Stromboli, il “faro” del Mediterraneo

Il vulcano di Stromboli è uno dei più attivi al mondo: da 2.500 anni emette fontane ...

di Andrea Frazzetta
Il vulcano di Stromboli è uno dei più attivi al mondo: da 2.500 anni emette fontane di magma incandescente senza sosta.

Soprannominato “faro del Mediterraneo”, Stromboli è uno dei sette vulcani dell’arcipelago delle Eolie, al largo della costa settentrionale della Sicilia. L’isola, omonima, è poco più grande di dodici chilometri e il vulcano, alto appena 926 metri sul livello del mare, è uno dei più attivi al mondo: da 2.500 anni emette fontane di magma incandescente praticamente senza sosta.

Stromboli e le isole vicine, che dal 2000 sono siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, sono cruciali per la vulcanologia. Ogni estate barche piene di visitatori arrivano a Stromboli per le splendide spiagge di sabbia nera e fino a 500 persone si arrampicano verso la cima, al tramonto, per ammirare la lava stagliarsi contro il cielo serale.

Stromboli è uno dei sette vulcani dell’arcipelago delle Eolie, al largo della costa settentrionale della Sicilia.

Le tragiche eruzioni estive

Lo scorso luglio, prima della partenza di molti gruppi (la scalata dura 4 ore), un’eruzione parossistica ha scagliato una colonna di gas a cinque chilometri d’altezza. Sassi incandescenti e cenere scendevano lungo il pendio Sud-occidentale incendiando la vegetazione. Le barche dei soccorsi hanno fatto evacuare le persone intrappolate sul vulcano, locali e turisti. Un escursionista è morto e diversi altri sono rimasti feriti.

Il 28 agosto, qualche settimana dopo, un’altra forte eruzione ha scatenato una colata piroclastica lungo la Sciara del fuoco:  un ripido canale dove le colate di lava scivolano dal cratere fino al mare, creando una valanga di gas e frammenti rocciosi tali da provocare un piccolo tsunami. La Protezione Civile ha stabilito che il vulcano è instabile e proibito l’accesso al di sopra dei 290 metri, circa un terzo dell’altezza di Stromboli.

Il Laboratorio di Geofisica Sperimentale dell’Università di Firenze, che con l’Ingv e la Protezione Civile monitora Stromboli, ha dichiarato: “Nelle ultime 24 ore ha mostrato un’attività esplosiva da cratere di sud-ovest molto alta. Il tremore vulcanico mostra valori medi”.

I tour sul vulcano sono diminuiti significativamente dopo le eruzioni estive.

Il tramonto del turismo

Sono arrivata a Stromboli a inizio novembre, curiosa di scoprire se una visita senza il panorama incredibile dalla cima, con vista sul cratere al di sopra delle nuvole, sarebbe stata soddisfacente. “I tour sul vulcano sono molti di meno da quando c’è stata l’eruzione quest’estate”, racconta Beatrice Fassi di Magmatrek, tour operator locale. “Se vorremo ancora del turismo qui, dovremo reinventarcelo.”

Al tramonto camminiamo rapidamente lungo una stretta strada che attraversa San Vicenzo, san Bartolo e Piscità, tre centri lungo la costa settentrionale dell’isola dove vivono gran parte dei 500 abitanti di Stromboli. Speriamo di raggiungere il percorso che risale la montagna e costeggia Sciara del fuoco prima che faccia buio.

Le case bianche di Stromboli, decorate da bougainville variopinte, bignonie e piombaggini, rallegrano la giornata che va a finire. Ogni tanto si vedono i fari di un motorino o di un motocarro a tre ruote. A Stromboli non ci sono lampioni lungo la strada né automobili.

Lungo il sentiero

Ci salutiamo all’Osservatorio, una pizzeria lungo la costa su Punta Labronzo con una vista incredibile sulle fontane vulcaniche di Stromboli. Metto la lampada da testa e proseguo risalendo la montagna per incontrare Mario Zaia, detto Zazà, la guida storica di Stromboli.

Il sentiero risale un tracciato a tornanti, rivestito con lastre di pietra vulcanica nel 1951: era l’anno dopo Stromboli, il film di Roberto Rossellini con Ingrid Bergman che ha presentato al mondo quest’isola remota. Ogni quindici minuti il vulcano emette un rombo tonante e rossi bagliori di magma illuminano il cielo. Mi sento sorprendentemente calma, sola in questa realtà che non mi è familiare.

