa ghiaccio prima ancora di diventare acqua. Quest’anno è già successo Lassopra. In Piemonte sono piovute arancine. Surgelate.
Insomma, questo passa il governo. Cielo grigio. Ma pure cielo grigio perla, cioè anche bello. Io, un per esempio, penso sempre al momento in cui si perde l’orizzonte. Sapete com’è? Se ve ne andate al Foro Italico verso le cinque del pomeriggio e c’è il cielo grigio, il mare diventa come l’acciaio e la linea dell’orizzonte si perde perché si comincia a confondere il cielo con il mare. Questa cosa mi piace sempre perché l’orizzonte è una cosa complicata. Ma è anche un limite, un punto d’arrivo. Si dice “All’orizzonte c’è…”. Anche quando questa parola si usa tanto per dire che una cosa è alla vista ma non arriva mai. Insomma l’orizzonte mette ansia, può essere? O perché questo fatto che tu cammini e lui cammina davanti a te fi fa pensare a Achille e alla Tartaruga che il Pie’ Veloce non raggiungerà mai. Sia perché se cerchi un orizzonte è perché hai una meta e, diciamocelo, le mete sono pure faticose. Sono l’intossico del lagnuso. Ecco perché, quando è così, io mi vado a sedere nella panchina di ceramica dopo avere raso al suolo il bibitaro che ci atturra i cabbasisi con Gianni Celeste a mille decibel. Mi siedo e guardo il mare e, miracolo miracolo, non c’è l’orizzonte. E io mi rassereno perché non resto vittima dell’ansia del futuro, do le spalle ai tramonti e sento, fredda e rassicurante, la panchina sotto il culo: ora e subito. E se piove meglio ancora. Domani mi porto il paraqqua. Tante belle cose. Grigioperla