In 90 minuti raggiungo il punto di osservazione e vi trovo una decina di appassionati di vulcani che ammirano le fiamme e i ruggiti di Stromboli. Poi una silhouette barbuta, con un paio di bastoncini da trekking e un cane alle calcagna, mi supera. Chiamo, “Zazà!” e iniziamo la discesa insieme.

Dopo la violenta eruzione che ha ucciso sei persone nel 1930, la popolazione è passata da ...

La discesa con Zazà

“Viviamo su una bomba”, dice lui. “E questo ti spaventa?”, chiedo io. “Al contrario”, mi risponde. È profondamente meravigliato dalla forza persistente che ha spinto questo stratovulcano a emergere dal fondale del Tirreno e a creare, eruzione dopo eruzione, il cono che vediamo oggi. Appena il 2% di una massa enorme che si estende per oltre due chilometri sott’acqua.

A volte Zazà porta i gruppi di visitatori su e giù dalla cima anche due volte al giorno. Ma non è stanco né annoiato, mi dice, perché ogni volta è diverso. È un’esperienza che ispira, che ti eleva, ma che trasmette anche una potente energia, uno splendido senso di precarietà.

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Un’isola sempre più sostenibile

Nel XIII secolo gli abitanti coltivavano lungo le pendici terrazzate del vulcano ma un’epidemia di fillossera – nel 1880 – ha attaccato i vigneti e distrutto la cultura agricola. Alcuni hanno trovato il proprio sostentamento nella pesca, altri sono emigrati in Australia. Quando una violenta eruzione ha ucciso sei persone, nel 1930, la popolazione è passata da circa 5.000 persone a meno di 500.

Oggi gli abitanti di Stromboli sono impegnati a rendere la vita sull’isola sostenibile per le generazioni future. Vincenzo Cusolito sta partecipando allo sforzo cooperativo di rianimare mille olivi abbandonati dagli antenati emigrati dall’isola. Attiva Stromboli, l’associazione no-profit supportata dall’Aeolian Islands Preservation Fund, ha presentato all’isola il primo frantoio che ha spremuto dodici tonnellate di olive lo scorso autunno. I volontari come Cusolito possono tenere il 30% dell’olio, chiamato Èolio, per venderlo.  Nel settembre 2020 Cusolito aprirà al pubblico la raccolta annuale di olive e uva – insieme alle degustazioni di vini – come parte delle attività di un agriturismo che gestirà insieme ai tre figli.

Durante il giorno Salvatore Russo lavora nell’edilizia. Ma di notte, in un ampio atelier vicino casa, scolpisce la densa roccia vulcanica che emerge dal vulcano. Il suo studio è una tappa classica degli itinerari sull’isola e i visitatori possono assistere mentre mostra le sue tecniche artistiche, circondati dalle opere pluripremiate e da quelle in lavorazione.

Durante la notte i pescatori di Stromboli lanciano le reti dalle loro piccole barche di legno e rientrano all’alba per vendere il pescato sulla spiaggia. Lo chef Frank Utano, un tempo anche lui pescatore, ogni mattina raccoglie a mano i frutti di mare per il suo ristorante, il Ristorante da Zurro, sul lato opposto del porto. Il suo piatto caratteristico sono gli spaghetti alla Stromboliana, pasta fresca condita con acciughe, aglio locale, pomodori ciliegini e peperoncini piccanti. I suoi antipasti creativi, la vista magnifica e l’ambiente accogliente hanno fatto guadagnare al locale una clientela di fedelissimi tra i turisti estivi.

Oggi gli abitanti di Stromboli sono impegnati a rendere la vita sull’isola sostenibile per le generazioni ...

È davvero necessario salire in cima?

Nel mio ultimo giorno a Stromboli la guida più giovane di Magmatrek, Manuel Oliva, mi accompagna in un’escursione naturalistica con vista sui tre villaggi più a Nord. Nato e cresciuto qui, Oliva vuole restare sull’isola. Su un terreno vicino alla costa sta piantando alberi di mango e avocado, per introdurre nuovi frutti sull’isola e prevenire l’erosione del suolo.

Quando arriviamo al belvedere, a 290 metri, Oliva si ferma per fare dei controlli di sicurezza e io proseguo scendendo dalla montagna lungo il sentiero percorso le sere precedenti. Alla luce del giorno, vedo quello che mi era sfuggito al buio: fichi d’India e ulivi nodosi arrampicati sul sentiero, il mare color cobalto più in basso. Come accade a Zazà, camminare di nuovo sul vulcano mi riempie di energie e la sua vetta ardente non mi fa mai sentire sola.  Mi rendo conto che non è necessario salire fino in cima per sentirsi soddisfatti. A volte, un vulcano va ammirato dal basso. Con gli occhi rivolti al cielo, colmi di gratitudine.(nationalgeographic.it)

Tre piccole isole italiane pioniere dell’energia pulita. E c’è sempre Salina…

di Stefania De Francesco

Salina, Favignana e Pantelleria pioniere nel passaggio dai combustibili fossili all’energia pulita. Sono le sole isole italiane fra 26 europee selezionate per ricevere il supporto di Bruxelles – attraverso lo sportello unico Clean Energy for Eu Islands Secretariat – nella transizione energetica.

I vantaggi non sono da sottovalutare: dall’autosufficienza nella produzione di energia alla riduzione dei costi anche dei consumi, alla salvaguardia dell’ambiente. A maggior ragione considerando che Pantelleria è Parco Naturale e Salina con le isole Eolie è un gioiello nel patrimonio Unesco I progetti per ridurre la dipendenza dalle fonti inquinanti come il gasolio e puntare sull’energia di sole, vento e mare sono allo studio da tempo. E ora, stilati gli scenari energetici, le piccole isole selezionate possono ricevere sostegno tecnico e consulenza ed essere monitorate per la redazione di un’Agenda per la transizione energetica, in grado di programmare il raggiungimento degli obiettivi e di accedere a sovvenzioni e progetti comunitari.
Sono più di 2.200 le isole abitate nell’Unione Europea dove, nonostante l’abbondanza di fonti di energia rinnovabile (eolica, solare e dal moto ondoso), “l’approvvigionamento energetico per il loro fabbisogno dipende da costose importazioni di combustibili fossili”.

Carburanti che peraltro possono non arrivare a destinazione quando ad esempio c’è mare agitato, rileva Giuliana Mattiazzo, vice rettore al trasferimento tecnologico del Politecnico di Torino, da anni attivo nella sperimentazione di fonti energetiche alternative a Pantelleria, dove “c’è una centrale a gasolio” aggiunge la professoressa in una conversazione con l’ANSA.
Nell’isola simbolo del Passito, “le pale eoliche sono vietate – spiega Mattiazzo – e si sta sperimentando la produzione di energia dal moto ondoso e dall’eolico off shore su strutture galleggianti, per la salvaguardia del vincolo paesaggistico”.
C’è quindi “un grande sforzo verso tecnologie innovative e sperimentali” aggiunge la professoressa. E dunque serviranno investimenti consistenti ma magari questi progetti possono suscitare l’interesse di gruppi energetici di livello mondiale.

Comunque, “non ci sarà l’annullamento del gasolio con un passaggio netto alle energie verdi ma quanto meno sarà migliorato il mix”, spiega. Il Politecnico di Torino afferma che Pantelleria, che è la maggiore delle isole minori italiane non interconnesse, è ritenuta un “caso-studio ideale” per una transizione energetica “completa e ambiziosa”.
A sostenere Pantelleria nel percorso di transizione energetica ci sono anche istituzioni e associazioni di promozione locali (Comune di Pantelleria, Parco Nazionale Isola di Pantelleria, Associazione di Promozione Sociale Resilea, Cantina Basile).

Dal Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani, il Parco del Caolino

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COMUNICATO STAMPA

Questa mattina su invito del Centro Studi è arrivato a Lipari il Prof. Sebastiano Tusa, Assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia, accompagnato dall’On.le Carmelo Briguglio e dal dott. Salvo Emma.

La delegazione è stata accolta dal presidente del Centro Studi Nino Saltalamacchia e dai soci Nino Paino e Pino La Greca, dal direttore del museo di Lipari Rosario Vilardo, dall’archeologa Clara Martinelli dal vice sindaco del comune di Lipari Gaetano Orto, dall’Assessore ai beni cultuali del Comune di Lipari Tiziana De Luca.

Durante la visita sono stati illustrati al Prof. Tusa i programmi che da anni il Centro Studi sta cercando di realizzare:

Parco del caolino a cura di Nico Russo, Pietro Lo Cascio e Gaetano Merlino.

Successivamente l’assessore si è recato a visitare la mostra della parco letterario  nella Chiesa dell’Immacolata.

Durante la visita, da Pino La Greca è stato illustrato anche il percorso del confino.

Alla fine della visita l’assessore si è recato al museo per incontrare i Dirigenti ed il personale.

La giornata si è conclusa con la visita al comune per incontrare il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.

Lipari, 11 ottobre 2018

Da Filicudi in linea Monica Blasi. ‘Pescatori-delfini, positivi i risultati ottenuti con i pingers sulle reti da posta’

Monica Blasi

di Monica Blasi*

Si è conclusa a Settembre la sperimentazione dei dissuasori acustici FishTek Banana Pingers® nell’ambito del progetto “Pingers as deterrent of dolphins interacting with artisanal fishery in the Aeolian Archipelago” promosso dall’associazione no profit Filicudi WildLife Conservation (www.filicudiconservation.com) e finanziato da Blue Marine Foundation e SeaWorld & Busch Gardens Conservation Fund allo scopo di affrontare il problema delfini-pesca nelle isole Eolie. Il report con i risultati della sperimentazione è in fase di valutazione da parte degli enti finanziatori e si prevede che a breve i partners del progetto prenderanno decisioni su come procedere sulla base dei risultati ottenuti. In particolare i pingers sono stati sperimentati su tre attrezzi da pesca della tradizione Eoliana: reti da posta (tramaglio e rete liscia per Spicara maena), cianciolo e totanara.

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Alla scoperta dell’attenuatore d’onda, il sistema che salvaguarda le coste dall’erosione

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Dopo una cinquantina d’anni dai primi studi, il 20 Gennaio 2017 è stato messo in acqua il modello in scala 1/10 di un “attenuatore d’onda”. Nel suo piccolo ha funzionato egregiamente. Cos’è mai l’attenuatore d’onda? E’ una barriera di prossimità dell’arenile, una cosiddetta “barriera di aderenza” che preserva la spiaggia dall’erosione e permette, nel contempo, il ripascimento dell’area con un notevole apporto di nuovo materiale.

Sorgente: Erosione delle spiagge la Regione ha disponibili 31 milioni di euro. E’ stato richiesto il finanziamento?

Panarea, volontari ripuliscono i fondali

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L’Associazione Mediterraneo di Panarea ha promosso la prima operazione di bonifica dei fondali nel tratto di costa compreso tra Punta Peppemaria e Baia di Drautto fino a Calajunco nelle batimetriche comprese tra i 2 e i 10 metri di profondità.
L’Associazione, già promotrice e organizzatrice di diversi eventi legati alla tutela e salvaguardia del mare nonché all’organizzazione di manifestazioni sportive a Panarea, in collaborazione con altre associazioni ambientaliste e privati cittadini, residenti e turisti sensibili al problema della tutela ambientale, ha iniziato a bonificare i fondali dai rifiuti che stagionalmente vengono riversati in mare dalle imbarcazioni da diporto nelle zone limitrofe alla costa o traportate dalle stesse correnti.

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Eolie, riparte “Conosci le tue isole”

nesos.jpgSi riparte “Conosci le tue isole?”, il programma di escursioni domenicali organizzate dall’Associazione Nesos con l’accompagnamento di guide AIGAE lungo i sentieri e nei luoghi più espressivi e meno noti delle Isole Eolie. La partecipazione è libera; il costo dei trasferimenti (bus e/o aliscafo) è a carico dei partecipanti. Il calendario di questa edizione ha inoltre previsto una giornata dedicata alle aree archeologiche e al museo di Filicudi, che verranno visitate con la preziosa guida di Maria Clara Martinelli. La durata delle escursioni è variabile; l’orario di rientro a Lipari dalle altre isole è legato a quello dei collegamenti marittimi. Il grado di difficoltà è stato indicato con il simbolo *(facile), **(medio), ***(difficile). È indispensabile un minimo di attrezzatura da trekking (scarpe e abbigliamento adeguati); si consiglia inoltre di portare con sé acqua e colazione al sacco (lungo i percorsi non sono presenti punti di ristoro). Il calendario è suscettibile di variazioni a seconda delle condizioni meteo; le escursioni eventualmente annullate saranno recuperate nelle domeniche successive. Per ulteriori informazioni, visita il sito www.nesos.org alla pagina news, telefona allo 090 9814838, oppure scrivi un’email ad associazionenesos@gmail.com.

domenica 20 ottobre (appuntamento terminal bus Urso ore 9.00)

*LIPARI: Varesana-S. Calogero-Fuardo-Fontanelle-Malopertuso

domenica 3 novembre (appuntamento biglietteria Siremar ore 9.15)

*VULCANO: Capo Secco-Vallonazzo-Grotta dell’Abate

alla fine dell’escursione birdwatching guidato al pantano dell’Istmo

domenica 10 novembre (appuntamento biglietteria Usticalines ore 8.00)

*STROMBOLI: S. Vincenzo-Cimitero Vecchio-Vallonazzo-Sciara del Fuoco-P.ta Labronzo

domenica 17 novembre (appuntamento biglietteria Siremar ore 8.00)

**SALINA: Semaforo Pollara-Pizzo Corvo-Piano del Vescovo-Leni

domenica 24 novembre (appuntamento biglietteria Siremar ore 8.00)

***ALICUDI: Scalo-S. Bartolo-Filo dell’Arpa-Dirittusu

domenica 1 dicembre (appuntamento biglietteria Siremar ore 8.00)

*FILICUDI: visita guidata ai villaggi di Capo Graziano e Filo di Braccio e al museo archeologico

(in collaborazione con l’Associazione Amici del Museo Archeologico “L. Bernabò Brea”)

domenica 8 dicembre (appuntamento biglietteria Siremar ore 9.15)

**VULCANO: il Gran Cratere come non l’avete mai visto

Filicudi, spettacolo per la tutela del mare

filicudipecorini.jpgDomenica 25 Agosto alle ore 22.30 l’isola di Filicudi ospiterà lo spettacolo “MAREADANZA; musica e movimento per la salvaguardia dell’ambiente marino”. In scena si esibiranno Margherita e Benedetta Catone, danzatrici professioniste diplomate all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e direttrici artistiche della scuola “Danzarte” accompagnate dalla dottoressa Monica Blasi presidente dell’Associazione WildLife Conservation e responsabile del Centro di ricerche sul mare e Pronto Soccorso tartarughe marine.
La sede operativa dell’Associazione si trova proprio sull’isola di Filicudi che dal 2007 ospita il centro di primo soccorso per le tartarughe marine, unico in tutto l’Arcipelago Eoliano.L’associazione senza scopro di lucro si occupa della conservazione delle risorse marine con particolare attenzione alla tutela dei vertebrati marini (cetacei, tartarughe marine e ornitofauna)
Lo spettacolo “Marea Danza”, ideato e coreografato da Margherita e Benedetta Catone dell ‘Ass Tuke,  nasce per  promuovere una maggiore sensibilità ai problemi legati al mare e riguardanti la conservazione di questi meravigliosi animali (delfini e tartarughe marine). Intento dello spettacolo  è quello di fondere arte e ricerca scientifica . L’arte coreutica diventa uno strumento per sensibilizzare il pubblico alle problematiche attuali dell’ambiente marino. Le due coreografe  firmano una messa in scena matura e ben equilibrata in cui nulla appare esageratoo o non abbastanza, dove la danza contemporaneadelle sorelle Catone si fonde con l’arte circense e i giochi di fuoco delle altre due danzatrici in scena Cristina Campagnaro e Martina Perotti alternandosi con la proiezione di filmati e immagini di delfini e tartarughe marine realizzatidalla dottoressa Monica Blasi durante le attività di ricerca che vengono svolte dal 2004 dall’Associazione Filicudi WildLife durante .
 Prima dello spettacolo ci sarà un breve presentazione della Dottoressa Monica Blasi sui risultati cui è giunta con il suo lavoro scientifico.  Dagli studi effettuati risulta che queste specie sono fortemente minacciate, la loro sopravvivenza è messa in pericolo da numerose cause di natura antropica. Margherita e Benedetta Catone, hanno collaborato come volontarie presso la sede dell’Associazione Filicudi WildLife Conservation nell’isola di Filicudi e dopo aver appreso la situazione critica in cui si trovano questi animali hanno deciso di porre la loro arte a servizio di questa causa, creando uno spettacolo di denuncia e sensibilizzazione.
L’appuntamento è dunque per Domenica 25 Agosto alle ore 22.30 nella suggestiva cornice di Villa La Rosa di Filicudi.

Panarea&Monnezza

panareamonnezza.jpgPanarea&Monnezza.

Eolie, “ma il mare non vale una cicca?”

cicca1.jpg“Ma il mare non vale una cicca?». E’ ritornata ieri ed è proseguita oggi  domenica 4 agosto la campagna di Marevivo contro i mozziconi di sigarette cannetomarevivo.JPGgettati sulle spiagge italiane e in mare. A Lipari alcuni giovani si muoveranno tra le spiagge di Canneto, Papisca e Acquacalda. Dopo il grande successo dello scorso anno, i mille volontari dell’associazione ambientalista distribuiranno 100 mila posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili in circa 400 spiagge in tutta la penisola per arginare il malcostume di abbandonare i mozziconi sulla sabbia. «La campagna di Marevivo promuove comportamenti consapevoli ed eco-sostenibili. Piccole singole azioni per ottenere un grande risultato collettivo», ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando appoggiando l’iniziativa.

Stimando circa 6 cicche per ogni posacenere, l’iniziativa eviterà che sulla battigia o in acqua finiscano 600 mila filtri al giorno, per un totale quindi di 1,2 milioni nel corso del fine settimana, che in questo modo saranno raccolti e non finiranno a punteggiare la sabbia delle nostre coste. Un mozzicone lasciato sulla sabbia impiega fino a 5 anni prima di essere distrutto dagli agenti atmosferici.

La campagna è giunta alla quinta edizione e quest’anno il testimonial è l’attore Cesare Bocci, che interpreta il ruolo di Mimì Augello nel Commissario Montalbano. «Ma il mare non vale una cicca?» è promossa da Marevivo in collaborazione con JT International SA (Jti) e realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto e il supporto del Sindacato italiano balneari (Sib). «Nessuno butterebbe mai un mozzicone in salotto o a casa di amici, eppure a troppa gente viene spontaneo lasciare le cicche per strada, un gesto che in estate si trasforma con altrettanta naturalezza nell’abbandonarle sulla spiaggia», ha commentato Bocci. «Per questo motivo ho aderito alla campagna, perché promuove un gesto semplice che può fare una grande differenza: il mare siamo noi ed è di tutti».

– di Riccardo Lo Schiavo*

GINOSTRAMAREVIVO1.JPGDalle Isole Eolie alla costa saracena…. anche la sezione di GINOSTRA – STROMBOLI ha aderito alla campagna promossa dall’associazione ambientalista Marevivo, “Ma il mare non vale una cicca?”, giunta quest’anno alla quinta edizione consecutiva, e realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto – testimonial l’attore Cesare Bocci, ai più noto nel ruolo di Mimì Augello ne ‘Il Commissario Montalbano’. Nel weekend del 3 e 4 agosto, i volontari – hanno distribuito alcune centinaia di posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili, nei principali punti di balneazione di Stromboli:  prezioso è stato il contributo a Ginostra di Manuela Raffo, che ha curato la distribuzione in località “secche di Lazzaro” e a scalo ”Pertuso”; mentreginostramarevivo.JPG  dall’altra parte della vulcanica isola, nella spiaggia nera di “Ficogrande”, ci si è avvalsi della straordinaria collaborazione della solare Antonella Caccetta, consigliere comunale in carica nel maggiore Comune eoliano. L’iniziativa è stata poi estesa – con un felice fuoriprogramma – anche a Tonnarella, rinomata località turistica della costa saracena dove, dopo essere stati sensibilizzati sull’importanza e le finalità della campagna dal consigliere di sezione Francesca La Macchia, sono stati coinvolti in particolare un nutrito acaccettastromboli.JPGgruppo di giovanissimi. Posare la cicca nel posacenere piuttosto che abbandonarla sulla sabbia è un gesto semplice per risparmiare ai nostri mari anni di inquinamento: basti pensare che vanno da uno a cinque quelli necessari a smaltire un singolo mozzicone di sigaretta. Utilizzare il posacenere portatile per la raccolta di mozziconi vuol dire anche ridurre i fattori di rischio per la sopravvivenza di cetacei, tartarughe, uccelli marini e pesci che popolano i nostri mari, già messi in pericolo dalle migliaia di rifiuti di vario genere abbandonati.

*Associazione Ambientalista MAREVIVO